Monthly Archives: Maggio 2014

Eutanasia e testamento biologico: chiedi la calendarizzazione in aula della proposta di legge! Firma la Petizione!

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Mi chiamo Mina e nel lontano 1980 ho sposato Piergiorgio, Piergiorgio Welby, un uomo affetto da distrofia muscolare.

Piergiorgio prima di morire mi ha detto: “Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso – morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita, è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche.”

Queste e altre parole contro l’accanimento terapeutico e per il diritto all’eutanasia Piergiorgio le pronunciava in un discorso del settembre 2006 al Presidente Napolitano. Un discorso, fatto dal letto al quale era inchiodato, in cui aggiungeva: “Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l’amico che ti delude”.

In Italia, chi aiuta un malato terminale a morire – come un genitore o un figlio che vuole smettere di soffrire – rischia fino a 12 anni di carcere. Il diritto costituzionale a non essere sottoposti a trattamenti sanitari contro la nostra volontà è costantemente violato.

Il 13 settembre 2013 abbiamo consegnato in Parlamento una legge di iniziativa popolare che regola l’eutanasia e il testamento biologico.

Oggi chiedo, in memoria di Piergiorgio e per il diritto di tutti, la calendarizzazione in aula della proposta di legge sull’eutanasia e il testamento biologico.

Piergiorgio amava la vita, ma per lui la vita era altro dall’essere condannato a stare inchiodato a un letto. Se anche per te la vita è un’altra cosa, aiutaci firmando la petizione.

Mina Welby, co-presidente Associazione Luca Coscioni

Carla Welby, sorella di Piergiorgio Welby

Filomena Gallo, segretario Associazione Luca Coscioni

Marco Cappato, tesoriere Associazione Luca Coscioni

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FIRMA LA PETIZIONE!

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Fonte: Change.org

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Padova – Giornata nazionale di studi : senza ergastoli. Per una società meno vendicativa

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Ristretti Orizzonti – Centro di Documentazione Due Palazzi – Casa di Reclusione di Padova – Università di Padova

 

 Giornata nazionale di studi

 Senza ergastoli. Per una società meno vendicativa

Venerdì 6 giugno 2014, ore 9.30-16.30, Casa di Reclusione di Padova

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Durante un incontro con i detenuti di Ristretti Orizzonti, Agnese Moro sull’ergastolo ha detto che “L’ergastolo è come dire ad una persona ‘ti vogliamo buttare via’, ma io non voglio buttare via nessuno”.

In Italia gli ergastolani condannati in via definitiva al 31 dicembre del 2013 erano 1.583. Circa la metà si trova nei circuiti differenziati, tra regime di Alta Sicurezza e 41 bis. Questo significa che una buona parte di loro è esclusa dalle misure alternative al carcere.

In nome della sicurezza le emergenze non hanno mai una fine e le continue richieste di inasprimenti delle pene hanno portato all’aumento delle condanne all’ergastolo. Ormai, le condanne considerate “esemplari” non vengono date solo per reati legati al crimine organizzato, ma anche per reati in famiglia, dove le storie ci insegnano come la funzione deterrente della pena non ha alcuna efficacia. Ma si può ancora sognare una società che si rifiuta di condannare a vita i suoi membri?

Abbiamo organizzato una giornata di studi rivolta a tutti sul tema dell’ergastolo perché pensiamo che occorre aprire un dibattito, non tra gli “addetti ai lavori” ma dentro alla società, su una giustizia più mite, perché crediamo che un sistema penale più umano renda la società più civile.

“Senza l’ergastolo. Per una società meno vendicativa” è un convegno promosso dall’Università, ma che si svolge in un carcere, poiché queste due realtà, apparentemente lontane, dovrebbero collaborare per dare vita ad un processo di trasformazione culturale, affinché si possa convivere senza il desiderio “di buttare via nessuno”.

1)“No, questa non è giustizia, dovevano dargli non trent’anni ma l’ergastolo!”

Solitamente, si sente parlare di ergastolo quando qualche fatto di cronaca, per la sua stessa natura oppure per una costruzione mediatica, fa inorridire l’opinione pubblica a tal punto, che la condanna è accolta con soddisfazione solo se cala sulla testa del colpevole la spada del carcere a vita. Ci domandiamo allora che cosa è la giustizia: “ottenere giustizia” può essere davvero una questione di anni di galera comminati?

Agnese Moro, figlia di Aldo Moro, uomo politico e giurista ucciso dalle BrigateRosse il 9 maggio del 1978

Intervento di un detenuto ergastolano

 

2) Una società libera dall’ergastolo è possibile?

L’idea della pena che c’è oggi è sempre ed esclusivamente l’idea che la pena deve fare soffrire, e la sofferenza deve essere prima di tutto fisica. Se dolore deve essere, ci può essere “un altro tipo di sofferenza”, un’altra pena anche per reati gravissimi?

Massimo Pavarini, Professore ordinario di diritto penale, Università di Bologna

Intervento di un detenuto ergastolano

 

3) L’ergastolo sta dentro o sta fuori l’orizzonte costituzionale della pena?

L’ordinamento italiano prevede l’ergastolo declinandolo al plurale: comune (art. 22 c.p..), con isolamento diurno (art.  72  c.p.), ostativo (art. 4-bis ord. penit.). Sovraordinata alla legge, c’è però una Carta costituzionale che esige una pena finalizzata alla risocializzazione del reo (art. 27, 3° comma), rifiuta ogni trattamento contrario al senso di umanità (art. 27, 3° comma), vieta la pena di morte (art. 27, 4° comma), vieta la tortura (art. 13, 4° comma), e riconosce come sempre possibile l’errore giudiziario (art. 24, 4° comma). La domanda è giuridicamente doverosa: gli ergastoli rispettano la legalità costituzionale?

Andrea Pugiotto, Professore di diritto costituzionale, Università di Ferrara

Intervento di un detenuto ergastolano

 

4) Si può inasprire ancora il regime di 41-bis?

Sono ormai 20 anni che assistiamo a continui inasprimenti del regime di 41-bis. Tuttavia, dopo le minacce di Toto Riina contro il magistrato De Matteo, registrate e poi trasmesse dai media, il ministro Alfano ha chiesto un ulteriore indurimento. Ma è rimasto ancora qualcosa da togliere nella vita di quei 600 detenuti, quasi tutti ergastolani, segregati in regime di 41-bis?

Maurizio Turco, già parlamentare radicale, autore diTortura democratica. Inchiesta su «La comunità del 41 bis reale»”.

Intervento di un detenuto ergastolano

 

5)Per un ripristino dei diritti sospesi, dopo vent’anni di emergenza mafia

Parlare dell’ergastolo ostativo ci costringe a sollevare il problema di una legge nata sull’onda emotiva delle stragi mafiose di vent’anni fa. Quella legge forse aveva un senso in quel momento storico, ma se l’emergenza implica la sospensione di alcuni diritti per un limitato periodo di tempo, non è giunta l’ora di considerare l’emergenza conclusa e ripristinare tutti i diritti sospesi?

Luciano Eusebi, Professore di diritto penale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

Intervento di un detenuto ergastolano

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6)Ergastolo ostativo e collaborazione inesigibile

L’art. 4-bis fa coincidere il sicuro ravvedimento esclusivamente con un comportamento di collaborazione fruttuosa con la giustizia. Ma ci sono anche storie di detenuti che non collaborano perché non sanno, o perché non vogliono mettere a rischio la vita dei propri famigliari. Dopo tanti anni di pena, la collaborazione può essere considerata ormai inesigibile?

Carmelo Musumeci e Biagio Campailla, detenuti ergastolani della redazione di Ristretti Orizzonti

 

7)Ma quando un condannato all’ergastolo sarà fuori?

Sempre di più dobbiamo fare i conti con l’ipocrisia di chi dice che l’ergastolo nei fatti non c’è più, perché dopo 26 anni si può ottenere la liberazione condizionale. È vero?

Elton Kalica, Ristretti Orizzonti

Intervento di un detenuto ergastolano

 

8)L’ergastolo come cancellazione fisica per le famiglie

Se lo Stato dovrebbe stare tra la vittima e l’autore di reato come un’entità che sanziona le condotte illegali senza cercare la vendetta, come si può definire uno Stato che in nome delle vittime ricorre sempre di più alla pena estrema, all’ergastolo? Nonostante la Costituzione dica che la pena non può consistere in un trattamento inumano e degradante, l’ergastolo ostativo cancella il condannato dalla società, negando alla famiglia anche la speranza di riavere il proprio caro, vivo.

Ornella Favero, giornalista, direttore di Ristretti Orizzonti

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9) Condannato all’ ergastolo, ma avere un padre è un mio diritto

Si prevede l’intervento di alcuni famigliari di ergastolani ostativi

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10)Una battaglia radicale contro il carcere a vita

Per parlare di temi delicati come l’ergastolo non si dovrebbe più dire “non è il momento, la situazione è difficile…”. DEVE essere sempre il momento per fare con coraggio una battaglia culturale per una giustizia più mite.

Rita Bernardini, segretario nazionale Partito Radicale Italiano

 

Modera Giuseppe Mosconi,Professore Ordinario di Sociologia del diritto, Università di Padova

Interverrà con alcuni pezzi musicali, la pianista e compositrice Alessandra Celletti

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Fonte: Ristretti Orizzonti

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Msf: ‘Curami, Salvami’ – Ferma la tubercolosi multiresistente! Firma l’appello!

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‘CURAMI, SALVAMI’

Unisciti alla nostra campagna #TBmanifesto

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Hai solo pochi giorni per dare il tuo contributo contro la tubercolosi multiresistente (MDR-TB). Firma il nostro Manifesto “Curami, Salvami” e chiedi anche tu, insieme a più di 36 mila persone che l’hanno già fatto, urgenti miglioramenti nelle cure di questa malattia letale. Mancano pochi giorni alla consegna delle firme: il prossimo 19 maggio la nostra attivista Phumeza, a nome di tutti i firmatari, presenterà il Manifesto “Curami, Salvami” all’Assemblea Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

La tubercolosi multiresistente è una seria minaccia per milioni di persone in tutto il mondo, compreso il nostro paese dove si sono verificati casi anche in bambini e adolescenti. Con gli attuali strumenti terapeutici, solo la metà dei casi arriva alla guarigione. E le terapie sono terribili: lunghe, tossiche, complesse, costose e dolorose.

Per ottenere terapie più efficaci e salvare più vite dobbiamo far sentire la nostra voce. Aggiungi anche la tua! Firma il Manifesto e diffondilo tra i tuoi contatti per aiutarci a raggiungere un importante obiettivo: 50 mila firmatari prima del 19 maggio.

I leader mondiali della salute non potranno ignorare le richieste di 50 mila persone!

Grazie per la tua partecipazione

.FIRMA  ORA!

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Fonte: Medici Senza Frontiera

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