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Sei soluzioni tecniche per proteggere la libertà d’espressione nei regimi autoritari

Introduzione

Internet è ormai uno dei mezzi più potenti mai creati per dar voce ai popoli oppressi di tutto il mondo. Purtroppo, le nuove tecnologie hanno anche fornito ai regimi autoritari nuovi strumenti per identificare chi alza la voce contro la censura e la sorveglianza e per compiere rappresaglie contro gli oppositori. Quelli che seguono sono sei consigli fondamentali per chi sta cercando di far sentire la propria voce e non vuole essere vittima della sorveglianza e della censura di uno stato autoritario, oltre a quattro proposte per chi vuole aiutare i cittadini colpiti dalla repressione.

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I. Idee per attivisti e per cittadini di regimi autoritari

1. Imparate a valutare il rischio

Il primo passo da compiere per cercare di difendersi dalla sorveglianza digitale e dalla censura è comprendere il concetto di valutazione del rischio. La valutazione del rischio serve a stabilire quali siano i pericoli da affrontare, quanto siano seri e probabili questi rischi e a quali tecniche di difesa sia meglio dare priorità.
Lungi dall’essere garantita da lucchetti e antivirus particolarmente potenti, la sicurezza consiste in una serie di compromessi da trovare per gestire il rischio, come del resto facciamo continuamente nel corso della nostra vita quotidiana. Quando decidiamo di attraversare la strada senza passare sulle strisce, abbiamo fatto un compromesso: soppesando il rischio di essere investiti e la fatica di arrivare fino in fondo alla strada, valutiamo il pericolo osservando la strada per vedere se arrivano macchine. Il bene da proteggere in questo caso è la nostra salute fisica, ma in tutti i casi per ottenere il risultato che desideriamo dobbiamo chiederci quanto sia elevato il rischio di perdere il bene prezioso che si vuole proteggere. Per sapere di più sulla valutazione del rischio, potete consultare questo manuale dell’EFF (in inglese).

2. Attenzione al malware

“Malware” è un termine generico che fa riferimento a virus, worm, trojan, keystroke logger, spyware, rootkit e qualunque altro software che induca un computer a spiare le vostre attività contro i vostri interessi.
Se un governo è riuscito a installare un malware sul computer che usate, tutto il resto non conta: i vostri file e le vostre comunicazioni sono sotto sorveglianza.
Se usate un computer vostro, assicuratevi di installare gli aggiornamenti di sicurezza e di usare un antivirus e un software antirootkit. Tenete conto, comunque, che queste misure garantiscono una protezione limitata. Per un approfondimento su come usare gli antivirus e i firewall, consultate questa guida (in inglese).

È importante considerare che se usate un computer utilizzato da più persone, ad esempio in un Internet cafè o in una biblioteca pubblica, il rischio di essere sorvegliati da un malware è maggiore. Se proprio dovete usare un computer pubblico per trasmettere comunicazioni delicate, sarà meglio utilizzare una chiavetta USB o un CD bootabili (come Incognito) per limitare gli effetti del malware.
Potete usare una USB o un CD bootabili anche per le attività più delicate che svolgete sul vostro computer personale.

3. Scegliete i canali di comunicazione meno rischiosi (leggi tutto)



Egitto, la caduta di Internet

Il governo egiziano sarebbe riuscito nel tentativo di spegnere Internet. Hillary Clinton chiede il ripristino della libera circolazione delle informazioni. E Anonymous annuncia un atto di sabotaggio online.

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di Cristina Sciannamblo

Roma – Secondo la stampa internazionale, l’Egitto è apparentemente riuscito a staccare completamente la spina alla Rete per tentare di reprimere il dissenso.

L’interruzione totale del servizio, durata mezz’ora, è un evento che, secondo gli esperti potrebbe accadere in un paese come l’Egitto ma non, ad esempio, negli Stati Uniti, grazie all’alto numero di fornitori di connettività e per la varie modalità di connessione disponibili oltroceano. “Non può accadere qui” spiega Jim Cowie, capo dell’ufficio tecnologie e cofondatore di Renesys, azienda che si occupa di sicurezza dei network con sede nel New Hampshire. Il blackout egiziano dimostra che un paese con un forte controllo sui provider può ordinare di staccare la spina improvvisamente, un evento che lo stesso Cowie definisce “quasi senza precedenti nella storia di Internet”.

Il grafico che disegna il traffico online del 27 gennaio da e per l’Egitto è senza dubbio impressionante: si osserva un calo repentino delle connessioni intorno alla mezzanotte locale. Il governo di Mubarak negherebbe l’interruzione delle comunicazioni che, notano alcuni, si sarebbe verificata subito prima della protesta allargata organizzata da più di trenta moschee e chiese. (leggi tutto)

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Fonte: PuntoInformatico

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The Social Network, una storia in blu

Il film di Fincher presentato in anteprima al Festival Internazionale del Film di Roma. Una storia di ingordigia, solitudine e ambizioni frustrate. Punto Informatico lo ha visto in anteprima.

Avviso ai lettori: Le informazioni contenute in questo articolo anticipano alcuni dei contenuti del film “The Social Network” prossimamente in uscita nei cinema.


di  Mauro Vecchio

Roma – “Io sono il CEO, stronzetto”. Così si legge su una serie di biglietti da visita giunti sulla scrivania di un ragazzo dai capelli ricci, il cui sguardo è da ore fermo sullo schermo di un computer. Nello stesso istante, da un insieme di apparecchi video viene annunciato un risultato cruciale: il social network Facebook ha ormai superato il milione di utenti iscritti. Gli occhi del ragazzo non sembrano così entusiasti, ora concentrati solo su quella scritta.

“Quelli del business ti diranno: buona idea, ragazzo, ora lascia fare a noi. Ma non questa volta. Questo è il nostro momento”. Così parla il co-founder di Napster Sean Parker al giovane studente di Harvard Mark Zuckerberg, convincendolo definitivamente a prendere le redini di un sito da 500 milioni di amici. Di una piattaforma che crescerà in maniera spropositata, arrivando a valere qualcosa come oltre 25 miliardi di dollari.

Almeno stando alle informazioni finali del film The Social Network, ultima fatica del regista di culto David Fincher, presentato in anteprima – e fuori concorso – al Festival Internazionale del Film di Roma. Una pellicola che, come già ampiamente anticipato dalle positive recensioni statunitensi, ripercorre le burrascose vicissitudini sorte in seguito alla gestazione di uno degli affari più fruttuosi della storia di Internet.

A partire da quel FaceMash.com, messo in piedi in una sola notte da uno studente chiuso in se stesso, incapace di comunicare al di là della sua ristretta cerchia di amici programmatori (almeno stando alla ricostruzione della pellicola). Mark Zuckerberg vive di sensazioni frustrate sul suo blog, dopo aver subito l’ennesima disfatta sentimentale. “Alla gente non piaci – gli rivela Erica all’inizio del film – e non perché sei nerd. Alla gente non piaci perché sei uno stronzo”.   (leggi tutto)

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The Social Network - Trailer ufficiale italiano

Fonte: PuntoInformatico

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Approfondimento:

Social Network (Rete Sociale)

Mark Zuckerberg

Facebook