Monthly Archives: Dicembre 2011

Appello: “Anche la Chiesa paghi l’Ici”

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7 dicembre 2011

Presidente Monti,
Lei ha appena presentato una manovra “lacrime e sangue” in cui si chiedono pesanti sacrifici ai cittadini, tra le misure previste anche la reintroduzione dell’Ici (in futuro Imu). Eppure i privilegi della Casta e della Chiesa non vengono intaccati: rimane in vigore quella legge simoniaca approvata dal governo Berlusconi per cui il Vaticano è esente dal pagamento dell’Ici. Per questo chiediamo al suo governo – affinché vengano mantenute quelle promesse di equità nella manovra – di abolire questo ignobile privilegio.

FIRMA L’APPELLO

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Fonte: MicroMega

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Anonymous – Videomessaggio “Operation Blackout” # attacco contro la censura ad Internet #

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“Questa è l’operazione più importante nella storia di Anonymous. Nessuna altra operazione verrà eseguita fino a quando non saremo certi dell’esito positivo di questa azione. Qualsiasi video caricato sarà un aggiornamento su questa operazione.

Diffondere questo volantino! http://www.scribd.com/doc/73211990/Operation-Blackout

Unirsi all’attacco
Digitare nel browser: webchat.anonops.com
copia-incolla: / join # opblackout

TESTO

Cittadini degli Stati Uniti, Siamo Anonymous.

Si tratta di un’emergenza, di un allarme urgente rivolto a tutte le persone degli Stati Uniti. Il giorno che tutti temevamo è purtroppo arrivato. Gli Stati Uniti stanno per censurare Internet. La nostra risposta è chiara: non rimarremo inermi mentre i nostri diritti vengono cancellati dal governo di cui ci siamo fidati. Questa non è una chiamata alle armi, ma una chiamata al riconoscimento e all’azione!

Il governo degli Stati Uniti ha imparato in modo subdolo a come darci un falso senso di libertà. Pensiamo di essere liberi e pensiamo di poter fare quello che vogliamo, ma in realtà ciò che possiamo fare è molto limitato e ristretto, cosa possiamo pensare, e anche come si viene educati. Siamo stati così distratti da questo miraggio di libertà, che ci siamo trasformati in quello da cui cercavamo di fuggire.

Per troppo tempo siamo stati fermi mentre i nostri fratelli e sorelle sono stati arrestati. Durante questo periodo, il governo ha tramato cercando di aumentare la censura attraverso il blocco ISP, blocco DNS, dei motori di ricerca, del web, e una serie di altri metodi che sono contrari ai valori e alle idee  di Anonymous, e dei padri fondatori di questo paese, che hanno creduto nella libertà di parola e di stampa!

Gli Stati Uniti sono stati spesso presi come esempio di paese ideale, libero. Quando l’unica nazione che è nota per la sua libertà ed il rispetto dei diritti comincia ad abusare della sua stessa gente, allora deve iniziare la protesta, anche perché gli altri Stati possono cominciare a percorrere la stessa strada. Non pensate che solo perché non siete un cittadino degli Stati Uniti, questo non possa accadere nel vostro Stato. Non si può aspettare! Si deve fermare tutto prima che inizi il processo di censura. Si devono distruggere i progetti prima che diventino troppo potenti.

Non ha, il governo degli Stati Uniti, imparato dal passato? Non ha visto le rivoluzioni del 2011? Non ha visto che ci opponiamo, e gli oppositori sono ovunque, e che continueranno ad opporsi al potere? Ovviamente il governo degli Stati Uniti pensa di essere fuori da qualsiasi rischio. Questo non è solo una chiamata collettiva di Anonymous all’azione. Sarà un attacco di Distributed Denial Service? Qualche sito web da defacciare contro i poteri corrotti del governo? No. Questo è un appello per internet a livello mondiale è una protesta fisica contro i poteri costituiti. Diffondere questo messaggio ovunque. A Noi non resterà da fare che questo! Dillo ai tuoi genitori, ai tuoi vicini, ai tuoi compagni di lavoro, ai tuoi insegnanti, a chiunque altro incontri. Tutto questo riguarda coloro che desiderano navigare liberamente, in forma anonima, parlare liberamente senza timori di ritorsioni, o di protesta, senza paura di essere arrestati.

Andate in tutti i network IRC, nei social network, nelle comunità online, a comunicare loro dell’atrocità che si sta commettendo. Se la protesta non sarà sufficiente, allora il governo degli Stati Uniti dovrà vedersela con noi che siamo una legione e faremo una dura opposizione al tentativo di censurare Internet, opereremo in modo da scoraggiare anche qualsiasi altro paese che voglia utilizzare la censura.

Noi Siamo Anonymous.
Noi Siamo Legione.
Noi non perdoniamo i censori.
Noi non dimentichiamo la negazione dei nostri diritti come esseri umani liberi.
Al governo degli Stati Uniti, Aspettateci.”


Il “carcere del disagio” uccide ancora

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OSSERVATORIO PERMANENTE SULLE MORTI IN CARCERE

Radicali Italiani, Associazione “Il Detenuto Ignoto”, Associazione “Antigone” Associazione A “Buon Diritto”, Redazione “Radiocarcere”, Redazione “Ristretti Orizzonti”

Tre detenuti sono morti nell’ultima settimana: due erano tossicodipendenti, uno malato psichiatrico. Da inizio anno salgono così a 60 i detenuti morti per suicidio ed a 175 il totale dei decessi in carcere.

A Pavia un uomo 37enne sviene in cella e muore dopo il ricovero all’Ospedale: da tempo in cura per problemi psichiatrici era finito in carcere per “resistenza a pubblico ufficiale”. Sono in corso indagini per accertare le cause del decesso.

A Trieste un uomo 33enne muore sulla sua branda, era tossicodipendente ed in cura con metadone. Sembra che il decesso sia dovuto ad una overdose di antidolorifici, ma sono in corso indagini. Il giovane era in carcere per aver ferito il padre, che si rifiutava di dargli soldi per la droga.

A Cagliari una donna 42enne si impicca in cella, era tossicodipendente ed era stata arrestata assieme al compagno, anche lui tossicodipendente, con l’accusa di aver ucciso la madre, durante un litigio per questioni di soldi e di droga.

 

Pavia, 26 novembre 2011

Gaye Seydina, 37 anni, detenuto nel carcere di “Torre del Gallo”, si sente male. In compagno di cella lancia l’allarme, l’uomo viene soccorso e trasferito d’urgenza all’ospedale, dove muore senza riprendere conoscenza. La procura di Pavia apre un’inchiesta e dispone l’autopsia: per accertare le cause del decesso – visto che il 37enne non aveva mai manifestato problemi particolari di salute – e per verificare la tempestività dei soccorsi.

Gaye Seydina, originario del Senegal, da 13 anni risiedeva in provincia di Varese. Era laureato e padre di una bambina, ma anche affetto da problemi psichici per i quali era stato prima ricoverato in una Comunità residenziale di Saronno e in seguito affidato ad una famiglia di Tradate.

Lo scorso 6 settembre, dopo una lite con la famiglia affidataria, Gaye brucia il citofono del condominio dove era ospitato e danneggia due auto parcheggiate nelle vicinanze. Sul posto arrivano i Carabinieri e lo portano in caserma. Rilasciato con una denuncia, torna nel quartiere dove viveva e dopo aver danneggiato altre due autovetture si spoglia, attirando l’attenzione dei passanti. Arrivano nuovamente i Carabinieri, coi quali inizia una lite arrivata alle mani. L’uomo è quindi arrestato con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamenti e violenza privata. Viene condotto al carcere di Busto Arsizio e da qui trasferito in quello di Pavia, dove muore dopo 80 giorni in cella, per cause ancora da accertare.

 

Trieste, 2 dicembre 2011

Michele Misculin, 33 anni, muore durante la notte nel carcere “Coroneo”. A trovarlo privo di vita, riverso sulla branda più alta del letto a castello, sono stati i suoi compagni di cella. Secondo le prime ipotesi le cause della morte potrebbero essere riconducibili a un’overdose di farmaci antidolorifici.

Misculin, tossicodipendente, era sottoposto a terapia con il metadone. Ma stando alle prime ricostruzioni degli investigatori, gli sarebbe stato fatale il sovradosaggio di pastiglie antidolorifiche. È emerso che l’uomo, dichiarando di soffrire di vari dolori, si faceva regolarmente consegnare i relativi farmaci dal dottore dell’infermeria.

Il giovane era finito in carcere il 3 giugno scorso. I poliziotti della Mobile lo avevano raggiunto nella casa dove abitava con i genitori, in via San Pasquale 131. In quella stessa abitazione, nel febbraio del 2008, aveva accoltellato il padre Gianfranco, 71 anni, con due fendenti a una coscia: all’origine dell’aggressione c’era stato il rifiuto del genitore di dargli i soldi per la droga.

 

Cagliari, 4 dicembre 2011

Monia Bellafiore, 42 anni, si suicida nel carcere di “Buoncammino”. La donna, secondo le prime ricostruzioni, si sarebbe impiccata con un lembo di stoffa nel bagno della cella che condivideva con altre 5 detenute. Sono state proprio loro a dare l’allarme ma per Monia non c’era più niente da fare. Il decesso risalirebbe alle 6.50 ed è stato certificato dal medico del carcere.

Monia Bellafiore aveva 42 anni ed era in carcere, assieme al marito Giuseppe Oliva, di 39, dal 4 novembre scorso. Omicidio premeditato pluriaggravato: questa l’accusa contestata alla coppia. Secondo gli inquirenti, i due avrebbero ucciso la madre della Bellafiore, Maria Irene Sanna, di 64 anni, ex infermiera e badante, nell’abitazione di Assemini dove vivevano tutti e tre.

Conosciuti entrambi come tossicodipendenti, Bellafiore e Oliva avrebbero commesso il delitto al termine di un violento litigio per questioni di soldi e droga. Dopo l’arresto, i due non hanno mai parlato con gli inquirenti: si sono sempre avvalsi della facoltà di non rispondere durante gli interrogatori a cui sono stati sottoposti. Ma attraverso i loro legali avevano fatto sapere di essere innocenti. La difesa aveva anche presentato istanza di scarcerazione, respinta però dai giudici del Tribunale del riesame.

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Fonte: Ristretti .it

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Approfondimento

Mappa dei suicidi in carcere dal 2002

Morire di carcere: dossier 2000 – 2011

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