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Francia (Rueil-Malmaison): straordinaria resistenza dei lavoratori della Goodyear

 

 

 

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Riunione del Comitato d’impresa della Goodyear: scontri tra operai e polizia

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Il 7 marzo a Rueil-Malmaison si è tenuto il Comitato centrale d’impresa per discutere il piano di chiusura dello stabilimento, che comporterà il licenziamento di 1173 operai e altre 500 persone circa in modo indiretto. Già nel lontano 2007, la Goodyear aveva intrapreso un piano di “ristrutturazione” dell’azienda, un piano che prevedeva il taglio drastico dei posti di lavoro e un incremento delle ore lavorative con il blocco dei salari; e già allora gli operai scesero in piazza per opporsi a questo tipico ricatto della fabbrica. Dopo cinque anni di lotta, o come sostiene l’impresa “cinque anni di negoziazioni sterili”, la direzione ha deciso di chiudere definitivamente lo stabilimento. Nonostante ciò, i lavoratori sono decisi a continuare la lotta per il proprio posto di lavoro, malgrado alcuni di loro lavorino solo più una o due ore al giorno.

Fuori dall’edificio, un ingente schieramento delle forze dell’ordine a presidiare la zona, una presenza vista come una mera provocazione dagli operai, i quali hanno deciso di non abbassare la testa davanti ai diktat dell’azienda. In seguito ai fronteggiamenti e a una prima carica, la polizia ha sparato lacrimogeni e ha usato spray irritanti con l’intento di disperdere i manifestanti; come risposta gli operai hanno iniziato a costruire barricate di pneumatici incendiati. Davanti a tanta determinazione, le forze dell’ordine sono arretrate dietro alle camionette, usate come scudo per proteggersi dalla rabbia degli operai, i quali non hanno esitato di fronte a quest’ostacolo e hanno cercato di rimuovere le protezioni dai blindati. La polizia, oltre al fitto lancio di lacrimogeni, ha dovuto richiedere l’intervento degli idranti per allontanare i manifestanti e per domare le fiamme delle barricate.

Dopo la discussione in sala, i legali dei salariati della fabbrica, hanno annunciato la volontà di presentare la prossima settimana una mozione in cui si discute la possibilità di trasformare la Goodyear in una società cooperativa a gestione partecipativa (Scop), dato che la multinazionale americana Titan International ha reputato sconveniente inglobare totalmente la Goodyear. L’alternativa della Scop potrà essere realizzata solo se tutti gli operai si metteranno in gioco, per ricostruire dal basso la propria fabbrica, evitando la chiusura e il conseguente licenziamento del personale.

In un momento in cui il governo francese non si fa scrupoli a sforbiciare in tutti i settori, ove ciò sia possibile (i casi delle acciaierie ArcelorMittal, della Peugeot, della compagnia aerea AirFrance) e a scaricare i costi della crisi sulle spalle della popolazione per obbedire agli imperativi della finanza, la straordinaria resistenza dei lavoratori della Goodyear è un esempio da replicare in tutte le fabbriche per non sottostare e subire i ricatti della crisi, ma al contrario trovare alternative dal basso tramite la collettività.

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Fonte: INFOaut

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Grecia: la fabbrica Vio.Me. parte con l’autogestione

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“Siamo coloro che impastano, eppure non abbiamo pane,
siamo coloro che scavano il carbone, eppure abbiamo freddo.
Siamo coloro che non hanno nulla, e stiamo venendo a prendere il mondo”
Tassos Livaditis (poeta greco, 1922-1988)

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Le macchine dell’autogestione sono state accese!

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Dopo tre giorni di intensa mobilitazione, la fabbrica della Vio.Me. ha iniziato la produzione sotto il controllo operaio! E’ il primo esperimento di autogestione industriale nella Grecia colpita dalla crisi, e i lavoratori della Vio.Me. sono convinti che questo sarà solo il primo di una serie di tentativi simili.
La mobilitazione è iniziata con una grande assemblea dei lavoratori, associazioni solidali e individui in un teatro centrale domenica sera. Qui si è discussa l’evoluzione del movimento di solidarietà, e ognuno ha avuto la possibilità di parlare al microfono e dire la sua rispetto alla lotta dei lavoratori.
Lunedì sera c’è stata una marcia nel centro della città seguita da un enorme concerto in sostegno alla lotta con diversi gruppi folk e famosi cantanti. Tra questi c’era anche Thanassis Papakonstantinou, uno dei più importanti cantautori greci contemporanei che fa “parte del movimento” con il suo appoggio, sia nelle parole che nei fatti, ad una costruzione di una società autorganizzata. La partecipazione ha superato le aspettative di chiunque. Purtroppo circa un migliaio di persone non sono riuscite a entrare, dato che lo stadio era pieno. Il momento migliore della serata è stato quando i lavoratori hanno preso il microfono e spiegato la loro visione di una società diversa, basata sulla giustizia sociale, la solidarietà e l’autorganizzazione. Cinquemila persone hanno applaudito, urlato e cantato canzoni di sostegno. E’ stato in quel momento che ci si è resi conto del fatto che questo lotta è sul punto di vincere!

La mobilitazione è proseguita questa mattina con una vivace marcia verso la fabbrica. Gli operai erano già al loro posto e la produzione è stata avviata in modo trionfante di fronte alle telecamere di media nazionali, internazionali e alternativi. I lavoratori hanno organizzato un tour attraverso la fabbrica spiegando i dettagli del processo produttivo ai giornalisti e ai partecipanti che si trovavano lì in sostegno al movimento. C’è ancora molta strada davanti: i costi della produzione sono alti, l’accesso al credito è impossibile ed entrare nel mercato in tempi di recessione è difficile. I lavoratori sono comunque ottimisti: i ricavati del concerto, le donazioni ricevute da gruppi solidali e da individui che sono state raccolte sul sito dovrebbero permettere alla fabbrica di rimanere a galla nei primi mesi. E il supporto dei movimenti sociali significa anche che molti dei prodotti verranno distribuiti attraverso la rete di economia sociale e solidale. I lavoratori della VIO.ME stanno già cercando di produrre nuovi prodotti puliti, basati su ingredienti non tossici ed ecologici, adatti per l’uso domestico. La fabbrica produce prodotti edili di qualità (malta, intonaco, pasta adesiva per piastrelle, materiali per saldatura, malta liquida…) e gli operai sanno bene come migliorare la qualità anche abbassando i costi di produzione e, quindi, i prezzi dei prodotti. La sfida è ora trovare un mercato per questi materiali, che purtroppo sono troppo voluminosi per essere trasportati lontano e andranno quindi venduti in Grecia o nei vicini Balcani. I 40 lavoratori della VIO.ME. E centinaia di partecipanti al movimento di solidarietà hanno vissuto per tre giorni un’esperienza indimenticabile, che comunque è solo l’inizio di un percorso lungo e difficile. Ora più che mai abbiamo bisogno di essere uniti e forti, determinati a costruire un nuovo mondo basato sulla solidarietà, la giustizia e l’autorganizzazione.

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La lotta per l’autogestione della Vio.Me.

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I lavoratori della Vio.Me, una fabbrica edile di Salonicco, in Grecia, abbandonata dai suoi proprietari, non vengono pagati da maggio 2011. Con una decisione presa nell’assemblea generale, gli operai hanno deciso di occupare la fabbrica e gestirla sotto il controllo democratico degli operai.
Dopo una lotta durata un anno che ha attirato l’attenzione e la solidarietà in Grecia e in tutto il mondo, i lavoratori hanno dato il via alla produzione il 12 febbraio 2013, dopo tre giorni di mobilitazione.

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Cosa puoi fare per sostenere la lotta?

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-Diffondi il messaggio! Inoltra queste informazioni ai tuoi amici, ai tuoi contatti e organizzazioni. La nostra arma contro la repressione è la connessione con la società! Il segreto del nostro successo sono i forti legami con la comunità.

-Contribuisci economicamente! Il costo della produzione è alto e i primi mesi saranno critici. I lavoratori hanno un solido business plan e sono molto ottimisti rispetto al successo di questa impresa, però ci vorrà del tempo per inserirsi nel mercato. Contribuiamo tutti affinchè questo possa accadere! Clicca sul pulsante “Donate”, qualsiasi cifra va bene!

-Organizzati nel tuoi luogo di lavoro, nel tuo quartiere, nella tua città! Promuovi una reale autogestione senza bisogno di intermediari, politici professionisti o burocrati! Costruisci cooperative e assemblee di quartiere, proteggi I beni collettive, promuovi una nuova socialità basata sulla vicinanza, il mutuo soccorso e la solidarietà!

-Inviaci ogni domanda o qualsiasi dichiarazione di solidarietà all’iniziativa di solidarietà aperta di Salonicco all’indirizzo protbiometal@gmail.com. I lavoratori saranno felici di sentire il calore della solidarietà dall’estero!

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Fonte:  Vio.Me

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Cina: bagliori nel buio

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OPERAI CINESI IN SCIOPERO

da China strikes

Gli operai dell’azienda elettrica eletrXinfei Electric Co. Ltd di Xinxiang nella provincia di Henan sono tornati a lavorare il 12 ottobre 2012 dopo quattro giorni di sciopero avendo ottenuto quello che chiedevano.
Lo sciopero era cominciato il 9 ottobre, inizialmente gli operai chiedevano solo aumenti salariali, poi con il rafforzarsi della lotta è stata presentata una lista di rivendicazioni in otto punti.
Nel pomeriggio del 12 ottobre i dirigenti della fabbrica durante una conferenza stampa dichiaravano di accettare tutte le richieste degli operai incluso un immediato aumento salariale del 30% .ed un ulteriore aumento del 15% da gennaio 2013.
La fabbrica impiega circa 20 mila operai,al secondo giorno erano 10 mila i dipendenti in sciopero.
In genere è molto difficile che le richieste degli operai vengano accettate integralmente e non solo in Cina, perciò gli operai della Xinfei sono euforici. Hanno ottenuto una riduzione del lavoro straordinario e un aumento delle ferie, inoltre è stata accettata la richiesta degli operai di rimuovere alcuni dirigenti.

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Questa è solo una vittoria preliminare per noi operai- ha dichiarato alla stampa un lavoratore- e anche se non abbiamo ottenuto un grosso risultato abbiamo mostrato la forza degli operai. Abbiamo vinto, abbiamo dimostrato che l’unità degli operai in lotta paga.

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Molte industrie manifatturiere hanno o stanno preparandosi a ricollocare i loro stabilimenti dalle regioni costiere della Cina a quelle interne (più povere) nel tentativo di ridurre i costi.
Lo sciopero della Xinfei e soprattutto le richieste di aumenti salariali, dimostra che gli operai delle province interne come quella di Henan non sono disposti ad accettare bassi salari e incentivi nonostante che il costo della vita nelle regioni interne sia generalmente più basso delle regioni costiere.

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Fonte: Operai Contro

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