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Mi viene da piangere. Facciamolo insieme. Aiutiamoci ancora. Facciamoci compagnia. Sosteniamoci a vicenda. Le ruspe scavano a Casal di Principe. Vengono a galla i veleni che furono interrati.
“ Non c’è niente di nascosto che non debba essere svelato”.
Lo disse Gesù parlando dei peccati. Vale anche per la terra oggi. La nostra terra.Vomita. Si libera di un peso immenso. La cara terra. Nostra amica e madre. Ci lanciava segnali. E noi, ottusi, non volevamo capire. In quel luogo ci sonocinque pini secolari. Tre, un tantino più distanti, sono verdi come il mare. Due, invece, sul terreno scempiato sono seccati. Per sempre. Sembrano due scheletri in cerca di sepoltura. Come sentinelle avvertono il passante. Piangono i pini senza più vita. “ Pazzi…pazzi… pazzi…” ci dicono. “ Stolti… stolti… stolti…” ripetono singhiozzando. La tristezza mi invade il cuore. Come quando riesumammo la mia mamma. Lo stesso dolore. Lo stesso nodo alla gola. Le stesse domande. La stessa voglia di scappare. Un peso sul cuore. Un solo desiderio. Allora come oggi. Essere uomo. Costi quel che costi. Non galantuomo. Uomo. Uomo senza titoli. Senza aggettivi. Uomo. Guardo le ruspe in azione. Le persone con le tute bianche. Gli automobilisti stupiti. I carabinieri. La polizia. I giornalisti. I volontari. I vigili del fuoco. I passanti. Rivedo i nostri antenati. Sono rossi di vergogna. Con le mani si coprono il volto. “ Perché lo avete fatto? Perché avete ucciso vostra madre? Da questa terra siete nati voi. Ingrati. Figli indegni…”. Sono stanco. Vado via. Ho bisogno di stare solo. Solo con me stesso. Solo con il mio mistero. Solo con il mio Dio. Domani si riparte. Padre MaurizioPATRICIELLO
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Fonte: Maurizio Patriciello
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