Prefazione di Marco Paolini al libro di Alex Zanotelli “I poveri non ci lasceranno dormire” ediz. Monti
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Quel 25 Aprile, Alex e gli slum di Nairobi
di Marco Paolini
Ammetto di averci pensato a lungo, a questa prefazione. Ammetto di avere condiviso la fatica di trovare le parole con amici e compagni.
Come fai a presentare un libro così? Non servono parole, non bastano; servirebbero i fatti, i buoni esempi, ma noi siamo più bravi a darne di cattivi, mica come padre Alex… Come fai a presentare uno così, uno che agisce, sempre e comunque, uno che usa le parole, le lingue come ponti, mai come ostacoli, uno che sa essere messaggio evangelico, rinunciando alla sua voce per darla ai poveri, uno che con rispetto sa ricordarti che l’Africa, se la vuoi vedere è anche dietro la porta di casa tua, uno che non sa farsi bastare l’impegno una tantum con cui altri, non pochi, lavano le proprie coscienze.
Uno che ti ricorda che non servono i soldi per dare o restituire dignità, né ai ladri, né ai derubati. Un Francesco d’Assisi solido come un faggio trentino, capace di farsi carico del peso della disperazione altrui senza esserne schiacciato, capace di farsi megafono del grido muto degli inascoltati del mondo. Come fai? Non lo so. No, lo sappiamo! Ma per provarci partiamo dall’inizio, dal nostro inizio.
Nel 2001, assieme ad un gruppo di amici, organizzammo una manifestazione all’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini di Milano. Eravamo in periodo preelettorale e cercavamo un modo nostro, fuori dai patrocini degli schieramenti politici, per manifestare il nostro dissenso, gridare il nostro «basta» a tutti i «contro» e condividere la fatica di cercare dei «per» in cui credere. Fu un’autoconvocazione per un 25 aprile di resistenza che chiamammo Appunti partigiani e che da allora rinnova i suoi comizi d’amore ogni anno su quello stesso palcoscenico. Sul palco tutti uguali, sette minuti ciascuno, in un passaggio di testimone tra rockstar e artisti di strada, cabarettisti, attori di teatro, musicisti classici e scrittori. Mai da soli, ciascuno accompagnato da qualcun altro, come nella vita dovrebbe essere.
Dietro le quinte a fare in modo che tutto funzionasse, che ogni scelta fosse condivisa, altri amici: organizzatori, tecnici, uffici stampa, cuochi, tuttofare. Tutti gratis, tutti con il solo scopo di dare significato a quel 25 aprile e, magari, un pochino aiutare il prossimo, quello della Comasina, come quello di Breganze, ma anche di Nairobi, di Korogocho. Decidemmo infatti di devolvere l’intero incasso raccolto con le offerte del pubblico al progetto di padre Alex Zanotelli a Korogocho. (leggi tutto)
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Fonte: CARTA.org
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