Monthly Archives: Ottobre 2009

Israele operazione “piombo fuso”: L’ ONU la condanna per “crimini di guerra”

 

Gaza, l’Onu condanna i “crimini di guerra” di Israele

 

 

di Carlo M. Miele

 
“Gravi
violazioni del diritto internazionale”, “attacchi deliberatamente
sproporzionati e volti a punire, umiliare e terrorizzare la popolazione
civile”, “crimini di guerra e contro l’umanità”.

Sono alcune
delle espressioni usate dalla commissione di inchiesta dalle Nazioni
Unite per descrivere quanto avvenuto nel corso della cosiddetta
operazione “Piombo fuso”, l’offensiva militare condotta da Tel Aviv nel
gennaio scorso.

L’indagine – durata cinque mesi e presentata
ieri a New York dal presidente della commissione, il magistrato
sudafricano Richard Goldstone – mette sul banco degli imputati Israele,
responsabile di avere preso di mira “l’intero popolo di Gaza”.

Accuse
anche per i miliziani palestinesi, che nel lanciare razzi contro lo
Strato ebraico “non hanno fatto distinzioni fra gli obiettivi militari
e la popolazione civile”.


Crimini “provati”

Stando
al rapporto, nelle tre settimane di offensiva a Gaza (dal 27 dicembre
2008 al 18 gennaio 2009) Israele ha fatto deliberatamente "un uso della
forza sproporzionato".

La commissione Onu afferma di aver
trovato delle prove che "indicano che Israele durante il conflitto a
Gaza ha commesso gravi violazioni del diritto internazionale e della
legislazione sui diritti umani".

Le operazioni militari
israeliane, costate la vita a oltre 1400 palestinesi, "sono state
pianificate con attenzione in tutte le loro fasi come attacchi
deliberatamente sproporzionati e volti a punire, umiliare e
terrorizzare la popolazione civile".

Di fatto Tel Aviv ha
"commesso azioni equivalenti a crimini di guerra e – talvolta – a
crimini contro l’umanità", che hanno preso di mira “l’intero popolo di
Gaza”.

Nel documento Onu non manca una condanna per il lancio di razzi in territorio israeliano da parte dei militanti palestinesi.

Il
rapporto spiega che “lanciando missili e sparando colpi di mortaio sul
sud di Israele, i gruppi armati palestinesi non hanno fatto distinzioni
fra gli obiettivi militari e la popolazione civile” e “senza un
obiettivo militare, essi costituiscono un deliberato attacco contro la
popolazione civile”.
(leggi tutto)

 
 


 


Piazza Tienamen: pubblicate foto inedite

Una delle Madri di piazza Tienamen, Zhang Xianling, alla notizia della pubblicazione di foto inedite del massacro (15 aprile-4 giugno 1989) ha affermato che si tratta di un "fatto positivo". E’ un mezzo per non dimenticare  le vittime che hanno lottato per la libertà e per i diritti umani e che la lotta ancora oggi non è finita.

Di seguito riporto alcune foto, le altre le troverete alla pagina: www.64memo.com

 

 

 

 

Fonte: 64memo.com

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Approfondimento:

Protesta di Piazza Tian’anmen


NoPonte: I soldi del Ponte per la sicurezza del territorio

 

 

 

 

Ponte sullo Stretto subito, dice Berlusconi. Ma perché non utilizzare
il miliardo e trecento milioni di euro attribuito dallo Stato alla
“Stretto di Messina” per mettere in sicurezza il territorio dell’area
dello Stretto?
 

Nella piattaforma della manifestazione contro il Ponte sullo
Stretto dell’otto agosto avevamo messo al primo punto la richiesta di
utilizzare le risorse economiche destinate alla grande infrastruttura

per la messa in sicurezza sismica ed idrogeologica del territorio. Dopo
la tragedia del primo di ottobre, la richiesta è diventata addirittura
ovvia da parte di larga parte dei cittadini.

E’ per questo che dal momento del disastro stiamo assistendo a
continui pronunciamenti finalizzati a giustificare l’impiego di soldi
pubblici per il Ponte anche in presenza di evidenti altre priorità
.
I sostenitori del Ponte (ministro Matteoli in testa) sostengono che il
Ponte lo si costruirà con i soldi dei privati e, quindi, non è
possibile utilizzare quelle risorse per la tutela del territorio. «A
dicembre e gennaio – ha confermato Berlusconi- cominceremo la
realizzazione di un’altra infrastruttura fondamentale…il Ponte sullo
Stretto…».

I cantieri che dicono di voler avviare riguardano le opere
collaterali e compensative. Per queste il Cipe ha previsto l’utilizzo
di 1,3 miliardi di euro che dovranno essere stanziati,
a detta del
ministro stesso, di finanziaria in finanziaria. Questi sono soldi
pubblici e non si capisce per quale motivo non potrebbero essere
utilizzati per una grande opera davvero utile per l’area dello Stretto
come la messa in sicurezza del territorio e degli abitanti. Se una casa
non ha servizi e non ha il tetto, si pensa per prima cosa a comprare un
bel biliardo o forse sarebbe meglio pensare ai servizi ed al tetto?

Si tratta solo di una scelta politica. Il ministro ha anche detto
che se le opere propedeutiche al Ponte previste, se fossero state già
realizzate, avrebbero mitigato i danni subiti
a causa delle recenti
frane. Lo ha confermato anche il sottosegretario Urso, che ha
addirittura dichiarato che il Ponte sullo Stretto è importante anche
per la sicurezza del territorio. E per quale motivo nuove strade, nuovi
viadotti, chilometri e chilometri di gallerie in pieno centro
cittadino, una nuova stazione ferroviaria in una delle zone più
abitate, enormi quantità di materiali di scavo da collocare in
discariche dovrebbero ridurre e non aggravare il rischio idrogeologico?
Ma sui soldi dei privati il ministro farebbe bene ad essere più chiaro.

Dovrebbe dire, piuttosto, che sarebbero le banche a raccogliere
il capitale da investire. Ma visto che il Ponte non sarebbe
profittevole, perché anche gli scenari più pessimistici
proposti
dagli advisor sarebbero oggi paradiso (e, infatti, i transiti nello
Stretto sono in calo) chi pagherebbe il crack finanziario? Sarà lo
Stato, cioè i contribuenti, a pagare (come sempre) o saranno i
risparmiatori che avranno acquistato titoli collegati al Ponte che
resteranno col cerino in mano?

 

Fonte: terrelibere.org