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Attaccato il seggio milanese dal gruppo Femen al grido “Basta Berlusconi!”

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femen e berlusconi

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Poche ore fa tre attiviste del gruppo Femen hanno attaccato il seggio milanese in cui si era recato a votare Berlusconi. Le sexestremiste si sono rivolte a quel disgustoso personaggio della nostra corrotta politica al grido “BASTA BERLUSCONI”!

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Italiani, Femen vi chiede di non piegarvi di nuovo alla mafia e alla violenza sessuale di Berlusconi: uccidete con noi questa politica volgare e degradante! Non votate per qualcuno che merita solo la galera!.

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Le attiviste sono al momento detenute dalla polizia e non si hanno notizie certe sulla loro posizione.

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Fonte:  Femen – Italian Official Fanpage

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Servizio Pubblico – Berlusconi: fact checking, la verifica dei fatti!

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Fact checking, cosa ha detto di vero Berlusconi a Servizio Pubblico

La telefonata con Erdogan era vera, ma nel 2009 e nel 2011 non regnava il benessere. La sparata più grossa? Quella su Travaglio-Montanelli. Un’analisi delle frasi dell’ex premier, ospite ieri da Santoro

di Martina Pennisi

Si incontrano, scontrano, colpiscono, telefonano e girano intorno da più di dieci anni. Ieri il match più atteso: la puntata di Servizio Pubblico con ospite, unico, Silvio Berlusconi. All’angolo del ring di Michele Santoro il fido Marco Travaglio, Giulia Innocenzi e Luisella Costamagna. Sugli spalti 8.670.000 spettatori, il 33,58% degli italiani con il telecomando in mano. Un risultato pazzesco per La7, emittente che supera raramente il milione di seguaci in prima serata. Sui social network la puntata ha tenuto banco per l’intera serata, con gli hashtag #serviziopubblico, #berlusconi e #travaglio che figurano tutt’ora fra i più gettonati.

Archiviati i dubbi su chi abbia avuto la meglio, praticamente unanime la convinzione che Berlusconi non si sia fatto mettere in difficoltà dai suoi avversari (mediatici), la lente di ingrandimento della Rete è orientata sulle singole dichiarazioni snocciolate ieri sera. Il termine tecnico è fact checking: la verifica dei fatti attraverso la raccolta e il confronto delle fonti che può essere effettuata da giornalisti esperti dei settori in esame o nascere dalla collaborazione fra internauti, la piattaforma della Fondazione Ahref è un esempio degli strumenti a disposizione. Ecco un’analisi delle dichiarazioni di Berlusconi.

Nel 2009 la Borsa andava bene, i ristoranti erano pieni ed era impossibile prenotare un aereo“. FALSO
I grafici relativi alla Borsa di Milano mostrano chiaramente come durante il 2009 si sia scesi negli inferi e i dati Eurostat mostrano un calo del Pil del 5,5%. Il 6 dicembre 2009 la Fipe-Confcommercio archiviava i 12 mesi in via di conclusione come annus horribilis per i pubblici esercizi con il numero di imprese cessate superiore a quello delle iscritte. E ancora, secondo i dati annuali della Borsa internazionale del Turismo, il 2009 è stato un anno di timida ripresa low cost rispetto del bagno di sangue del 2008 ( altra fonte).

Ieri sera si è parlato del 2009, ma il riferimento temporale era errato: il video mostrato a inizio dibattito era risalente al 2011 e al G20 di Cannes. Ma anche in questo caso le affermazioni di Berlusconi non sarebbero corrette. Nel 2011 Piazza Affari ha perso in tutto più del 25%, il Corsera ha parlato di un anno ” da dimenticare“. Il picco negativo del 2009 è stato comunque più consistente. Secondo Confcommercio, nel 2011 sono scomparsi quasi 9mila ristoranti a causa della crisi. È l’Istat a riportare un calo nel 2011 rispetto al 2010 del numero di viaggi effettuati (-16,5%) e del numero di pernottamenti (-15,1%).

La nostra proposta è abolire l’Imu sulla prima casa. Una tassa intollerabile per gli italiani, che diversamente dal resto d’Europa abitano per l’80% in una casa di proprietà“. FALSO
Come fa notare pagellapolitica.it, sia secondo i dati Eurostat 2011 e il rapporto Istat dello scorso luglio la percentuale si aggira intorno al 72% a fronte di una media europea del 70,7%.

Ero al telefono con Taip Erdogan“. VERO
La telefonata risalente alla cerimonia per i 60 anni della Nato è stata confermata dal Governo Turco.

Al governo non ho avuto la possibilità di utilizzare lo strumento dei decreti legge“. FALSO
Sul sito stesso dell’esecutivo Berlusconi la lista dei decreti approvati.

Nel calcolo del Pil non viene considerato il sommersoFALSO
Aveva già calato la carta durante Porta a Porta e La Stampa aveva già provveduto alla tirata d’orecchie: il cosiddetto nero viene già calcolato con una percentuale del 17% dall’Istat dal 1987.

Travaglio mi ha messo in cattiva luce con Montanelli“. FALSO
Il disaccordo fra i due è dovuto alla discesa in campo di Berlusconi nel 1994. Lo racconta qui Montanelli stesso, allora direttore de Il Giornale, in un’intervista.

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Fonte:  WIRED.it


Monti è più pericoloso di Berlusconi

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di Giorgio Cremaschi

Mario Monti ha iniziato alla Fiat di Melfi la sua campagna elettorale. Lo ha fatto assieme ad una pletora di suoi ministri per ricevere il pubblico sostegno di Marchionne.

Mentre la FIOM gli ricorda che la Fiat non rispetta la sentenza della magistratura che impone il reintegro di tre lavoratori licenziati per rappresaglia e mentre i lavoratori subiscono angherie e cassa integrazione continue, il presidente del Consiglio benedice il padrone più bugiardo d’Italia.

La cosa ha una sua logica, Monti ha fatto al paese quello che Marchionne ha fatto alla Fiat. Entrambi hanno avuto a cuore solo gli interessi e gli utili degli azionisti di riferimento, in parte gli stessi, promettendo un radioso futuro e intanto realizzando disoccupazione e super sfruttamento. Ora entrambi spiegano e spiegheranno che la causa di questi danni collaterali è il mancato completamento delle riforme. Si dice che il presidente del Consiglio abbia paragonato la sua azione a quella di una trivella che abbia scavato per trenta metri, mentre si dovrà arrivare a trecento. Ci vorrà l’intervento di Greenpeace!

Monti è l’avversario più pericoloso per il mondo del lavoro, dello stato sociale, dei beni comuni. Molto più pericoloso del ridicolo ritorno in campo di Berlusconi, che non ha alcuna possibilità di vincere e che viene soprattutto usato dal partito montiano, che domina davvero i mass media, come spauracchio. Uno spread mediatico che urla: hai paura del ritorno del boss di Arcore, vota chi ci ha reso rispettabili in Europa.

Monti è l’avversario più pericoloso perché il suo programma di massacro sociale continuo ha il sostegno della CISL di Bonanni e del Vaticano di Ratzinger, cioè di forze oggi profondamente conservatrici, che vogliono conciliare il liberismo economico con un restaurato potere temporale della Chiesa. Egli rappresenta il clerico liberismo.

Monti è l’avversario più pericoloso non solo perché i voti che prenderà saranno pesati e non contati dai poteri forti che lo hanno lanciato e da un Presidente della Repubblica a cui deve la nomina. Lo è anche perché il suo principale contendente, favorito oggi dai sondaggi, lo ha sostenuto per un anno e ora gli è totalmente subalterno.

Se Monti parte da Melfi, Bersani ha iniziato la campagna elettorale a Bruxelles, chiedendo udienza ai vertici dell’Europa. Così infatti da noi sono presentati i leader della destra conservatrice a capo delle istituzioni continentali: essi sono l’ Europa, quella che guarda un po’ vuole Monti.

Incontrando i capi della destra europea Bersani li ha rassicurati sul fatto che un suo governo manterrà tutti gli impegni, cioè fiscal compact, tagli e austerità. Il barone Junker, capo dell’eurozona, alla fine ha sorriso al candidato del centrosinistra, affermando: tra lui e Monti ci sono solo sfumature. Siamo d’accordo.

Dal finto scontro tra centro sinistra e nuovo centro può dunque venir fuori un parlamento che più montiano non si può.

Naturalmente c’è il voto di mezzo e bisogna operare e fare il possibile perché tutte le forze democratiche e di sinistra che davvero sono contro entrambi i due principali contendenti abbiano successo, meno sarà forte il montismo nelle prossime camere e meglio sarà per tutti noi. Però bisogna anche prevedere che Monti Marchionne e …Merkel, non mollino la presa tanto facilmente, così come le classi e gli interessi che li sostengono, in Italia ed in Europa. Per questo costruiamo una resistenza antimontiana destinata a diffondersi e a durare anche e soprattutto dopo le elezioni.

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Fonte: MicroMega

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