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La vittoria

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mare-in-tempesta

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L’esperienza da te vissuta è stata probabilmente come attraversare a nuoto l’oceano in tempesta. Solo una forza sovrumana e il desiderio di sopravvivenza può averti spinto ad andare avanti ed esausta continuare a nuotare con la speranza di scorgere l’amata terra ferma.

Poi l’amore racchiuso dentro te ha fatto il miracolo. Ci hai creduto! Ed ecco, allora, che lo sguardo spinto all’infinito riesce a scorgere, prima il gabbiano e poi la terra.

Stremata, con le utime bracciate, oggi hai raggiunto la riva, con la mano stanca accarezzi la sabbia ti volti verso il mare furioso e lanci un urlo di gioia. Un urlo per la vittoria della vita sulla morte.

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maribù duniverse

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ABBIAMO VINTO

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13/06/2011

Affluenza al 57%. I SI oltre il 95%.  Solo poche settimane fa, nessuno avrebbe immaginato un trionfo simile. E invece l’allarme globale dell’apocalisse di Fukushima, il radicamento capillare dei comitati per l’acqua e il vento di cambiamento che ha spazzato via l’egemonia berlusconian-leghista alle ultime amministrative, hanno spinto i quattro quesiti referendari oltre la ghigliottina del quorum.

Adesso è tempo di respirare a pieni polmoni e festeggiare, in compagnia dei tanti e tante che hanno lavorato per questo risultato. Da domani possiamo cominciare a ragionare e agire in un paese diverso da quello degli ultimi anni, un paese che ha scelto – su temi concreti e con strumenti inusuali di comunicazione e relazione – un’altra strada rispetto a tutte quelle percorse dai governi della cosiddetta Seconda Repubblica.

Uno che conosce bene le vicende del premier, Giuliano Ferrara, ha scritto parlato indirettamente della fine di un regime. E ha tirato fuori la fine del fascismo e rievocato l’amnistia di Togliatti ai fascisti all’indomani del crollo del regime per chiedere clemenza. Bisogna stare attenti ai colpi di coda, non abbassare la guardia e andare al cuore delle questioni. Forse la decadenza fisica e politica di Berlusconi seguirà un decorso lento e insopportabile. Forse proveranno a immolare il Capo per illuderci che qualcosa stia cambiando. Avevamo scritto che questi referendum, paradossalmente, servivano per costruire un altro paese e anche scacciare via la sindrome da populismo che rischia di assillare anche l’opposizione al berlusconismo. Non c’è dubbio che questo risultato indichi alle opposizioni una strada chiara e inequivocabile che passa per la costruzione di un’alternativa e non per la riproposizione delle ricette lacrime e sangue di Tremonti e Bonanni magari solo in veste più civile. (leggi tutto)

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Fonte: CARTA.org

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