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Pericolo scampato. Il blog non è stampa clandestina!

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Cassazione: il blog non è stampa clandestina

di Claudio Tamburrino

La Corte di Cassazione ha emesso l’attesa sentenza sul caso che vedeva il blogger siciliano Carlo Ruta accusato di “stampa clandestina”: ha ribaltato le precedenti decisioni, e quantomeno rinviato la minaccia che sembrava incombere sulla Rete italiana.
I Giudici della III Sezione della Corte di Cassazione guidati da Saverio Felice Mannino hanno annullato senza rinvio le decisioni dei gradi precedenti “perché il fatto non sussiste”: i blog non sono un prodotto editoriale e dunque non sono stampa clandestina.
L’uomo, storico, giornalista e autore del blog “Accade in Sicilia”, era stato accusato dal procuratore della Repubblica di Ragusa Agostino Fera, che si era dichiarato anche parte lesa sentendosi danneggiato da certi interventi online di Ruta.Il reato di “stampa clandestina” è previsto dalla legge sulla stampa, legge n. 47 dell’8 febbraio 1948, ma era da trent’anni che non portava ad una condanna: nonostante questo il primo (risalente al 2008) e secondo grado di giudizio avevano finora ritenuto colpevole Carlo Ruta, che era stato condannato a pagare un’ammenda di 150 euro e a subire il sequestro del suo blog, chiuso nel 2004.
La sua colpa sembrava in particolare legata alla pubblicazione sul sito www.accadeinsicilia.net (che risulta ancora offline) di documenti relativi all’assassinio del giornalista Giovanni Spampinato, ucciso a Ragusa nel 1972 a soli 22 anni.
Secondo la precedente sentenza di appello il blog di Ruta sarebbe stato da equiparare ad un tradizionale quotidiano cartaceo e dunque il titolare avrebbe dovuto registrarlo presso il Tribunale competente.
La difesa, d’altra parte, aveva cercato di far notare come il sito non fosse altro che uno strumento di documentazione, neanche aggiornato regolarmente e quindi non paragonabile ad un giornale vero e proprio.
A favore di Ruta si erano dunque sempre schierati osservatori e attenzione mediatica, preoccupati delle implicazioni di una sentenza del genere rispetto ad una realtà fatta di blog e altre diverse forme di comunicazione online: d’altra parte al momento sono impegnati a difendersi dalla medesima accusa altre realtà, come la WebTV PNBOX.
Durante l’arringa difensiva, peraltro, l’avvocato del blogger ha detto, riferisce Fulvio Sarzana, di “aver ricevuto comunicazione dal relatore della norma sull’editoria del 2011, l’On. Giuseppe Giulietti, il quale avrebbe confermato che i blog non rientrano, né intendevano essere inclusi, nella nozione di prodotto editoriale e che ciò risulta evidente dalla lettura della relazione preparatoria a tale legge”.

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Fonte:  Punto Informatico

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Il blog “Accadeinsicilia” condannato per stampa clandestina

“Accade in Sicilia” dovrebbe essere equiparato ad un tradizionale giornale cartaceo. Il giornalista siciliano avrebbe dovuto registrarlo in Tribunale. Ammenda di 150 euro

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Carlo Ruta, il blog è stampa clandestina anche in appello

C’è chi ha subito sottolineato come siano passati ormai trent’anni dall’ultima condanna di questo tipo, basata sul reato di stampa clandestina previsto dall’art. 16 della legge n. 47 dell’8 febbraio 1948 (meglio nota come legge sulla stampa). Il giornalista siciliano Carlo Ruta è stato ora di nuovo condannato dalla prima sezione penale della Corte d’Appello di Catania.

Lo storico e saggista di Ragusa dovrà pagare un’ammenda di 150 euro, dopo la sentenza in primo grado pronunciata nel 2008 dal Tribunale di Modica. L’allora procuratore della Repubblica di Ragusa Agostino Fera aveva denunciato le attività del blog Accadeinsicilia, gestito dallo stesso Ruta per affrontare delicate vicende di politica e corruzione mafiosa. Fera si era dichiarato parte lesa, sentendosi danneggiato da certi interventi online.

Il giudice d’appello ha ora sottolineato – si è avuta recentemente notizia di una decisione risalente allo scorso 2 maggio – come il blog di Ruta debba essere equiparato ad un tradizionale quotidiano cartaceo. Lo stesso Ruta avrebbe dovuto registrare il suo blog presso il Tribunale competente. Da qui il reato di clandestinità, che a questo punto potrebbe valere per migliaia di altri blog legati all’informazione e all’attualità. (leggi tutto)

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Fonte: PuntoInformatico

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