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Inchiesta: i costi annui della Chiesa sono pari a € 6.522.007.437

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Inchiesta UAAR sui fondi pubblici e le esenzioni di cui gode la Chiesa cattolica

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L’Uaar parte dall’assunto che le religioni (tutte) dovrebbero essere sostenute da chi le professa. Ciò non accade, quantomeno in Italia, grazie a un numero considerevole di leggi e normative emanate in favore delle comunità di fede. Nessuno è al corrente dell’entità dei fondi pubblici e delle esenzioni di cui, annualmente, beneficia la religione che ne gode incomparabilmente più delle altre, la Chiesa cattolica nelle sue articolazioni (Santa Sede, Cei, ordini e movimenti religiosi, associazionismo, eccetera). Non la rendono nota né la Conferenza Episcopale Italiana, né lo Stato. È per questo motivo che l’Uaar ha deciso di dar vita alla piattaforma I costi della Chiesa: l’obiettivo è di presentare una stima di massima che sia la più attendibile e accurata possibile, citando estesamente le fonti e utilizzando metodologie trasparenti.

Il compito non è per nulla facile, perché la cifra reale e precisa è quasi sicuramente ignota sia allo Stato, sia alla Chiesa. Occorrerebbe infatti esaminare, delibera per delibera, capitolo di spesa per capitolo di spesa, il bilancio dello Stato e quelli di tutte le Regioni, le Province, i Comuni, gli enti pubblici, le società a partecipazione pubblica. Occorrerebbe inoltre disporre di tutti i bilanci delle diocesi, delle parrocchie, degli enti ecclesiastici, delle associazioni cattoliche. Un’impresa impossibile per chiunque.

Anche per l’Uaar, ovviamente. Anche perché non dispone certo di somme ragguardevoli da investire nell’inchiesta. Ciononostante, abbiamo ritenuto che fosse possibile, con ragionevole approssimazione, cercare di quantificare la cifra.

Altri ci hanno provato nel recente passato: Piergiorgio Odifreddi (Perché non possiamo essere cristiani, 2007) l’ha stimata in 9 miliardi di euro l’anno, Curzio Maltese (La questua, 2008) in 4,5 miliardi, l’Ares (La casta dei casti, 2008) in 20 miliardi. Da parte sua, il mondo cattolico fa quasi sempre riferimento alla replica al libro di Maltese, intitolata La vera questua, scritta dal giornalista di Avvenire Umberto Folena e liberamente scaricabile online, la quale non contiene però alcun totale.

A differenza dei precedenti sforzi, I costi della Chiesa rappresenta il tentativo da parte dell’Uaar di raggiungere lo stesso obbiettivo in modo approfondito, attendibile e dinamico. Perché di ogni singola voce presa in considerazione spieghiamo l’origine normativa, quali sono i dati a nostra disposizione e quali sono state le valutazioni che ci hanno spinto ad attribuire loro un certo valore. Tutto questo, essendo pubblicato anche su internet, è altresì a disposizione di chiunque, anche della stessa Conferenza Episcopale, voglia integrare i dati, criticarli o commentarli. I costi della Chiesa costituisce anzi uno stimolo per tutti a effettuare le proprie valutazioni e, di conseguenza, a disporre nel tempo di una piattaforma, e delle stime che contiene, sempre più affinate. Se poi la Chiesa e/o lo Stato presenteranno i propri conteggi saremo ancora più contenti: vorrà dire che l’iniziativa avviata dall’Uaar ha raggiunto il suo scopo, quello di discutere e confrontarsi sui costi pubblici della Chiesa cattolica.

Ricordiamo che il bilancio dell’UAAR è pubblicato online.

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Tabella riepilogativa dei singoli costi

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Fonte: icostidellachiesa.it

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Chiesta impiccagione per blogger atei bangladesi. L’UAAR scrive al governo italiano.

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Blogger atei bangladesi, l’Uaar scrive al governo

Presidente Monti,
quale ministro degli affari esteri ad interim ha senz’altro già avuto modo di essere aggiornato sulla situazione in Bangladesh.

All’arresto di diversi blogger atei ha fatto seguito un’imponente manifestazione islamista, a cui hanno partecipato alcune centinaia di migliaia di persone, che ha chiesto la loro impiccagione. Lo scorso febbraio un altro blogger, Ahmed Rajib, venne ucciso a colpi di machete.

Le vittime di tale furia sono giovani colpevoli soltanto di pensarla diversamente dalla maggioranza della popolazione, e di averlo scritto. Rischiano la morte dentro e fuori dal carcere.

Il suo governo è intervenuto diverse volte per denunciare le violazioni della libertà religiosa nei confronti dei fedeli cristiani, in diverse parti del mondo. Riteniamo sia suo dovere intervenire anche nei confronti dei non credenti, che non appartenendo ad alcuna comunità sono ancora più indifesi dei cristiani, e nei cui confronti si chiedono provvedimenti estremi.

È una situazione senza precedenti. È anche un test per valutare quanto le autorità politiche occidentali sono disposte a impegnarsi per difendere il bene più prezioso della nostra storia, i valori civili, laici, democratici e di libertà di espressione che innervano le nostre costituzioni. Atei e agnostici non attaccano chiese, moschee e sinagoghe, ma chiedono il fermo rispetto dei fondamentali diritti umani. Auspichiamo che anche il governo del nostro paese la pensi allo stesso modo.

Raffaele Carcano, segretario Uaar

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Fonte: UAAR (Unione degli Atei e Agnostici Razionalisti)

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Terremoto in Emilia: l’Uaar richiama Monti all’uso dell’Otto per Mille statale

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Si può fare. È già previsto che l’Otto per Mille a gestione statale possa essere speso per le calamità naturali, senza bisogno di passaggi parlamentari o di nuove tasse. Basta soltanto la volontà politica.

L’Uaar ritiene che il governo guidato da Mario Monti abbia dunque il dovere civico di impiegare l’Otto per Mille statale per sostenere le popolazioni dell’Emilia Romagna colpite dal terremoto. Non solo, ritiene che assieme agli enti locali direttamente coinvolti debba avviare al più presto una campagna di sensibilizzazione verso i contribuenti alle prese con la dichiarazione dei redditi, invitandoli a scegliere lo Stato come destinazione dell’Otto per Mille. Con la garanzia che sarà impiegato in questa iniziativa di solidarietà nazionale e di fronte a un così autorevole invito proveniente dall’alto, la solidarietà tra connazionali non mancherà di certo.

La ricetta è dunque semplicissima e l’associazione l’ha già suggerita in passato. Del resto, il nostro territorio così dissestato e la frequenza dei disastri naturali che lo colpiscono dovrebbero spingere chi ci amministra a concepire la tutela del territorio come una priorità.

Tutto ciò non accade e, anzi, preziosi miliardi di euro pubblici sono impiegati per scopi confessionali. L’Uaar ritiene pertanto opportuno invitare le amministrazioni del territorio colpito dal sisma a pensare innanzitutto alle esigenze più urgenti dei cittadini, evitando che anche in questo caso si dia la precedenza alla ricostruzione di edifici religiosi privati.

Documento sottoscritto dai circoli di Bologna e Modena e dal referente di Ferrara.

Comunicato stampa UAAR

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Fonte: Unione degli Atei e Agnostici Razionalisti

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