Category Archives: diritti_lotte

Turchia: Erdogan contro YouTube e Facebook

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Manifestazione a Ankara per protestare contro la controversa legge che promuove la censura di Internet

Manifestazione a Ankara per protestare contro la controversa legge che promuove la censura di Internet

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Turchia, scontro su YouTube e Facebook

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Nuove minacce di Erdogan contro Internet: ospita intercettazioni che lo vedono protagonista di episodi di corruzione e certi siti andrebbero bloccati nel nome della privacy. Ma il Presidente Gul smentisce tutto

di Claudio Tamburrino

Mentre continua l’iter legislativo della normativa attraverso cui il Governo di Ankara vorrebbe tenere la Rete sotto il giogo della censura, nel nome della privacy e della tutela dei diritti personali dei suoi utenti, il Primo Ministro della Turchia Recep Tayyip Erdogan continua a minacciare Internet.

Nell’ultimo intervento davanti ai microfoni dell’emittente privata ATV, Erdogan ha detto che “vi sono altri passi che faremo in questo ambito dopo il 30marzo… incluso un bando” nei confronti di siti come YouTube e Facebook. Questi siti, in particolare, oltre ad essere già vittime di blocchi da parte delle autorità turche, hanno scatenato il furore di Erdogan in quanto usati dai cittadini per pubblicare anonimamente certe intercettazioni che lo coinvolgono, e lo mostrerebbero protagonista di casi di corruzione.

Il realtà il presidente della Turchia Abdullah Gul – dello stesso partito di Erdogan e con il potere di veto sulle proposte di legge – ha smentito il premier, affermando che la “chiusura dei social media è fuori discussione”.

Per Gull, infatti, già vi sono nell’ordinamento turco le norme che permettono alla autorità di bloccare l’accesso a quei contenuti che violano la privacy di una persona.

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Fonte: Punto Informatico

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L’origine storica dell’8 marzo

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L’8 marzo era originariamente una giornata di lotta, specialmente nell’ambito delle associazioni femministe: il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli. Tuttavia nel corso degli anni il vero significato di questa ricorrenza è andato un po’ sfumando, lasciando il posto ad una ricorrenza caratterizzata anche – se non soprattutto – da connotati di carattere commerciale

L’origine della festività è controversa. Una possibilità è che la sua istituzione risalga al 1907 nel corso della VII Conferenza dell’Internazionale socialista di Stoccarda (1824 agosto), quando fu sollevata la questione femminista. Sarebbe di Rosa Luxemburg la proposta di dedicare un giorno ai diritti delle donne. Il Congresso votò una risoluzione nella quale si impegnavano i partiti socialisti a «lottare energicamente per l’introduzione del suffragio universale delle donne», senza «allearsi con le femministe borghesi che reclamano il diritto di suffragio, ma con i partiti socialisti che lottano per il suffragio delle donne».

Il movimento operaio e socialista di inizio secolo ha celebrato in date molto diverse giornate dedicate ai diritti delle donne e al suffragio femminile. La festa della donne si svolse per la prima volta domenica 28 febbraio 1909, ma ebbe solo carattere nazionale perchè si svolse negli Stati Uniti grazie all’organizzazione dell partito socialista americano. Le delegate socialiste americane, forti dell’ormai consolidata affermazione della manifestazione della giornata della donna nel loro paese, decisero di proporre durante la seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste, tenutasi nella Folkets Hus (Casa del popolo) di Copenaghen dal 26 al 27 agosto 1910, cioè due giorni prima dell’apertura dell’VIII Congresso dell’Internazionale socialista, di istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne.

La prima celebrazione internazionale si ebbe l’11 marzo 1911, quando numerose manifestazioni si tennero in Austria, in Danimarca, in Svizzera, in Germania e negli USA. Secondo la testimonianza di Aleksandra Kollontaj, quella data fu scelta perché, in Germania, «il 19 marzo 1848 durante la rivoluzione il re di Prussia dovette per la prima volta riconoscere la potenza di un popolo armato e cedere davanti alla minaccia di una rivolta proletaria. Tra le molte promesse che fece allora e che in seguito dimenticò, figurava il riconoscimento del diritto di voto alle donne». L’8 marzo 1917 (23 febbraio secondo il calendario non riformato) le operaie di Pietroburgo (Russia) manifestarono, accanto agli uomini, contro la guerra e la penuria di cibo (nell’ambito della rivoluzione di febbraio).

Alcune femministe italiane (Irene Giacobbe, Tilde Capomazza, Marisa Ombra) ipotizzano che per rendere più universale e meno caratterizzato politicamente il significato della ricorrenza, si preferì omettere il richiamo alla Rivoluzione russa ricollegandosi ad un episodio non reale, ma verosimile, della storia del movimento operaio degli Stati Uniti (vedi a proposito la sezione successiva).

In Italia, nel secondo dopoguerra, la giornata internazionale della donna fu ripresa e rilanciata dall’UDI (Unione Donne Italiane) associando nel contempo alla data dell’8 marzo l’ormai tradizionale fiore della mimosa. Con l’esplosione del femminismo, la manifestazione di Roma dell’8 marzo 1972 si concluse con violentissime cariche della polizia[2], che ritenne intollerabile la presenza di manifestanti con cartelli recanti scritte come «Legalizzazione dell’aborto», «Liberazione omosessuale», «Matrimonio = prostituzione legalizzata»; ancor più intollerabile fu per le autorità la diffusione di voltantini che chiedevano che non fossero «lo Stato e la Chiesa ma la donna ad avere il diritto di amministrare l’intero processo della maternità».

Il 1975 fu designato come “Anno Internazionale delle Donne” dalle Nazioni Unite ed a partire da quell’anno anche le Nazioni Unite riconobbero nell’8 marzo la giornata dedicata alla donna.

L’incendio di Triangle

L’incendio della fabbrica Triangle, avvenuto a New York il 25 marzo 1911, fu il più grave incidente industriale della storia di New York. Causò la morte di 146 persone, per la maggior parte giovani operaie di origine italiana e dell’est europeo. L’evento ebbe una forte eco sociale e politica, a seguito della quale vennero varate nuove leggi sulla sicurezza sul lavoro e crebbero notevolmente le adesioni alla International Ladies’ Garment Workers’ Union, oggi uno dei più importanti sindacati degli Stati Uniti.

L’incendio di New York è uno degli eventi commemorati dalla «Giornata Internazionale della Donna» ma non è da questo, come erroneamente riportato da alcune fonti, che trae origine la Giornata della donna. La connotazione fortemente politica della Giornata Internazionale della Donna, l’isolamento politico della Russia e del movimento comunista e, infine, le vicende della Seconda guerra mondiale, contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione. Così, nel dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali l’8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York, facendo probabilmente confusione con l’incendio della fabbrica Triangle.

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Fonte: ita.anarchopedia.org

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Buon compleanno Alessandro Benetton! Fai un regalo alle vittime del Rana Plaza

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(2014) Rana Plaza: per i marchi della moda è ora di pagare! Al via la campagna Pay up!

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Oggi mancano esattamente due mesi al primo anniversario del crollo del Rana Plaza, il peggior disastro industriale che ha colpito l’industria tessile, con 1.138 morti e più di 2.000 feriti

Per ricordare quel giorno, la Clean Clothes Campaign e i suoi partners in Bangladesh e in tutto il mondo lanciano la campagna PAY UP! per chiedere a tutti i marchi collegati al Rana Plaza o che si riforniscono in Bangladesh di pagare immediatamente i risarcimenti alle vittime attraverso dei versamenti nel Rana Plaza Arrangement’s Donor Trust Fund

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Che cos’è il Rana Plaza Arrangement?

Il Rana Plaza Arrangement è un meccanismo innovativo per garantire ai sopravvissuti e ai familiari delle vittime del Rana Plaza il supporto per la perdita del reddito e per le spese mediche di cui hanno disperatamente bisogno.

L’impegno congiunto del Ministero del Lavoro del Governo bengalese, dell’industria tessile locale e internazionale, dei sindacati locali e internazionali e delle organizzazioni non governative, con l’International Labour Organization (ILO) come attore indipendente e neutrale, ha portato all’istituzione di un Donor Trust Fund e ad una gestione centralizzata delle richieste di risarcimento.

Tali richieste saranno inserite in un processo implementato da organizzazioni locali e esperti internazionali che supporterà le vittime e i loro familiari nell’elaborare le richieste, valutare il livello dei pagamenti da effettuare a ciascun beneficiario, intraprendere valutazioni mediche e fornire ulteriore sostegno dove necessario.

Il Donor Trust Fund volontario previsto dall’Arrangement sta raccogliendo le donazioni e inizierà ad erogare i primi pagamenti, non appena sarà stato versato denaro sufficiente.

Servono 40 milioni di dollari entro il primo anniversario del terribile crollo del Rana Plaza, il 24 Aprile.

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Cosa chiediamo?

I sopravvissuti e i familiari delle vittime hanno sofferto abbastanza e non dovrebbero rivivere quell’orribile giorno senza essere certi che le loro perdite finanziarie possano almeno essere coperte.

Hanno sofferto ferite terrificanti, perso mariti e mogli, figli e genitori, fratelli e sorelle; ne porteranno i segni fisici e psichici per tutta la vita. Questo non potrà mai essere risarcito. Ma almeno le perdite finanziarie e le spese mediche si.

E ciò deve prima di quell’anniversario.

Chiediamo ai marchi di versare significativi contributi nel Donor Trust Fund, proporzionati ai loro rapporti commerciali col Rana Plaza, con il Bangladesh e alle loro capacità economiche.

Porteremo la campagna di pressione pubblica in piazza, nei centri commerciali, nelle strade di Dhaka e in tutta Europa nei prossimi due mesi per garantire ai sopravvissuti e ai familiari delle vittime che non debbano aspettare ancora per avere i loro risarcimenti.

Aspettano da troppo tempo

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Cosa puoi fare tu?

Il nostro primo passo sarà di chiedere a Benetton di contribuire al fondo.

Se sei sui social networks:

          posta il logo Pay up! (link) sul tuo profilo facebook citando Benetton e chiedendogli di effettuare un versamento: “@Benetton PAY UP! Paga i risarcimenti alle vittime del Rana Plaza!”

          Twitta: @Benetton sei pregato di pagare per le vittime del Rana Plaza. Aspettano da troppo tempo #payup

Hai un negozio Benetton vicino?

– Se sei vicino a un negozio Benetton, scarica la lettera QUI allegata e portala al responsabile del punto vendita, fai sentire la tua voce!

Manderemo aggiornamenti costanti sulla situazione.

Grazie per il tuo supporto prezioso e costante!

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Fonte: Campagna Abiti Puliti

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