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USA: 5 anni a Barrett Brown. Colpito il giornalismo libero ed indipendente

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Barrett Brown

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Barrett Brown condannato a 5 anni con l’accusa di essere il portavoce di Anonymous

Barrett Brown è un giornalista indipendente americano (ha lavorato, tra gli altri, per Huffington Post e Guardian) che dal settembre 2012 si trova in carcere – senza processo – con l’accusa di essere il portavoce del movimento di hacktivisti Anonymous.
Il suo arresto, avvenuto in diretta streaming mentre parlava via chat con la fidanzata, era avvenuto sulla base di numerose accuse che, globalmente avrebbero potuto condannarlo a più di cento anni di reclusione. Il capo di imputazione più grave riguardava la pubblicazione di un link su una chat pubblica (preso a sua volta da una chat privata) in cui  si rimandava a un sito contenente informazioni riservate (tra cui mail private e dati bancari), precedentemente rubate da alcuni hacker all’agenzia di sicurezza Stratfor Global Intelligence.

Sebbene l’hackeraggio sia dunque da attribuire, verosimilmente, ad Anonymous e Barrett Brown non abbia mai preso parte alle azioni del gruppo, nel pomeriggio di ieri il giornalista è stato condannato a 63 mesi di carcere (5 anni) e al pagamento di una sanzione pecuniaria da 890mila dollari. Le accuse (dopo che nel 2013 Brown aveva patteggiato per il ritiro di alcuni capi d’imputazione) sono di avere favorito l’attività degli hacktivisti, di minacce contro un agente federale – tramite un video su youtube – e di aver ostacolato una perquisizione in casa sua (fu in realtà la madre di Barrett a nascondere i suoi notebook in cucina, per essere poi condannata, a sua volta, a sei mesi di libertà vigilata).

Il commento, sarcastico, di Barrett alla notizia della condanna è stato: Il governo degli Stati Uniti ha deciso oggi che, avendo io fatto un buon lavoro indagando il complesso cyber-industriale, ha ora intenzione di mandarmi a studiare quello carcerario-industriale […] Voglio ringraziare il Dipartimento di Giustizia per aver impiegato così tanto tempo ed energia per indagare sul mio conto”.

Probabilmente, e ce lo auguriamo tutti, tra un anno Barrett Brown potrà beneficiare della libertà vigilata; nel frattempo non resta che riflettere, ancora una volta, su una condanna esemplare che è volta a colpire nel vivo una delle forme di azione più temute dai governi mondiali. Vale la pena ricordare, infatti, che la sentenza di ieri è avvenuta in Texas, USA, non in Iran o a Cuba, o in un paese dove è facile, per i media occidentali, puntare il dito contro una presunta mancanza di “giornalismo libero e indipendente”.
Per quanto ci riguarda, ovviamente, l’informazione ha un valore concreto quando è di parte e diviene in grado di inceppare gli ingranaggi della vulgata a senso unico del potere, e non ci stancheremo mai di supportare Anonymous e Wikileaks per i grandi sforzi compiuti in questo senso.

Ci sembra comunque ipocrita che, a distanza di pochi giorni dalla più imponente alzata di scudi a difesa della libera stampa e del dissenso, gli organismi di informazione mainstream non facciano sentire neanche il più flebile sussulto di indignazione di fronte alla condanna di un giornalista (o alla reclusione “obbligata” di Assange, all’incarcerazione di Jeremy Hammond, di Edward Snowden…la lista è lunga!).

Con il sorriso sulle labbra, infine, ci viene da dire: come si racconta, in questi casi, la storia della libertà d’espressione?


#FreeBarrettBrown

https://freebarrettbrown.org/

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Fonte: InfoAut

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USA: no al nuovo programma di promozione del consumo di carne bovina

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carne

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01/01/2015

Il programma per pubblicizzare la carne di manzo con fondi pubblici e’ stato annullato.

Recentemente il Dottor Neal D. Barnard, ricercatore impegnato nel campo della medicina preventiva negli Stati Uniti d’America e fondatore del Physicians Committee for Responsible Medicine (PCRM), organizzazione senza fini di lucro che raccoglie medici, scienziati e semplici cittadini con lo scopo di promuovere una migliore salute pubblica, si è fermamente opposto al nuovo programma di promozione del consumo di carne bovina lanciato dal Dipartimento dell’Agricoltura statunitense.

Il programma avrebbe richiesto l’investimento di 80 milioni di dollari. Grazie alla mobilitazione del Dottor Barnard sono state inviate più di mille dichiarazioni di opposizione a tale programma da parte dei membri del PCRM e questo ha fatto ritirare il programma previsto, decretando una vittoria per la prevenzione delle più diffuse malattie croniche dovute all’assunzione di carne.

La vendita e la produzione di carne rossa sono diminuite in questi ultimi anni perché i consumatori sono diventati sempre più consapevoli del legame tra il consumo di carne e le malattie croniche. In termini di salute pubblica, questo è un successo. I medici, i ricercatori e le organizzazioni mediche affermano chiaramente che le conseguenze del consumo di carne sono le malattie croniche e la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha ribadito più volte la correlazione tra il consumo di carne e le patologie del colon-retto e della prostata.

L’American Heart Association ha pubblicato alcuni risultati nei quali si afferma che le donne che avevano consumato con regolarità due porzioni al giorno di carne rossa avevano un rischio del 30 per cento più elevato di sviluppare malattie coronariche. I ricercatori PCRM hanno scoperto che mangiare carne è un fattore di rischio per il diabete.

L’American Institute for Cancer Research consiglia di ridurre e rimuovere la carne rossa e i suoi sottoprodotti, come raccomanda anche l’American Cancer Society. Anche i funzionari del governo del Regno Unito sono stati chiari nelle loro raccomandazioni ai cittadini britannici al fine di ridurre il consumo di carne rossa.

Ciò nonostante il Dipartimento dell’Agricoltura statunitense ha assunto una posizione ambigua quando ha parlato di carne rossa nel 2010, nelle linee guida per una dieta ottimale; ha infatti raccomandato di ridurre i grassi trascurando di precisare che una bistecca di manzo sovraccarica le arterie con il 155% della razione giornaliera massima di grassi saturi e il 152% del colesterolo massimo giornaliero.

L’industria della carne è ovviamente preoccupata per i profitti in calo e per questo ha chiesto al governo di creare un programma di promozione del consumo della carne di manzo.

Proprio per questi motivi strettamente economici, il Dipartimento dell’Agricoltura statunitense aveva proposto un programma per stanziare fondi per la promozione e la commercializzazione delle carni bovine nel 2015. E dal momento che lo stesso Dipartimento rilascia anche raccomandazioni dietetiche nazionali, ne è scaturito un evidente conflitto di interessi .

Grazie all’intervento tempestivo del Dottor Neal D. Barnard, il programma di stanziamento fondi per la promozione del consumo della carne di manzo previsto per il prossimo anno è stato abbandonato!

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Fonte: Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana

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Cuba – USA: discorso integrale del presidente Raul Castro

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Discorso integro del presidente Raul Castro sulle relazioni di Cuba con gli USA

Cubadebate trasmette il testo integro del discorso del presidente cubano, Raul Castro, su importanti temi relativi alle relazioni Cuba-Stati Uniti:

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Compatrioti:

Dalla mia elezione come Presidente del Consiglio di Stato e dei Ministri, ho reiterato in occasioni multiple, la nostra disposizione per sostenere col governo degli Stati Uniti un dialogo rispettoso, basato sull’uguaglianza sovrana, per trattare i più diversi temi in forma reciproca, senza diminuzione dell’indipendenza nazionale e dell’autodeterminazione del nostro popolo.

Questa è una posizione che è stata esposta al Governo degli Stati Uniti, in forma pubblica e privata, dal compagno Fidel in differenti momenti della nostra lunga lotta, col progetto di discutere e risolvere le differenze mediante negoziazioni, senza rinunciare a uno solo dei nostri principi.

L’eroico popolo cubano ha dimostrato, di fronte a grandi pericoli, aggressioni, contrarietà e sacrifici, che è e sarà fedele ai suoi ideali di indipendenza e giustizia sociale. Strettamente uniti in questi 56 anni di Rivoluzione, abbiamo conservato una lealtà profonda con quelli che sono caduti difendendo quei principi dall’inizio delle nostre guerre di indipendenza nel 1868.

Ora, portiamo avanti, a dispetto delle difficoltà, l’aggiornamento del nostro modello economico per costruire un socialismo prospero e sostenibile.

Risultato di un dialogo al più alto livello che ha incluso una conversazione telefonica che ho sostenuto ieri col Presidente Barack Obama, abbiamo potuto avanzare nella soluzione di alcuni temi di interesse per entrambe le nazioni.

Come ha promesso Fidel, in giugno del 2001, quando disse: ‘Volveran!’, sono arrivati oggi alla nostra Patria, Gerardo, Ramon ed Antonio.

L’enorme allegria dei loro parenti e di tutto il nostro popolo che si è mobilitato infaticabilmente con questo obiettivo, si estende alle centinaia di comitati e gruppi di solidarietà; i governi, parlamenti, organizzazioni, istituzioni e personalità che hanno reclamato durante questi 16 anni ed hanno fatto sforzi coraggiosi per la loro liberazione. A tutti loro esprimiamo la più profonda gratitudine ed i nostri ringraziamenti.

Questa decisione del Presidente Obama merita il rispetto ed il riconoscimento del nostro popolo.

Voglio ringraziare e riconoscere l’appoggio del Vaticano, e specialmente, del Papa Francesco, per il miglioramento delle relazioni tra Cuba e Stati Uniti. Ugualmente, del Governo del Canada per le agevolazioni create per la realizzazione del dialogo di alto livello tra i due paesi.

A sua volta, abbiamo deciso di scarcerare e mandare negli Stati Uniti una spia di origine cubana che stette al servizio di questa nazione.

D’altra parte, basato su ragioni umanitarie, oggi è stato anche restituito al suo paese il cittadino nordamericano Alan Gross.

In maniera unilaterale, come è la nostra pratica ed in attaccamento stretto al nostro ordinamento legale, hanno ricevuto benefici penali i reclusi corrispondenti, compresa la scarcerazione di persone su cui il Governo degli Stati Uniti aveva dimostrato interesse.

Ugualmente, abbiamo accordato il ristabilimento delle relazioni diplomatiche.

Questo non vuole dire che il fatto principale si sia risolto. Il bloqueo economico, commerciale e finanziario che provoca danni umani enormi ed economici al nostro paese deve cessare.

Benché le misure del bloqueo siano state convertite in legge, il Presidente degli Stati Uniti può modificare la loro applicazione utilizzando le sue facoltà esecutive.

Proponiamo al Governo degli Stati Uniti di adottare misure mutue per migliorare il clima bilaterale ed avanzare verso la normalizzazione dei vincoli tra i nostri paesi, basati nei principi del Diritto Internazionale e la Carta delle Nazioni Unite.

Cuba reitera la disposizione per sostenere la sua cooperazione negli organismi multilaterali, come l’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Riconoscendo che abbiamo profonde differenze, fondamentalmente in materia di sovranità nazionale, democrazia, diritti umani e politica estera, riaffermo la nostra volontà di dialogare su tutti questi temi.

Esorto il Governo degli Stati Uniti a rimuovere gli ostacoli che impediscono o restringono i vincoli tra i nostri paesi, le famiglie ed i cittadini di entrambi i paesi, in questione tutto ciò relativo ai viaggi, la posta diretta e le telecomunicazioni.

I progressi raggiunti negli scambi sostenuti dimostrano che è possibile trovare soluzione a molti problemi.

Come abbiamo ripetuto, dobbiamo imparare l’arte di convivere, in forma civilizzata, con le nostre differenze.

Su questi importanti temi torneremo a parlare più avanti.

Molte grazie”.

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traduzione di Ida Garberi

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Fonte: CubaDebate

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