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Una Petizione da Banca Etica: cambiamo la finanza per cambiare l’Italia

Cambiamo la finanza

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Banca Etica lancia Cambiamo la finanza per cambiare l’Italia. Una campagna per sensibilizzare i leader politici sulle necessarie riforme della finanza

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L’Italia si avvia a nuove elezioni. Candidati, alleanze, volti nuovi e vecchi monopolizzano l’attenzione dei media. Il dibattito è – ancora una volta – focalizzato su chi prenderà il potere e su come intende suddividerlo. Banca Etica è convinta che le priorità che stanno a cuore a migliaia di persone e organizzazioni della società civile siano altre, a partire dal varo di misure che scoraggino la finanza speculativa a vantaggio di una finanza trasparente e al servizio della collettività e dell’occupazione. Per questo Banca Etica lancia la Campagna di sensibilizzazione “Cambiamo la finanza per cambiare l’Italia”. I cittadini consapevoli e responsabili potranno firmare per porre alle forze politiche e ai principali leader, (tra cui Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani, Beppe Grillo, Antonio Ingroia, Mario Monti e Nichi Vendola), 5 domande cruciali:

1) Tobin Tax – Intende migliorare l’attuale Tobin Tax al fine di arginare la finanza speculativa, i derivati e le transazioni giornaliere ultraveloci e di reperire risorse per welfare, ambiente e cooperazione? Come?

2) Paradisi Fiscali – Realizzerà misure per contrastare la fuga di capitali verso i paradisi fiscali? Si impegnerà per ridurre la presenza in tali Paesi delle società italiane controllate dal Tesoro?

3) Azionariato Popolare – Rivedrà la tassazione sui piccoli risparmi in modo da non penalizzare le esperienze di democrazia economica e azionariato diffuso?

4) Etica&Finanza – Si impegnerà per attuare la separazione tra banche commerciali al servizio dell’economia reale e istituti specializzati nel trading, così come auspicato da autorevoli commissioni indipendenti? Introdurrà una definizione normativa della finanza etica e per favorire le attività ad essa correlate incluso il microcredito?

5) Basilea per il sociale – Terrà conto del rapporto dell’UE (Liikanen) che segnala il ruolo cruciale del sistema delle banche etiche e cooperative in risposta alla crisi? Chiederà una revisione degli accordi di Basilea affinché non penalizzino le banche etiche e cooperative e non ostacolino l’erogazione di credito a favore delle realtà del Terzo Settore?

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FIRMA LA PETIZIONE

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Crisi: la sfida della finanza etica

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Finanza. Non con i miei soldi: una proposta per non essere complici

Sempre più transazioni avvengono al di fuori delle borse valori, fuori da qualunque regolamentazione e trasparenza. Banca Popolare Etica avanza una proposta per un uso responsabile del denaro e per non essere complici inconsapevoli della crisi finanziaria che ci sta impoverendo tutti.
di Banca Popolare Etica – 3 Ottobre 2011

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La crisi globale

Dopo la crisi finanziaria del 2007-2008 gli Stati sono intervenuti per salvare le banche trasferendo l’eccesso di debiti dai grandi soggetti finanziari al pubblico.

Ora come cittadini siamo chiamati a ‘stringere la cinghia’ e accettare misure di austerità e tagli alla spesa sociale, al welfare, ai diritti mentre stiamo ancora aspettando regole condivise per limitare lo strapotere della finanza. La speculazione è ripartita a pieno ritmo e le lobby finanziarie lavorano per diluire o bloccare qualsiasi tentativo di riforma o regolamentazione.

La politica sembra totalmente succube dei mercati finanziari. In Italia la finanza detta i tempi della manovra di bilancio e ne fissa i contenuti. La validità della manovra non si misura in termini di diminuzione della disoccupazione o di maggiore benessere per i cittadini, ma guardando con il fiato sospeso l’andamento degli indici di borsa e il giudizio dei mercati.

Quale sistema finanziario ci costringe a tali sacrifici? Oggi si scommette sui prezzi del cibo e delle materie prime mentre oltre un miliardo di persone nel mondo soffre la fame. La finanza si muove sfruttando i paradisi fiscali per aggirare ogni regola e normativa. Sempre più transazioni avvengono al di fuori delle borse valori fuori da qualunque regolamentazione e trasparenza. Le grandi banche realizzano operazioni eludendo i controlli internazionali, la maggior parte dei derivati sono scambiati al di fuori delle borse ufficiali, questi mercati paralleli sono talmente poco trasparenti che si fa fatica anche a stimare la quantità o il valore dei titoli circolanti.

È una finanza totalmente scollegata dalla realtà.

In cifre

Alcune cifre [1] forniscono il quadro della situazione attuale:

– Con il benestare di una politica sempre più sottomessa i mercati finanziari sono cresciuti in modo abnorme. Trent’anni fa le attività finanziarie avevano un valore all’incirca equivalente al PIL del pianeta. Nel 2007 erano quadruplicate: per ogni euro prodotto dal lavoro e dal commercio erano in circolazione quattro euro di debiti, crediti e scommesse finanziarie.

– Ancora più grave è la situazione se si considera il sistema finanziario “ombra”: in esso circolano miliardi di prodotti finanziari derivati scambiati privatamente e non in mercati borsistici trasparenti. Nel 2007 l’ammontare di questi derivati trattati “over the counter” era stimato per un valore pari a 12,6 volte il PIL del mondo.

– Gli effetti di questo predominio della finanza sull’economia reale sono sotto gli occhi di tutti: dagli anni Ottanta in poi il 10% della popolazione mondiale si è arricchito in modo spropositato, mentre il restante 90% ha dovuto far fronte a redditi sempre più stagnanti e alla contrazione dei servizi pubblici, inclusi quelli essenziali. (leggi tutto)

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Fonte: il Cambiamento

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