Monthly Archives: Settembre 2012

Due o tre cosucce sul caso del martire Sallusti. E perché non è il caso di piangere

Foto di Barbara Silbe

.

di Alessandro Robecchi

Va bene, pare che tutto il mondo “intellettuale” italiano, con tutto il milieu giornalistico in prima fila, compatto e granitico, sia in grandi ambasce per il rischio che Alessandro Sallusti, oggi direttore de Il Giornale e al tempo dei fatti di Libero, finisca in galera a seguito di una condanna per diffamazione. E’ confortante assistere a una così poderosa levata di scudi contro la restrizione della libertà personale, e dispiace semmai che tanta compattezza non si veda in altre occasioni. Tanta gente va in galera per leggi assurde e ingiuste – come circa tremila persone accusate del bizzarro reato di “clandestinità” – eppure la notizia è Sallusti. Bene, allora vediamola bene, questa notizia, al di là delle sentenze, delle polemiche, dei meccanismi della giustizia. Proviamo insomma ad applicare il vecchio caro concetto del “vero o falso?”
Il fatto. Nel febbraio del 2007 una ragazzina di Torino (13 anni) si accorge di essere incinta. I genitori sono separati. La ragazzina (che tra l’altro ha problemi di alcol ed ecstasy) vuole abortire, ha il consenso della madre, ma non vorrebbe dirlo al padre (i genitori sono separati). Per questo si rivolge alla magistratura. E’ quanto prevede la legge: mancando il consenso del padre si è dovuto chiedere a un giudice tutelare, che ha dato alla ragazzina (e alla madre, ovviamente) il permesso di prendere una decisione in totale autonomia. Come del resto precisato in seguito, a polemica scoppiata, da una nota dettata alle agenzie dal Tribunale di Torino: “Non c’è stata alcuna imposizione da parte della magistratura”.
L’articolo querelato. Strano che, in tutto il bailamme suscitato dal rischio che Sallusti finisca in carcere, nessuno si sia preso la briga di ripubblicare l’articolo incriminato. Anche in rete si fatica a trovare la versione completa, anche se basta scartabellare un po’ nella rassegna stampa della Camera dei Deputati per trovarlo (andate qui e leggetevelo). L’articolo (Libero, 18 febbraio 2007) è firmato con lo pseudonimo di Dreyfus (quando si dice la modestia) e racconta la vicenda in altri termini. La prosa maleodorante e vergognosa – un cocktail di mistica ultracattolica e retorica fascista – non è suscettibile di querela e quindi ognuno la valuti come vuole. Ma veniamo ai fatti. La vulgata corrente di questi giorni insiste molto su una frase, questa:
“… ci fosse la pena di morte, e se mai fosse applicabile in una circostanza, questo sarebbe il caso. Per i genitori, il ginecologo e il giudice”
E’ vero. Si tratta di un’opinione. Scema, ma un’opinione. Disgustosa, ma un’opinione.
Vediamo invece le frasi che non contengono opinioni ma fatti. Falsi.
Il titolo, per esempio: “Il giudice ordina l’aborto / La legge più forte della vita”.
Falso. Nessun giudice ha ordinato di abortire.
Altra frase: “Un magistrato allora ha ascoltato le parti in causa e ha applicato il diritto – il diritto! – decretando l’aborto coattivo”.
Falso. Il giudice ha dato libertà di scelta alla ragazzina e alla madre.
Ancora: “Si sentiva mamma. Era una mamma. Niente. Kaput. Per ordine di padre, madre, medico e giudice, per una volta alleati e concordi”.
Falso. Il padre non sapeva (proprio per questo ci si è rivolti al giudice) e le firme del consenso all’aborto sono due, quella della figlia e quella della madre.
E poi: “Che la medicina e la magistratura siano complici ci lascia sgomenti”.
Falso. Complici di cosa? Di aver lasciato libera decisione alla ragazza e a sua madre?

Ora, sarebbe bello chiedere lumi anche a Dreyfus, l’autore dell’articolo. Si dice (illazione giornalistica) che si tratti di Renato Farina, il famoso agente Betulla stipendiato dai Servizi Segreti che – radiato dall’Ordine dei Giornalisti – non avrebbe nemmeno potuto scrivere su un giornale il suo pezzo pieno di falsità.
Non c’è dubbio che il caso della ragazzina torinese sia servito al misterioso Dreyfus, a Libero e al suo direttore Sallusti per soffiare quel vento mefitico di scandalo che preme costantemente per restringere le maglie della legge 194, per attaccare un diritto acquisito, per gettare fango in un ingranaggio già delicatissimo. Ma questo è, diciamo così, lo sporco lavoro della malafede, non condannabile per legge.
Condannabile per legge è, invece, scrivere e stampare notizie false. Di questo si sta parlando (anzi, purtroppo non se ne sta parlando), mentre si blatera di “reato d’opinione”.
Il reato d’opinione non c’entra niente. C’entra, invece, e molto, un giornalismo sciatto, fatto male, truffaldino, che dà notizie false per sostenere una sua tesi.
Per questo la galera vi sembra troppo? Può essere. Ma per favore, ci vengano risparmiati ulteriori piagnistei sul povero giornalista Sallusti che non può dire la sua.

PS) Un mio vecchio maestro di giornalismo, all’Unità (sono passati secoli, ma io gli voglio ancora bene), scrutava i pezzi scritti da noi ragazzini con maniacale attenzione. Quando trovava qualcosa di querelabile ci chiamava e ci diceva: “Vuoi che ci portino via le rotative? Vuoi che ci facciano chiudere il giornale dei lavoratori?”.
Nel fondo di oggi su Il Giornale, Sallusti lamenta con toni da dissidente minacciato di Gulag, che non intende trattare per il ritiro della querela, che ha già pagato 30.000 euro e non vuole pagarne altri 30.000. Spiccioli. Ecco. Forse “portargli via le rotative”, come diceva il mio vecchio compagno sarebbe meglio. Meglio anche della galera. Di molte cose abbiamo bisogno, ma non di un martire della libertà con la faccia di Sallusti.

.

Fonte:  www.alessandrorobecchi.it

.


Vignette Islam: minacciato di morte il direttore del settimanale satirico Charlie Hebdo

.

Il direttore di Charlie Hebdo, soprannominato Charb

.

Minaccia direttore Charlie Hebdo, fermato a Parigi

Aperta inchiesta sui messaggi postati su un forum islamista.

Un uomo, sospettato di aver minacciato di morte  su un sito web islamista il direttore del settimanale Charlie Hebdo, finito nel mirino per le vignette su Maometto, è stato fermato la mattina del 22 settembre a La Rochelle, nell’Ovest della Francia.
Lo hanno riportato fonti giudiziarie, citate da diversi media transalpini.
«CHE MI SI PORTI LA SUA TESTA». L’uomo, sulla quarantina, è accusato di aver scritto su un forum online un messaggio in cui si incitava a uccidere il direttore del giornale satirico («Che mi si porti la sua testa, il vaso è traboccato»), a perseguitarlo e sorvegliarlo («L’essenziale è che non lo lasciate vivere in pace»).
A suo carico è stata aperta un’inchiesta per ‘incitazione a commettere una minaccia alla vita’.

.

Fonte: Lettera43

.


NAPOLI BIKE FESTIVAL

.

.

 

Dal 21 al 23 settembre a Napoli il coordinamento di “Napoli pedala” ha organizzato la prima rassegna del “Napolibikefestival”. Le biciclette si riverseranno per le strade ed i vicoli della città coinvolgendo con vari eventi la popolazione tutta. Di seguito il programma dell’evento:

Venerdì 21 Settembre

Ore 19.30 Festa di apertura del Napoli Bike Festival, AperiBike, mostra fotografica, dj set, videoproiezioni, reading ciclosofici

.

Sabato 22 Settembre

Apertura Bike Village

Ore 9.00 Partenza Vesuvio mon amour – itinerario in bici al Vesuvio ( impegnativa – MTB )

Ore 9.30 Alleycat Urbana/competizione per ciclocorrieri non professionisti

Ore 11.00 Bikaccia – caccia al tesoro in bicicletta

Ore 11.00 Patente per bimbi in bici – corso

Ore 12.00 La Fisica della Bicicletta – laboratorio

Ore 16.00 L’arte della manutenzione della bici – workshop 1°parte

Ore 17.00 Storie su due ruote

Ore 17.00 Bike assembly – monta e smonta la tua bici

Ore 18.00 Napoli in bici: si può – incontro/dibattito

Ore 21.00 proiezione Appuntamento a Belleville – spazio cinema in Casina Pompeiana

Ore 23.00 Partenza In bici sotto le stelle – itinerario serale per le strade di Napoli ( facile – per tutte le bici)

.

Domenica 23 Settembre

Ore 10.00 Partenza La magia dei Campi Flegrei – itinerario In bici alla foresta di Cuma (intermedia – MTB)

Ore 10.30 Storie su due ruote

Ore 11.00 Partenza Napoli Graffiti – itinerario in bici con arrivo a Bagnoli lungo il nuovo percorso della pista ciclabile (facile – per tutte le bici)

Ore 11.30 Gara ciclistica I° Trofeo NBF per atleti giovanissimi (età compresa dai 6 ai 12 anni) sul Lungomare Liberato

Ore 12.00 Partenza La Napoli che non ti aspetti – itinerario in bici per le strade centro antico viste da una nuova prospettiva (facile – per tutte le bici)

Ore 16.00 partenza Urban – itinerario in bici per le scale di Napoli (impegnativo – MTB)

Ore 16.30 Partenza Stu mare ‘e Pusilleco – itinerario in bici tra le bellezze di Posillipo (facile – per tutte le bici)

Ore 17.00 L’arte della manutenzione della bici – workshop 2°parte

Ore 17.30 Bike jump – salti spettacolari in mountain bike

Ore 20.30 Tetes de Bois in concerto – lungomare liberato altezza viale Dhorn.

.

Info:

Il programma è consultabile sulla pagina facebook del Napoli Bike Festival, su twitter e sul sito www.napolibikefestival.it, tutte le attività sono gratuite, è gradita la prenotazione. Per informazioni e prenotazioni scrivere a napolibikefestival@gmail.com

.