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Campania: via le truppe USA per rischi alla salute.

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Via le truppe Usa dalla Campania. Per l’inquinamento

4 luglio 2011

Le ultime 21 sono andate via a metà della scorsa settimana. E così sono quasi 60 le famiglie americane che negli ultimi dieci mesi hanno lasciato le loro case a Casal di Principe, in provincia di Caserta, su invito esplicito della US Navy, la Marina degli Stati Uniti. Il comune è noto per essere la base del clan dei Casalesi. Ma il “ritiro” degli americani non è dovuto alla camorra, Non direttamente, almeno. Ma al rischio ambientale legato alla qualità dell’acqua. Un rischio giudicato inaccettabile dalle autorità sanitarie associate delle forze armate americane di stanza a Napoli e dintorno.
La US Navy, seguendo le indicazione dei tecnici e degli standard di qualità dell’EPA, l’Agenzia ambientale degli Stati Uniti, ha monitorato per quattro anni le case abitate dagli americani (alcune centinaia) e l’ambiente (acqua, suolo, aria) a cavallo tra la provincia di Napoli e di Caserta dove i suoi uomini fittano normalmente casa. Controllando almeno 400 tipi diversi di sostanze tossiche, ha verificato che in almeno tre zone (a Casoria, a Marcianise, nel comprensorio di Casal di Principe e Villa Literno) l’inquinamento, in particolare, dell’acqua supera gli standard di sicurezza stabiliti dalla legge americana. E, dunque, non sono abitabili. Di qui l’ordine: andate via da quelle tre zone, debitamente mappate, per motivi precauzionali. E comunque chi resta, anche nelle zone adiacenti, è bene che per bere, cucinare, lavarsi i denti usi acqua minerale.
Gli inquinanti dell’acqua sono sia biologici (presenza di coliformi fecali, incluso E. coli), sia organici (in particolare tetracloroetilene), sia inorganici (nitrati; metalli pesanti, come arsenico e piombo).  (leggi tutto)

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Fonte: l’Unità

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Referendum – Video di Erri De Luca per l’acqua pubblica!

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La Nestlé e la privatizzazione dell’acqua

Altro che acqua bene comune! La multinazionale svizzera, già sotto boicottaggio per la sua politica sul latte in polvere per l’infanzia, sostiene che l’oro blù va del tutto affidato alle leggi della domanda e dell’offerta. Altolà dell’Istituto europeo di ricerca sulle politiche dell’acqua. Replica del Comitato italiano per il contratto mondiale dell’acqua.

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Proposta Indecente

Nestlé: mettiamo l’acqua in Borsa
Petrella: irresponsabili e ridicoli

Istituire una Borsa dell’acqua. È questa l’ultima uscita della multinazionale Nestlé. Lo ha dichiarato all’agenzia di stampa Reuters il presidente Peter Brabeck, sottolineando che una scelta di questo tipo «così come per altre materie prime, contribuirebbe a regolare il problema della carenza di questo bene prezioso».

Immediata la risposta di Riccardo Petrella, presidente dell’Istituto europeo di ricerca sulle politiche dell’acqua (Ierpe), il quale ha affermato che si tratta di «una proposta irresponsabile e ridicola».

In un comunicato, la Facoltà dell’acqua, attiva presso il Monastero del bene comune di Verona, spiega che Brabeck vuole “risolvere” il problema della concorrenza, nella regione canadese di Alberta, tra agricoltori che necessitano d’acqua per i raccolti e le compagnie petrolifere che utilizzano ingenti quantità d’acqua per estrarre il petrolio dalle sabbie bituminose. Secondo il presidente della Nestlé, «quando la domanda aumenta, il mercato reagisce e la gente comincia a usare la risorsa in maniera più efficiente».

La proposta di Nestlé ha già trovato consenso nel governo di Alberta che come primo passo, ha inventato la distinzione tra diritti alla terra e diritti all’acqua, in modo che il possesso della terra non dia automaticamente diritto all’acqua che vi scorre. (leggi tutto)

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Fonte: Nigrizia.it

 

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Approfondimento

RIBN (Rete Italiana Boicottaggio Nestlé)

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