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Greenpeace: liberiamo l’italiano Cristian e gli altri 29 attivisti. Firma anche tu!

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La mattina del 18 settembre due attivisti di Greenpeace vengono arrestati mentre protestano contro le trivellazioni petrolifere sulla Prirazlomnaya, una piattaforma di estrazione della Gazprom nel mare di Pechora, al largo delle coste russe.

Il giorno successivo la Guardia costiera russa abborda illegalmente la nave Arctic Sunrise di Greenpeace International, in acque internazionali, arrestando altri 28 attivisti. Martedì la nave arriva nel porto di Murmansk.

Mercoledì ha inizio il processo: immediata arriva la notizia della custodia cautelare di due mesi per 22 attivisti, in attesa di ulteriori indagini. Per gli altri 8 il verdetto viene formalizzato nel corso del weekend.

Chiediamo che tutti gli attivisti trattenuti vengano immediatamente rilasciati e che vengano interrotte le trivellazioni petrolifere nell’Artico. Siamo già in 660mila. Firma anche tu!

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Video

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Fonte: Greenpeace

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Campagna di Greenpeace per i tessuti: parte dall’Italia il “no” alle sostanze tossiche

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Moda e tessuti, Greenpeace: parte dall’Italia il “no” alle sostanze tossiche

L’azienda tessile comasca, Canepa Spa, produttrice di tessuti di pregio come la seta e il jacquard per le principali firme dell’alta moda e del prêt-à-porter italiane e del mondo, ha aderito alla campagna di Greenpeace, Detox, per l’eliminazione delle sostanze tossiche dal settore moda, diventando il primo produttore a livello mondiale a sottoscrivere pubblicamente il Detox Commitment.  «Siamo orgogliosi di essere la prima impresa tessile al mondo a sottoscrivere il Detox Commitment di Greenpeace –  ha dichiarato Elisabetta Canepa – Questo è il nostro contributo a una moda libera da sostanze tossiche che aiuterà i migliori brand dell’alta moda a produrre gli splendidi capi che sanno creare e che con i nostri tessuti avranno anche il pregio di non inquinare un bene prezioso come l’acqua».

Dopo l’impegno di Valentino Fashion Group,  prima azienda italiana del lusso ad aver accettato la sfida di “thefashionduel” di Greenpeace che chiede ai più importanti brand dell’alta moda di ripulire le proprie filiere da deforestazione e sostanze tossiche, ora l’iniziativa dell’azienda comasca, primo produttore al mondo a impegnarsi volontariamente nello sviluppo di alternative all’utilizzo delle sostanze chimiche pericolose. Canepa richiederà all’80 per cento dei propri fornitori di rivelare, da gennaio 2014, i quantitativi delle sostanze chimiche pericolose emesse, garantendo a coloro che vivono vicino alle fabbriche tessili il diritto a ricevere informazioni corrette sugli scarichi di sostanze pericolose nell’ambiente. Canepa, inoltre, ha incluso nell’impegno Detox l’eliminazione della metacrilammide, una sostanza che presenta elevati rischi di tossicità su cui l’azienda ha lavorato nei mesi precedenti all’impegno. Si tratta di una vittoria soprattutto delle comunità locali in tutto il mondo, colpite sempre più duramente dall’inquinamento delle proprie risorse idriche e che hanno il diritto di sapere cosa viene scaricato nell’ambiente in cui vivono.

«Dal lancio della nostra campagna Detox, i consumatori di tutto il mondo hanno fatto sentire la loro voce. A loro, per la prima volta nella storia della nostra campagna, si unisce un produttore –  ha dichiarato Chiara Campione, Project Leader di The Fashion Duel di Greenpeace -. Se un’azienda come Canepa, che lavora per tutti i più importanti marchi del lusso può impegnarsi così seriamente non hanno davvero più senso l’indecisione di Gucci e Armani, la lentezza di Versace, Ermenegildo Zegna e Ferragamo e la miope opposizione di Dolce e Gabbana, Prada, Chanel e Roberto Cavalli a ripulire le proprie filiere e i nostri vestiti dalle sostanze tossiche e dalla deforestazione» ha concluso Campione. Gucci, in realtà, continua a ribadire la collaborazione con Greenpeace e l’impegno per l’eliminazione delle sostanze tossiche chimiche pericolose nel settore moda.

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Fonte: greenreport.it

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Allarme OGM in Italia. Firma la Petizione!

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Scrivi al Ministro della Salute per fermare la contaminazione OGM

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Pochi giorni fa in Friuli è stato seminato mais OGM della Monsanto in due campi. L’autore di questo atto irresponsabile ora sta minacciando di ripetere l’operazione in altre Regioni. C’è solo un modo per fermarlo: chiedere al Ministro della Salute Lorenzin di adottare misure di emergenza in grado di vietare ogni forma di coltivazione di OGM a tutela degli ecosistemi e della nostra agricoltura.

Se lasciamo che altro mais OGM venga seminato e che le piante crescano, in poco tempo fioriranno e il loro polline si disseminerà sui campi vicini e su un’area ben più vasta, trasportato dal vento e dagli insetti. Stiamo rischiando una forte contaminazione OGM in Italia.

I Ministri dell’Agricoltura e dell’ Ambiente si sono già espressi a favore del blocco di queste coltivazioni. Cosa aspetta il Ministro della Salute?

Entra in azione. Manda subito un messaggio al Ministro Beatrice Lorenzin.

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FIRMA LA PETIZIONE!

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Fonte: Greenpeace

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