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Don Gallo, Papa Francesco e Moni Ovadia

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moni ovadia

…………………………………………..Foto tratta dall’Official Site di Moni Ovadia……………………

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Lettera al Papa su don Gallo

di Moni Ovadia

Scrivere una lettera al Papa, la guida religiosa dei cattolici di tutto il mondo, è di per sé un azzardo e lo è tanto di più se a scriverla è un non credente, per sopramercato nato e cresciuto nel contesto di un’altra fede. Come dovrei rivolgermi al Sommo Pontefice? Forse direttamente all’uomo Bergoglio che viene prima della sua carica e già dagli esordi della sua ascesa al soglio pontificio, ha mostrato di esprimersi con irrituale semplicità e di astenersi da ogni attitudine curiale?

Sarebbe certo il più modo più appropriato, ma mancherebbe di un’intenzione importante del senso della mia lettera perché è certamente all’uomo che voglio parlare, ma anche al Capo della Chiesa Cattolica. Per questo intesto così: «Caro Papa Bergoglio, mi chiamo Moni Ovadia, sono un ebreo agnostico di professione saltimbanco che pratica il suo mestiere contrabbandando la spiritualità dell’esilio ebraico, soprattutto nelle sue espressioni umoristiche e paradossali. Nella vita e sul palcoscenico, sono un “attivista” che, nei limiti delle sue capacità, ma con passione, si impegna a favore dei diritti degli ultimi e delle minoranze, della loro dignità, della giustizia sociale e della pace.

Talora mi capita anche di pubblicare le mie personali riflessioni su libri, articoli e altri scritti. Le scrivo per assolvere un dovere e un impegno cogenti. Alcune settimane fa, con decine di migliaia di persone in Italia e non solo, ho condiviso la perdita di un grande amico, un fratello, un Maestro. Si chiamava Andrea Gallo, Don Andrea Gallo, era un prete cattolico. Sì, un prete cattolico! Mai, neppure in una sola delle molteplici occasioni in cui ci siamo visti, ha omesso di dirmi che la Chiesa Cattolica era la sua Chiesa. Lei, sicuramente, ne ha sentito parlare. E’ stato uno degli uomini più amati di questo nostro travagliato Paese.

Perché dunque mi sono risolto a scriverLe in quello che sarebbe stato il giorno del suo ottantacinquesimo compleanno? Perché Don Gallo mi ha eletto come suo direttore spirituale e, nel corso di molte occasioni pubbliche, ha confermato questa elezione. Lei capirà, quando nel corso delle molte manifestazioni in cui abbiamo condiviso la nostra comune passione spirituale, politica e civile, Don Andrea ripeteva che il suo direttore spirituale era un ebreo agnostico, le persone presenti ridevano affettuosamente con allegria e tenerezza come si reagisce ad una battuta, ma la cosa era ed è seria.

Il Gallo sapeva che non poteva affidare in mani migliori il senso più profondo del suo magistero di uomo e di prete cattolico, non perché io sia così degno, tutt’altro, ma perché lui sapeva che io, pur con tutti i miei limiti e peccati, lo avrei custodito come il più prezioso dei lasciti. Caro Papa Bergoglio, io non Le scrivo per chiedere che Lei faccia aprire un fascicolo per la beatificazione di questo prete da marciapiede – come lui stesso si definiva – e non glielo chiedo perché, con tutto il dovuto rispetto, il Gallo per noi che lo abbiamo conosciuto, è già Santo. E chi se non un santo avrebbe potuto dare corpo vivo alla più dirompente delle Beatitudini di Gesù?

Nella Chiesa, nella comunità, nel cuore di Andrea, gli ultimi, i tossicodipendenti, le prostitute, i transgender, i ladri, i poveri, i disperati, erano i primi. Per me personalmente il Gallo era uno Tzàddik, il giusto sapiente delle comunità khassidiche. Noi ebrei attribuiamo la santità solo al Santo Benedetto. Comunque, Don Andrea, prete cattolico ed io, ebreo agnostico, eravamo uniti da una comune spiritualità.

Le religioni possono separare, la spiritualità unisce credenti, diversamente credenti e non credenti. Ecco, per questa ragione io mi permetto di rivolgerLe questa richiesta: Lei che ha mostrato particolare sensibilità per gli ultimi, per lo scandalo delle ingiustizie e delle disuguaglianze, Lei che ha avuto la forza di rubricare nella legislazione dello Stato Pontificio il ripugnante reato di tortura, di abolire la crudeltà dell’ergastolo, trovi il modo di dedicare un’omelia al prete cattolico Don Andrea Gallo, grande cristiano, partigiano, antifascista e uomo di pace. Il suo corpo non è più fra noi, ma il suo pensiero e la sua energia vivono e vivranno nelle nostre menti e nei nostri cuori e in quelli dei giusti di ogni tempo a venire. Di don Gallo, l’umanità ha bisogno».

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Fonte: Vauro Globalist

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Genova 18 luglio 2013: Don Gallo vivo e vegeto. Festa al Palacep

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Don Gallo

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VIVO E VEGETO
perché la sua scommessa continua…
Comunità San Benedetto al Porto

GIOVEDÌ 18 LUGLIO 2013 – ore 20.30

Palacep – Via della Benedicta 14 – Genova

(uscita autostradale Genova – Voltri)

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85° Anniversario della nascita di Don Andrea Gallo

“Saremo in tanti giovedì prossimo per “festeggiare” il primo compleanno senza Andrea, ma non saremo mai abbastanza per colmare il vuoto che ci ha lasciato dentro la sua perdita”, ricorda Megu Chionetti. “La serata vuole essere anche un modo per riportare l’attenzione sui detenuti nelle carceri italiane, ultimi tra gli ultimi, che tutti giorni vivono la difficoltà di accedere alle pene alternative” conclude il portavoce della Comunità. La serata è dedicata alla Gigi Ghirotti che “ha seguito Andrea con grande amore e dedizione nei giorni difficili della malattia”.

La serata sarà presentata da Carla Peirolero e Claudio Agostoni (Radio Popolare);

Interverranno : Claudio Burlando,  Marco Doria, Giuliano Pisapia, Maurizio Landini, Davide Lentini, Umberto La Rocca, Vladimir Luxuria, Loris Mazzetti, Antonio Padellaro,  Alba Parietti, Norma Rangeri, Giorgio Scaramuzzino e tanti altri ospiti.

Con il contributo artistico di Teresa De Sio

Ci saranno inoltre: Coro Daneo del Maestro Gianni Martini, Altera “mi hanno rubato il prete”, Vladimiro Zullo dei Trilli.

Disturberanno la serata i Soggetti Smarriti e Andrea di Marco con altri amici dello Zelig Club.

L’ingresso è a offerta libera a sostegno della Comunità San Benedetto al Porto

Alle ore 17.30 si terrà la Messa dei diritti
Chiesa di S. Siro, via S. Siro (zona centro storico Genova)

Presiede Don Luigi Ciotti
Concelebrano Don Luigi Traverso, Don Federico Rebora, Don Armando Zappolini, Don Gianni Grondona, Don Alessandro Santoro.

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Per informazioni
Comunità di San Benedetto al Porto || Domenico Chionetti 339 3641575
Ufficio Stampa || Ludovica Schiaroli 349 4558035

Per raggiungere il  Genova PalaCep di Prà – Centro Sportivo Pianacci , via della Benedicta 14

Uscita autostradale Genova Voltri. Superato il casello percorrere la discesa fino a raggiungere l’incrocio con l’Aurelia (semaforo via Prà). Girare a sinistra poi, dopo 10/15 metri, di nuovo a sinistra (Via Sorgenti Sulfuree, parallela all’autostrada) percorrere via Sorgenti Sulfuree e seguire (circa 2 km) i cartelli con le indicazioni “PALACEP”. L’ingresso, pedonale, è sul lato mare del parcheggio sottopasso di via della Benedicta. Un ampio parcheggio all’aperto e su tre piani (gratuito) è in via Novella, a circa 250 metri dal PalaCep.

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Fonte: ilfattoquotidiano.it

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