Monthly Archives: Dicembre 2009

Parigi 19 dicembre 2009: E’ morto Jean-Pierre Rosnay

 

 Rosnay, fondò il "Club des Poètes"

 

 

Lo scrittore e poeta francese Jean-Pierre Rosnay
è morto ieri a Parigi. Aveva 83 anni ed era famoso, più che per i suoi
testi, per avere dato vita all’inizio degli anni ’60 al «Club des
Poètes», «contrappeso e antidoto di un’esistenza che tende a
trasformarci in robot». Nato a Lione nel 1926, Jean-Pierre Rosnay

entrò giovanissimo nella Resistenza contro l’occupazione nazista della
Francia e alla fine della guerra creò, sulla scia dei surrealisti, il
movimento «Jarivistes» («Jeunes Auteurs Réunis»). Amico e collaboratore
di Cocteau e Queneau, ha affrontato nelle sue raccolte poetiche (tra
cui «Tredicesimo apostrofo» e «Diagnolali») le esperienze più
importanti dell’esistenza umana – l’amore, la morte, la vita stessa.
Dopo aver fatto per alcuni anni il divulgatore della poesia per la
radio e la tv, decise di fondare il «Club des Poètes» e in rue de
Bourgogne a Parigi diede vita nel 1961 a quello che di giorno era un
ristorante e ogni sera, a partire dalle 22, si trasformava in un vero e
proprio circolo di poeti: lettori e attori, compresi i familiari del
titolare (tra cui l’amata moglie Tsou e il cognato, il famoso
cantautore greco-francese Georges Moustaki), incantavano il pubblico
con letture di opere di Baudelaire, Rimbaud, Villon e tanti altri. Il
club divenne così punto di ritrovo per poeti del calibro di Pablo
Neruda, Octavio Paz e Vinicius de Moraes. Nel 1978, Rosnay
– con largo anticipo sui tempi – varò insieme a Léopold Sédar Senghor
il primo Festival internazionale di poesia a Parigi, organizzando
reading di poeti di tutto il mondo in luoghi noti e meno noti della
capitale francese.

 

Fonte: Il Manifesto

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Approfondimento:

Jean-Pierre Rosnay

Club des Poètes

 
 


Il Manifesto – Marco Revelli: Pd e Pdl partiti virtuali, leaderistici, incoerenti.

 

DEMOCRAZIA ANNO ZERO

 

 

Per il sociologo torinese Marco Revelli, Pd e Pdl sono la causa della
crisi politica iniziata nel 2007: partiti virtuali, leaderistici,
incoerenti. «Per fortuna c’è Di Pietro». Tra il «golpe bianco» e
«l’eterna bicamerale» denunciati da Asor Rosa, c’è un’Italia che
resiste alla liquefazione. La repubblica del popolo dei ribelli

Commento – Matteo Bartocci

Una democrazia liquefatta, dominata
dal potere carismatico del capo del governo e da due partiti «virtuali»
come Pd e Pdl. Lo sguardo sulla crisi italiana di Marco Revelli –
sociologo, docente all’università Orientale del Piemonte e
collaboratore storico del manifesto – è attonito: «Mancano perfino le
parole per dichiarare ciò che si prova e il continuo spaesamento su
quello che avviene».
Proviamo a trovarle, queste parole. Alberto
Asor Rosa sul manifesto del 6 e del 20 dicembre parla di «golpe bianco»
e di «eterna bicamerale» sulle riforme. Mentre Ezio Mauro su Repubblica dell’11 dicembre denuncia un Berlusconi tentato apertamente dallo «stato d’eccezione». 
"Secondo me siamo perfino oltre lo stato d’eccezione". 


A che cosa ti riferisci?
Intanto
ai comportamenti di Berlusconi. Che vanno al di là della violazione
delle regole fondamentali e degli equilibri istituzionali propri di uno
stato d’emergenza. Ma anche alle risposte incerte e oscillanti del Pd,
e alla sensazione di irrealtà che tutto questo provoca. Asor Rosa
denuncia la voglia di un «golpe bianco». E’ evidente che se si intende
la sfida alle regole fondamentali e la minaccia politica agli assetti
istituzionali è davvero così. Da mesi assistiamo all’irrisione delle
istituzioni da parte del capo del governo. Berlusconi si muove al di
fuori delle regole con comportamenti che solo qualche anno fa avrebbero
fatto inorridire la totalità degli osservatori politici. Le
provocazioni verso il capo dello stato e la corte costituzionale,
l’irrisione del ruolo del parlamento, le esternazioni internazionali
violentemente offensive verso le nostre istituzioni democratiche. Gli
attacchi ai giudici. La novità non è che i giudici indaghino. E’ che
c’è un capo del governo che è chiamato in causa così tante volte e per
reati così gravi, sulla base di riscontri che potranno o meno portare a
una condanna, ma che non sono pure invenzioni.


E il Pd?
Il
Pd, ogni volta, a caldo denuncia la gravità della cosa e il giorno dopo
già la tratta come normalità. E’ questa oscillazione che produce uno
spaesamento radicale in cui tutto è vero e nulla è vero. In cui è la
retorica del discorso politico a guidare la realtà modificandola
costantemente. Questo scarto tra parole e realtà è devastante.
Berlusconi alza il tiro, si direbbe consapevolmente, come parte di una
strategia retorica a favore della propria onnipotenza. Dimostra che ha
la possibilità di spararle sempre più grosse e di passarla sempre
liscia. Può farlo perché l’opposizione è debole ma anche perché è
ondivaga. Oggi lo critica e domani lo assume come un interlocutore
fondamentale per ridefinire le linee generali del comune assetto
democratico.

(leggi tutto)

Fonte: Il Manifesto

 


USA è sempre più Internet

 

Un sondaggio confermerebbe la crescita continua delle Rete

e delle ore
trascorse online dai navigatori.

Internet come crocevia per informarsi
e informare


 

USA, è sempre più Internet

di Giorgio Pontico

 

Roma – Gli statunitensi passano sempre più tempo online, a dimostrazione del ruolo sempre importante giocato dalla Rete nella vita pubblica e privata del cittadino. Uno studio condotto da Harris Interactive ha infatti stabilito che si passa ormai una media di 13 ore a settimana girovagando nel mare magnum di Internet.

Il
sondaggio è stato effettuato tra luglio e ottobre coinvolgendo 2029
persone adulte. I più avidi consumatori di Web sarebbero quei netizen
compresi nella fascia di età tra 30 e 39 anni, con 18 ore settimanali:
sarebbero quindi la punta di diamante del folto gruppo di 184 milioni di utenti statunitensi, ovvero l’ottanta per cento dell’intera popolazione USA.

Tuttavia
il popolo della Rete statunitense non sarebbe composto solamente da
trentenni: oltre ai giovani (25-29) anche gli ultraquarantenni,
entrambi con 17 ore a settimana, contribuiscono ad alzare la media
nazionale, che negli ultimi 10 anni è quasi raddoppiata passando dalle
7 ore del 1999 alle 13 attuali. Tra il 2003 e il 2006 il "consumo" di
Internet ammontava a circa 8-9 ore a settimana, diventate poi 11 nel
2007. (leggi tutto)

 

Fonte: PuntoInformatico