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Anonymous Italia lavora collettivamente ad una nuova Carta dei Diritti

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okskej1

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lunedì 14 novembre 2016

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Bill of Rights – #DeclarationRights

Dal 2012 il gruppo di Anonymous Italia lavora collettivamente alla condivisione di un progetto fatto di pensieri, opinioni e atti al fornire una nuova possibile visione di mondo. Una visione unitaria e che permetta a chiunque in qualsiasi parte di usufruire degli stessi diritti.
I diritti Umani vengono garantiti dall’ONU, ma purtroppo in tantissimi stati lo stesso diritto alla vita viene a mancare e in quasi tutti gli stati un diritto viene spesso surclassato a privilegio di secondo ordine.
Proprio per questo, Anonymous, ha scritto una nuova carta dei diritti atta alla libertà e tutela dell’individuo, non tralasciando l’ambiente e le bellezze naturali presenti tutto oggi.

La carta non è terminata ma tutt’altro necessita di aggiunte e modifiche. Potete aiutare sul chan #DeclarationChan di CyberGuerrilla (QUI).

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TITOLO 1° ESSERE UMANO / DIRITTI UMANI

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DIRITTI DELL’ESSERE UMANO
1) Ogni essere umano, indipendentemente dal colore della pelle, orientamento sessuale o religioso, facolta’ fisiche e mentali, stato di appartenenza e lingua è da considerarsi unico e con pari diritti. 
Ogni discrimazione, intolleranza e/o razzismo non può essere consentita in nessuna delle sue forme.
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DIRITTI ALLA DIGNITA’
1.1) La dignità umana è un diritto, per tale devono essere attuate da tutti i paesi e con ogni modalità e mezzi possibili, le condizioni economico-sociali al fine di garantirla.
1.2) La dignità umana è un diritto inviolabile. E’ da considerarsi deprecabile ogni attività volta a sottomottere e/o ledere la libertà e la dignità di uomini e governi
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DIRITTI IRREVOCABILI
2) Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciati nella presente Dichiarazione.
2.1) Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del Paese o del territorio cui una persona appartiene, sia che tale Paese o territorio sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria non autonoma o soggetto a qualsiasi altra limitazione di sovranità.
2.2) Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di qualsiasi Stato gruppo o persona ad esercitare un’attività o di compiere un atto mirante alla distruzione dei diritti e delle libertà in essa enunciati.
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DIRITTI ALLA VITA.
3) Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla propria sicurezza.
3.1) Privare un individuo della propria vita è considerato crimine contro l’umanità, salvo casi di volontà espressa dallo stesso su documenti testamentari ove in situazioni di gravi malattie ne impediscano le capacità di intendere. 
3.2) Sfavorire le condizioni base necessarie alla vita del singolo individuo è crimine contro l’umanità.
3.3) Ogni individuo deve rispettare il prossimo senza arrecargli danni fisici o psicologici per nessun fine.
3.4) Nessun individuo potra’ essere tenuto in stato di schiavitù, isolamento o di detenzione contro la sua volontà.
3.5) Il singolo individuo deve essere libero di scegliere i luoghi ed i modi in cui poter eserciatare il proprio diritto alla vita, rispettando i principi fondamentali , le norme, le proprieta’ di terzi e le zone ambientali protette e regolamentate da leggi vigenti. b) Limitazioni imposte da stati o enti pubblici e privati in aree libere sono da considerarsi violazione dei principi fondamentali.
3.6) Ogni individuo è libero di fare uso di sostanze psicotrope e alcoliche rispettando le quantita’ ideali per mantenersi lucido e non diventare pericoloso per se stesso e per gli altri.
3.7) E’ permesso il consumo di  sostanze psicotrope o alcoliche in ambienti adatti o specifici e che questo non trasmetta un cattivo esempio o incitamento al consumo nei confronti di terze persone che non fanno uso di tali sostanze.
3.8.1) Ogni individuo e’ DIRETTAMENTE responsabile per gli effetti causati da tali sostanze.
3.8.2) I singoli paesi dovranno incaricarsi della tutela dell’individuo con strutture apposite, libere e gratuite. I trattamenti dovranno essere privi da cure forzate e/o che limitino la libertà motoria del soggetto.
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DIRITTI ALL’ABITAZIONE
4) Ogni essere umano ha diritto ad una abitazione dove poter soggiornare in modo sicuro e permanente, in condizioni igienico-sanitarie e sociali non degradanti. L’abitazione, deve essere garantita e protetta dalla nascista del singolo individuo da tutti i paesi, al fine di garantire una dignita’ per ognuno.
4.1) Ogni individuo ha diritto a dare asilo/riparo a chiunque si trovi in condizioni di sofferenza economica, politica o sociale; per sua libera scelta e rispettando le leggi locali in vigore, avvisando enti o uffici pubblici se necessario.
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DIRITTI ALL’ALIMENTAZIONE
5) Acqua, cibo e viveri di prima necessità, oltre a essere beni primari, devono essere considerati diritti irrevocabili per la tutela alla vita e salute del singolo individuo; l’assenza di uno di questi beni è da considerarsi crimine contro l’umanità in quando pregiudicherebbe l’equilibrio stesso alla vita.
5.1) Ogni nazione deve mobilitarsi al fine di garantire costantemente tali beni a tutta la popolazione, dovranno essere esenti da imposte e di uso libero e gratuito, soddisfando le reali necessità di ogni individuo.
5.2) Lo spreco di questi beni primari di consumo è da considerarsi un crimine contro l’umanità. 
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DIRITTI ALLA SALUTE
6) Ogni essere umano ha diritto alla salute. Cure mediche, sanitarie e/o ospedaliere devono essere gratuite e garantite in ogni paese. La forma del diritto stesso non può essere prorogato in tempo materiale; l’assistenza deve essere attuata nel minor tempo possibile.
6.1) Le cure mediche e o sanitarie per ogni individuo, devono essere sostenute da tutti i paesi
6.2) Tutti i paesi hanno l’obbligo di generare/creare fondi speciali affinche ogni individuo possa godere del diritto alla salute anche in zone che evidenziano avvenimenti di sommosse, conflitti o eventi climatici sfavorevoli e che quindi richiedono  interventi immediati / urgenti. (Qualsiasi forma di mancato soccorso è da considerarsi un crimine.)
6.3) Ogni individuo, deve collaborare economicamente affinché sia garantita in tutti i paesi per se stesso e per gli altri l’esistenza di strutture sanitarie efficienti per il benessere della collettività. oltre che il pieno rispetto delle norme sancite dal D.lgs. 81/08 e successive integrazioni.
6.4) Ad ogni individuo in base alla sua gravità medica deve essere garantito il totale accesso a medicinali necessari per una cura adeguata in tutti i paesi.
6.5) Tutte le comunità ed i centri specializzati per ogni forma di patologia neuro, dovuta a traumi fisici, morali ,economico-sociali e o fattori di tossico dipendenza vari, dovranno essere presenti e di libero accesso in tutti i paesi.
6.6) Tutte le strutture sanitarie nei paesi, dovranno essere unicamente conformi a norme internazionali di sanita’.
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DIRITTI SULLA LIBERTA DI ESPRESSIONE
7) Ogni essere umano ha diritto alla libera di espressione e opinione. Essa può avvenire in ogni sua forma: scritta, orale, artistica o digitale. La censura, sopressione o limitazione di una di esse non può essere attuata. 
7.1) Il concetto di decenza e contenuto offensivo e’ da considersi aperto ad interpretazione personale e non dettato dalla maggioranza. La sua interpretazione deve assolutamente rispettare il decoro ed il rispetto verso il prossimo, senza offendere o invadere in modo pregiudizievole la personalita’ o la sensibilita’ di altri individui.
7.2) I gruppi di condivisioni di pensiero, o semplicemente di discussione non posso essere aditati come terroristici/cyberterroristici.
7.3) Il diritto alla satira è da considerarsi fondamentale, il rispetto di esso è obbligatorio e negarlo significherebbe negare la libertà dei singoli individui.
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DIRITTI ALL’INFORMAZIONE
8) Ogni individuo ha diritto all’informazione , alla conoscenza ed al sapere. Esse devono essere libere, gratuite e prive di censure. Nessun ente o singolo individuo può privarne la sua natura.
8.1) Le forme di apprendimento devono essere di libera scelta, prive di distinzione e senza obblighi specifici.
8.2) Nessun individuo può essere privato del diritto al sapere con proroghe temporali e/o di lingua; ogni testo deve essere tradotto e reso fruibile in tutte le lingue oltre che in ogni piattaforma materiale e digitale.
8.3) Viola i Diritti dell’uomo la persona che coscientemente, a scopo di dolo o lucro permette e promuove la diffusioni di informazioni false, infamanti e che possono influenzare a suo favore l’opinione pubblica.
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DIRITTI ALLA PRIVACY
9) Ogni  individuo  ha  diritto  alla  protezione dei  dati  che  lo  riguardano, per  garantire  il rispetto della propria dignità, identità e riservatezza.
9.1) Sono  vietati  l’accesso  e  il  trattamento  dei  dati  personali  con  finalità  anche indirettamente discriminatorie.
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DIRITTTI ALLA CULTURA
10) Ogni individuo ha diritto in modo gratuito alla istruzione ed a strutture consone per svolgere le attivita’ di studio basiche.
10.1) Ogni individuo ha diritto ad accedere in modo gratuito alle informazioni ed alle strutture disponibili necessarie per completare gli studi basici.
10.2) Ogni individuo ha il diritto di poter praticare i costumi della sua tradizione, coltivando i suoi interessi in modo autonomo.
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DIRITTI ALLA DIFESA
11) Ogni individuo ha diritto ad una difesa pubblica e gratuita di fronte alla legge.
11.1) Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato; il mancato adempimento di tale è da considerarsi un grave crimine.
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DIRITTI SULLO SPAZIO COMUNE
12) Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza su tutto il territorio terrestre; con il dovere di salvaguardare l’ecosistema naturale in ogni sua forma.
12.1) Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio, e di ritornarci; salvo impedimenti giuridici, medici, o per altre cause ingenti.
12.3) (Viaggiare) e’ riconosciuta’ come attivita’ di apprendimento e studio. Il confronto con altre culture deve essere incentivato per la comprensione del mondo.
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DIRITTI DI COMUNITA’
13) Nessun individuo può essere costretto a far parte di un’associazione senza la sua volontà espressa.
13.1) Ogni individuo ha il diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.
13.2) Ogni individuo ha il diritto di riunirsi con altri individui in qualsiasi luogo pubblico senza richiedere particolari permessi e o autorizzazioni.
13.3) Ogni individuo ha il dovere di essere rispettoso nei confronti di altri individui o altre comunita’ , considerando sempre abitudini, costumi e usanze.
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DIRITTI LEGISLATIVI
14) Ogni individuo ha diritto ad essere consultato prima della creazione di nuove leggi e nell’abolizioni di vecchie, direttamente o tramite rappresentante. Il rappresentante scelto, dovra essere libero da pressioni monetarie, fisiche, mentali e responsabile delle proprie azioni.
14.1) Tutte le leggi devono essere GLOBALI e approvate solo attraverso la votazione da parte di ogni individuo o del suo rappresentante.
14.2) Ogni individuo ha il diritto di proporre leggi per migliorare lo status sociale della collettività.
14.3) Ogni legge approvata deve sempre garantire il rispetto irrevocabile di tutti i diritti Umani, animali e ambientali.
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DIRITTI DEL LAVORO
15) Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell’impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.
15.1) Il lavoro non può avere condizioni pari alla schiavitù e/o che limitano il tempo del singolo individuo.
15.2) Le retribuzioni devono essere distribuite in modo equo e sufficiente a garantire i diritti fondamentali e le libertà.
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DIRITTI DELLA RETE INTERNET
16) La connessione pubblica alla rete internet deve essere garantita da tutti i Paesi, al singolo individuo sin dalla nascita; Deve essere libera e gratuita; senza imposizioni o restrizioni di alcun ente.
16.1) Ogni  persona  ha  eguale  diritto  di  accedere  a  Internet  in  condizioni  di  parità,  con modalità tecnologicamente adeguate e aggiornate che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale. Il  diritto  fondamentale  di  accesso  a  Internet  deve  essere  assicurato  nei  suoi presupposti sostanziali e non solo come possibilità di collegamento alla Rete. L’accesso comprende la libertà di scelta per quanto riguarda sistemi operativi, software e applicazioni. L’effettiva  tutela  del  diritto  di  accesso  esige  adeguati  interventi  pubblici  per  il superamento   di   ogni   forma   di   divario   digitale – culturale,   infrastrutturale, economico – con   particolare   riferimento all’accessibilità delle   persone   con disabilità. 
16.2) Ogni  persona  ha  il  diritto  che  i  dati  che  trasmette  e  riceve  in  Internet  non subiscano   discriminazioni,   restrizioni   o   interferenze   in   relazione   al   mittente, ricevente,  tipo  o  contenuto  dei  dati,  dispositivo  utilizzato,
applicazioni  o,  in generale, legittime scelte delle persone. La  neutralità  della  Rete,  fissa  e  mobile,  e  il  diritto  di  accesso  sono  condizioni necessarie per l’effettività dei diritti fondamentali della persona.
Garantiscono il mantenimento  
della  capacità generativa di  Internet  anche  in  riferimento alla produzione  di  innovazione. 
Assicurano  ai  messaggi  e  alle  loro  applicazioni  di viaggiare online senza discriminazioni per i loro contenuti e per le loro funzioni.
16.3) Senza l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria, nei soli casi e modi previsti dalla legge,  è  vietato  l’accesso  ai  dati  della  persona  che  si  trovino  su  dispositivi personali,   su   elaboratori   remoti   accessibili   tramite   credenziali   da   qualsiasi elaboratore  connesso  a  Internet  o  simultaneamente  su  dispositivi  personali  e,  in copia,   su   elaboratori   remoti,  nonché  l’intercettazione  di  qualsiasi  forma  di comunicazione elettronica.
16.4) Nessun  atto,  provvedimento  giudiziario  o  amministrativo,  decisione  comunque destinata  ad  incidere  in  maniera  significativa  nella  sfera  delle  persone  possono essere fondati unicamente su un trattamento automatizzato di dati personali volto 
a definire il profilo o la personalità dell’interessato.
16.5) Ogni persona può comunicare elettronicamente in forma anonima per esercitare le libertà civili e politiche senza subire discriminazioni o censure. Limitazioni possono essere previste solo quando siano giustificate dall’esigenza di tutelare  un  interesse  pubblico  e  risultino necessarie,  proporzionate,  fondate  sulla legge e nel rispetto dei caratteri propri di una società democratica.
Nei casi previsti dalla legge e con provvedimento motivato dell’autorità giudiziaria l’autore di una comunicazione può essere identificato quando sia necessari o  per garantire la dignità e i diritti di altre persone.
16.6) Ogni persona ha diritto di ottenere la cancellazione dagli indici dei motori di ricerca 
dei dati che, per il loro contenuto o per il tempo trascorso dal momento della loro raccolta, non abbiano più rilevanza.
Il  diritto  all’oblio  non  può  limitare  la  libertà  di  ricerca  e  il  diritto  dell’opinione 
pubblica  a  essere  informata,  che costituiscono condizioni  necessarie  per  il funzionamento di una società democratica.
Tale diritto può essere esercitato dalle persone  note  o  alle  quali  sono  affidate  funzioni  pubbliche  solo  se  i  dati che  le riguardano  non  hanno  alcun  rilievo in relazione all’attività svolta o alle funzioni pubbliche esercitate.
Se  la  richiesta  di cancellazione  dagli  indici  dei  motori  di  ricerca dei  dati  è  stata accolta,  chiunque  ha  diritto  di  conoscere  tali  casi  e  di  impugnare  la  decisione davanti all’autorità giudiziaria per garantire l’interesse pubblico all’informazione.
16.7) La  sicurezza  in  Rete  deve  essere  garantita  come  interesse  pubblico,  attraverso l’integrità delle infrastrutture e la loro tutela da attacchi esterni, e come interesse delle singole persone. Non  sono  ammesse  limitazioni  della  libertà  di  manifestazione  del  pensiero;  deve essere  garantita  la  tutela  della  dignità  delle  persone  da  abusi  connessi  a comportamenti  negativi,  quali  l’incitamento  all’odio,  alla  discriminazione  e  alla violenza.
16.8) Il  diritto  all’uso  consapevole  di  Internet  è  fondamentale  perché  possano  essere concretamente  garantiti  lo  sviluppo  di  uguali  possibilità di  crescita  individuale  e collettiva;  il  riequilibrio  democratico  delle  differenze  di  potere  sulla  Rete  tra  attori economici,   Istituzioni   e   cittadini;   la   prevenzione   delle   discriminazioni   e   dei comportamenti a rischio e di quelli lesivi delle libertà altrui.
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TITOLO 2 ° ANIMALI / DIRITTI ANIMALI

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DIRITTI DEL TERRITORIO
1) Qualsiasi razza animale ha diritto irrevocabile alla tutela territoriale e di preservazione della stessa.
1.1) Non possono essere decisi, limitati o circoscritti i territori dove le razze animali possono vivere; da nessun individuo, ente, organizzazione governativa o privata.
1.2) Ogni individuo ha il dovere di rispettare i limiti virtuali che la natura determina affinche’ i territori e le abitudini animali restino intatti.
1.3) Ogni animale che appartiene a una specie selvaggia ha il diritto di vivere libero nel suo ambiente naturale terrestre, aereo o acquatico e ha il diritto di riprodursi; b) ogni privazione di libertà, anche se a fini educativi, è contraria a questo diritto
1.4) Ogni animale appartenente ad una specie che vive abitualmente nell’ambiente dell’ uomo ha diritto di vivere e di crescere secondo il ritmo e nelle condizioni di vita e di libertà che sono proprie della sua specie; b) ogni modifica di questo ritmo e di queste condizioni imposta dall’uomo a fini mercantili è contraria a questo diritto.
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DIRITTI ALLA VITA
2)Tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e hanno gli stessi diritti all’esistenza.
2.1) Favorire indirettamente o direttamente l’estinzione o il dimezzamento di una razza animale è da considerarsi un crimine contro l’umanità.
2.2) Ogni atto che comporti l’uccisione di un animale senza necessità è un biocidio, cioè un delitto contro la vita.
2.3) Ogni animale ha diritto al rispetto; b) l’uomo, in quanto specie animale, non può attribuirsi il diritto di sterminare gli altri animali o di sfruttarli violando questo diritto. Egli ha il dovere di mettere le sue conoscenze e i suoi strumenti al servizio degli animali; ogni animale ha diritto alla considerazione, alle cure ed alla protezione dell’uomo.
2.4) Ogni atto che comporti l’uccisione di un gran numero di animali selvaggi è un genocidio, cioè un delitto contro la specie; b) l’inquinamento e la distruzione dell’ambiente naturale portano al genocidio.
2.5) Nessun animale dovrà essere sottoposto a maltrattamenti e ad atti crudeli; se la soppressione di un animale è necessaria, deve essere istantanea, senza dolore, nè angoscia.
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DIRITTI DI POSSESSO
3) La detenzione forzata di uno o più animali non è consentita.
3.1) E’ illegale qualsiasi detenzione in ambito abitativo di animali cosi’ come il loro commercio.
3.2) L’allevamento in massa di una razza animale non può essere consentita in quanto viola la tutela ambientale e priva l’animale di libertà. 
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TOTALITA’ DELLE SPECIE
4) La fauna mondiale è patrimonio dell’umanità e sotto la tutela di esso.
4.1) Ogni individuo, deve garantire lo sviluppo della natura e mantenerne l’equilibrio intatto. 
4.2) La sperimentazione animale che implica un possesso o una sofferenza fisica o psichica è incompatibile con i diritti dell’ animale sia che si tratti di una sperimentazione medica, scientifica, commerciale, sia di ogni altra forma di sperimentazione; le tecniche sostitutive devono essere utilizzate e sviluppate.
4.3)Ogni specie ha il diritto di vivere il proprio mutamento naturale, che coinvolge un ciclo vitale di creazione ed estinzione;
4.4) Ogni specie in via di estinzione ha il diritto di essere protetta da ogni individuo, governo ente pubblico o privato.
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DIRITTI DI PROTEZIONE
5) Le associazioni di protezione e di salvaguardia degli animali devono essere rappresentate a livello governativo; b) i diritti dell’ animale devono essere difesi dalla legge come i diritti dell’uomo.
5.1) L’animale morto deve essere trattato con rispetto; b)  Deve essere proibita la circolazione di scene di violenza in cui gli animali sono vittime, a meno che non abbiano come fine di mostrare un attentato ai diritti dell’animale.
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TITOLO 3 ° AMBIENTE / DIRITTI AMBIENTALI

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PREMESSA
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Nella Carta ONU del 1945 e nella Convenzione CEDU del 1950 non ci sono accenni al diritto dell’uomo all’ambiente, né alcun riferimento a nozioni di “ambiente” perché all’epoca l’esigenza di inserire questo tema nel catalogo dei diritti non era sentita.
Una prima affermazione in tal senso risale alla Conferenza di Stoccolma (1972) sull’ambiente umano, in cui viene adottata una dichiarazione di principi che riconosce l’ambiente (umano e naturale) come necessario per il benessere e il godimento dei diritti umani basilari. La protezione ambientale rientra perciò all’interno del diritto alla vita, perché senza un ambiente sano e protetto non c’è benessere.
Questo principio viene ribadito sia nella Dichiarazione dell’Aja sull’ambiente (1989) sia nella Risoluzione 45/94 dell’Assemblea generale dell’ONU (1990) in cui si ribadisce la necessità di assicurare un ambiente sano per il benessere degli individui. Nella Dichiarazione di Rio de Janeiro (1992) su ambiente e sviluppo dell’ONU si fa un passo avanti: pur non inserendo il diritto all’ambiente tra i diritti umani, viene riconosciuto un diritto strumentale per la protezione dell’ambiente. Il Principio 10 elenca gli strumenti tramite i quali i cittadini possono essere coinvolti nelle questioni della protezione ambientale:
    
  • Condivisione di informazioni
  • Partecipazione ai processi decisionali
  • Accesso a procedimenti giudiziari e amministrativi
La Convenzione di Aarhus (1998) in Danimarca, organizzata dall’UNECE (United NationsEconomic Commission for Europe), riconosce per la prima volta ai singoli il diritto all’ambiente come principio di diritto internazionale: i singoli possono ricorrere contro le amministrazioni pubbliche che intendono avviare programmi che possono danneggiare l’ambiente. L’ultimo passo finora fatto risale alla Risoluzione 60/2005 dell’Assemblea generale ONU, frutto del lavoro attivo della Commissione sui Diritti umani, che sostiene la coincidenza di ambiente e diritti umani nell’ambito dello sviluppo sostenibile: la protezione dell’ambiente e uno sviluppo sostenibile possono contribuire al benessere umano e, potenzialmente, al godimento dei diritti umani.
I diritti umani e l’ambiente possono svolgere un ruolo integrato e indivisibile nella realizzazione dello sviluppo sostenibile e nell’accesso equo ai beni primari, dimostrando come ambiente e politiche dei diritti dell’uomo si influenzino a vicenda.
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I DIRITTI AMBIENTALI
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DIRITTI DEI PATRIMONI COMUNI
1) I beni Ambientali come la biodiversita , le foreste o altre forme di vita vegetali, sono da considerarsi “patrimoni comuni dell’umanita’“, ogni individuo ha il dovere di preservarli per se stesso e per le generazioni future.
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DIRITTI DI PRESERVAZIONE
2) Tutte le specie viventi vanno preservate e tutti gli individui hanno il dovere di NON PRODURRE nessuno tipo di emissione dannosa per l’ambiente e di conseguenza per gli esseri umani, animali e vegetali; senza NESSUNA esclusione di norme tecniche o leggi che portino benefici economici o politici a singoli individui, governi, enti privati o pubblici.
2.1) Tutti i singoli individui, i governi e gli enti privati o pubblici, hanno l’obbligo di interrompere immeditamente qualsiasi emissione dannosa per l’ambiente vegetale e animale, inclusi pesticidi o sostanze  …ecc..
2.2) Tutti i singoli individui, i governi e gli enti privati o pubblici che interromperanno immediatamente le emissioni dannose, potranno usufruire di fondi destinati esclusivamente all’investimento in tecnologie adatte ad azzerare totalmente le emissioni, affinche possano riprendere le loro produzioni nel minor tempo possibile; potranno inoltre usufruire di particolari fondi per il mantenimento temporaneo di lavoratori dipendenti, strutture e altre esigenze economiche speciali.(DA SISTEMARE)
2.3) Ogni individuo deve impegnarsi a mantenere l’ambiente intatto, permettendo uno sviluppo favorevole a tutte le specie viventi.
2.4) L’ecosistema non può subire variazioni dalla sua forma originale per mano umana. Deve essere tutelato e protetto al fine di garantire la preservazione di tutte le aree del pianeta.
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DIRITTI DI POSSESSO
3) Non può essere considerata illegale nessuna specie appartenente a flora o fauna terrestre.
3.1) Tutti gli individui hanno il diritto di possedere una qualsiasi pianta NATURALE, (non modificata geneticamente o per mano umana) con esclusione di specie a rischio estinzione o che siano tutelate nel loro ambiente.
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Amnesty: “…chiesta mano dura sui migranti dall’Unione Europea”. In Italia pestaggi e torture

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migranti impronte

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“Le autorità italiane dovrebbero accelerare gli sforzi, anche sul piano legislativo, per fornire un quadro giuridico più solido ai fini dello svolgimento delle attività presso i punti di crisi [hotspot], in particolare per consentire l’uso della forza e prevedere disposizioni in materia di trattenimento a più lungo termine nei confronti dei migranti che rifiutano di fornire le impronte digitali. L’obiettivo del 100% dei migranti in ingresso sottoposti a rilevamento delle impronte va raggiunto senza ulteriori indugi” (Commissione europea, Relazione sull’attuazione dei punti di crisi in Italia, 15 dicembre 2015)

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Negli Hotspot italiani

Amnesty conferma: violenze contro i migranti

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di Piero Bosio e Andrea Monti

La denuncia di Amnesty International sulle violenze ai migranti negli hot spot diventa un caso politico, non solo italiano, con pesanti polemiche e accuse.

Le pressioni dell’Unione europea affinché l’Italia usi la “mano dura” nei confronti dei rifugiati e dei migranti hanno dato luogo a espulsioni illegali e a maltrattamenti che, in alcuni casi, possono equivalere a torture. Lo sostiene il rapporto reso pubblico oggi da Amnesty, intitolato “Hotspot Italia: come le politiche dell’Unione europea portano a violazioni dei diritti di rifugiati e migranti”.

Il ministero dell’Interno e la polizia hanno risposto duramente, contestando il rapporto di Amnesty, parlando di falsità. E’ intervenuta anche la Commissione europea, sostenendo che “non risulta che negli hot spot si siano verificate violazioni”. Amnesty ha confermato tutte le denunce e le accuse.

Le contestazioni al rapporto di Amnesty sono partite dal prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento immigrazione del ministero dell’Interno. “ E’ totalmente falso – ha detto Morcone – che le forze di polizia operino violenze sui migranti. Sono rimasto sconcertato nel leggere queste cretinaggini”.

Poi il capo della polizia, Franco Gabrielli: “Le informazioni di cui si avvale il rapporto di Amnesty fanno riferimento a presunte testimonianze, raccolte in forma anonima e che non risiedevano negli hot spot. Smentisco categoricamente che ci siano state violenze sui migranti”.

Infine l’intervento della Commissione europea.

“Non ci risulta che ci siano state violazioni negli hot spot italiani, non ci è stato riportato nulla di tutto ciò”, ha detto Natasha Bertaud, portavoce della Commissione per l’Immigrazione. “Basta sparare sulla Commissione, l’approccio degli hotspot tramite il dispiegamento delle agenzie Ue lavorando a stretto contatto con le autorità italiane e le ong, è quello di assicurare che la raccolta delle impronte digitali, la registrazione e lo screening di tutti i migranti vengano fatti in accordo con la legislazione e gli standard europei ed internazionali e nel pieno rispetto dei diritti fondamentali”.

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, ha respinto le accuse, confermando tutte le denunce, contenute nel rapporto.

Noury, il Prefetto Morcone smentisce categoricamente quello che voi sostenete, parlando di falsità. Cosa risponde?

“Sarebbe bello avere un confronto con lui e a maggior ragione col ministro dell’Interno Alfano. A lui stiamo chiedendo da tempo di incontrarci, ma non ci risponde mai. Tutto quello che è stato documentato in questo rapporto meriterebbe non un diniego puro e semplice, ma un’inchiesta approfondita e indipendente sulle prassi utilizzate negli hot spot e sulle singole denunce raccolte da Amnesty durante le sue missioni di ricerca in Italia, ben quattro durante il 2016”.

Il capo della polizia Gabrielli dice che “le informazioni di cui si avvale Amnesty fanno riferimento a presunte testimonianze anonime di migranti che non risiedevano in alcun hotspot”.

“Noi abbiamo intervistato 170 migranti. Molti provenivano da hot spot, li abbiamo incontrati a Ventimiglia e a Como. Abbiamo parlato con molti migranti anche dentro gli hot spot: penso in particolare a Taranto, che abbiamo visitato più volte. Naturalmente quando si è vulnerabili l’intenzione di sporgere denuncia alle autorità del paese che li sta sottoponendo a maltrattamenti è molto bassa. Queste denunce sono state rese in forma anonima per proteggere queste persone, ma noi conosciamo l’identità di ognuna di loro. Questo è un metodo che Amnesty applica abitualmente. In molti casi si tratta di persone che hanno cercato o cercano tuttora di abbandonare l’Italia e lasciarsi alle spalle le esperienze che ci hanno vissuto il più presto possibile”.

Il Viminale, attraverso il prefetto Morcone, dice che Amnesty costruisce i suoi rapporti a Londra e non in Italia.

“Ripeto che durante il 2016 abbiamo svolto quattro missioni di ricerca in Italia. Credo che complessivamente abbiamo usato centinaia di ore dietro questo fenomeno. Abbiamo incontrato migranti, autorità, ong a Roma, Palermo, Agrigento, Catania, Lampedusa, Taranto, Bari, Genova, Ventimiglia e Como. I nostri ricercatori sono stati fisicamente in tutte queste città. Se si vuol dire che un rapporto fatto da remoto a Londra non è accurato e approfondito, questa affermazione è smentibile sulla base dei luoghi che ho elencato e che abbiamo visitato”.

Il prefetto Morcone parla addirittura di “cretinaggini e falsità”.

“Mi ricorda situazioni che accadevano a metà dello scorso decennio. Ricordo scontri molto duri con l’allora ministro dell’interno Pisanu. Quella era la stagione dei respingimenti di massa. Qualche anno dopo c’è stata quella degli accordi con la Libia, e anche lì lo scontro fu molto duro. Non è piacevole veder liquidare come falsità questo rapporto che si basa su ore e ore di ricerche e interviste individuali”.

Quindi cosa risponde al ministero dell’Interno?

“Che per quanto riguarda i contenuti del lavoro di Amnesty come sempre la ricerca è stata accurata e c’è materiale non per negare quello che è successo, ma per approfondire attraverso un’inchiesta indipendente. Con una battuta direi che è meglio essere cretini che falsi, ma credo che siano entrambe accuse ingenerose. Nessuno mette in evidenza quanto è scritto sia nel rapporto sia nel comunicato stampa riguardo all’Italia come paese che svolge uno straordinario lavoro di ricerca e soccorso in mare. Poi le cose cambiano spesso quando le persone arrivano sulla terraferma e stanno negli hotspot. Abbiamo anche scritto che nella stragrande maggioranza dei casi il comportamento dei poliziotti è professionale, rispettoso della loro etica e della dignità delle persone che hanno di fronte. Come sempre si citano dei casi, si chiede un accertamento e si risponde che stiamo deligittimando un intero corpo di polizia. Questa storia va avanti da anni, se ne parla ogni volta che si tocca il tema del reato di tortura. Questa fase andrebbe superata”.

La portavoce per l’immigrazione della commissione europea ha detto: “non ci è stato riportato nulla di tutto ciò che sostiene Amnesty. Non ci risulta che negli hotspot italiani si siano verificate violazioni”.

“Qui prendo in prestito le parole del prefetto Morcone e dico che forse da Bruxelles non si ha una visione approfondita di quello che accade. Sul piano politico la commissione europea è la responsabile principale di quello che accade. È sua l’idea degli hotspot come luoghi di identificazione frettolosa e sommaria, di impronte digitali da prendere a tutti i costi, poco dopo l’arrivo di persone traumatizzate da viaggi infernali. È la commissione che ha imposto questo all’Italia, dandole come contentino il programma mai attuato di ricollocamenti. Era stato promesso di prendere 40mila persone dall’Italia nel 2015. ne sono state prese solo 1.200 e nel frattempo ne sono arrivate 160mila. Direi che a Bruxelles c’è un grosso problema di comprensione del fenomeno”.

Fonte: Radio Popolare

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Nel 2014, 170mila persone hanno compiuto la traversata e 3.186 sono morte; nel 2015, 153mila hanno compiuto la traversata e 2.794 sono morte; e oltre 153mila persone hanno compiuto la traversata e 3.252 sono morte al 24 ottobre 2016 (Amnesty International)

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Approfondimento:

Hotspot Italia – Amnesty International

(Documento “EUR3050042016ITALIAN.pdf)

Hotspot Italia: i diritti dei rifugiati violati nei centri di identificazione …

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Educare alla pace al tempo della guerra permanente

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pace

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Educare alla pace. Ma cosa significa?

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Educare alla pace: questione complessa. Intanto c’è la parola “educare” che ha valenze differenti per chiunque la pronunci, valenze che per ogni cultura e per ogni diversità di genere, di nazionalità, di religione, hanno differenti sfumature.

Sì, non è facile. Bellissimo osservare la marcia della pace Perugia-Assisi, le persone colorate di sorrisi e parole gentili reciproche, portatrici di un segno di amore e di esempio. Tuttavia, l’educare non parte soltanto da chi come loro è già”arrivato” ad Assisi, parte dal momento della nascita e dai contatti, dalla rete di relazioni quotidiane e dentro la rete. Sicuramente la scuola, fin dal nido, si accorge per prima che i gruppi giocosi e sereni dei piccoli hanno già in sé il germe dei contrasti, e su quei contrasti dovrebbe riflettere e infine agire a seconda delle situazioni affettive ed emotive che si creano volta per volta.

Educare, estrarre il succo più dolce da ognuno e ognuna, presuppone un avvicinamento delicatissimo alla persona del piccolo e ai suoi giovani genitori. Anche ai genitori, i quali appena divenuti tali, vengono toccati dal soffio delle parole “mio”e”io” “la mia educazione è questa”: parole che del resto ogni essere umano “sente” prepotenti dentro di sé allo sbocciare delle relazioni con sconosciuti un po’ “ingombranti”. Inizia qui l’avventura dell’”educazione alla pace”: dai primi passi, i quali, uno dopo l’altro, si mettono in un cammino in una marcia delicata sul duro terreno di “mio”, “io”, “la mia educazione è questa”.

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ARTICOLI CORRELATI

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La figura di chi educa è importante, così come sono importanti la Costituzione e le Leggi. Insieme potrebbero cominciare ad accordarsi ricordando che esse sono qui proprio perché da tempi innumerabili ce ne è bisogno per condurci alla fine, fine che perdura in tempi futuri altrettanto innumerabili. Di esse c’è estremo bisogno e sappiamo bene che non bastano a regolare la convivenza in casa, per le strade, fra amici e, in particolare, insieme con quelli che si considerano gli “altri”.
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Ma se chi educa, chi fa le Leggi, chi dovrebbe tenere in alta considerazione una Costituzione nata proprio per scongiurare le guerre di qualsiasi tipo, da quelle interne a quelle esterne, trova espedienti per aggirare gli ostacoli e riportare il tutto sulla strada della velocizzazione delle scelte che riguardano un intero popolo, si rischia di riprodurre il seme della guerra. Il rischio di una politica del “fare” velocemente è quello di far dimenticare che la democrazia è lenta (per approfondire il bisogno di educare alla lentezza, leggi il quaderno Ci vuole il tempo che ci vuole), che ancora non è compiuta, che sovente dà spazio a chi ha la lingua più lunga e l’intelligenza per portare acqua al proprio “io”, al proprio “mio”, alla convinzione che esista un unico tipo di “educazione”, quella che rispetta i tempi in cui si vive, ma non rispetta quelli a venire. Cioè quelli dell’utopia.
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Tante sono le “scuole” di pensiero e di azione per educare l’infanzia, tuttavia quella costituzionale dei diritti e dei doveri di ogni cittadino e cittadina dovrebbe farci meditare su numerose scelte che sono state fatte e che si fanno per comprendere che per marciare in direzione della “pace”, i singoli della marcia contano eccome, e chi ha a che fare con l’inizio della camminata, insieme con i piccoli singoli che incontra, sa che procede sul territorio minato delle differenti provenienze e, senza annullarle, sa che deve armonizzarle e farle sfociare nell’interiorizzazione del rispetto verso la fioritura di un’affettività accogliente e serena.
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Ma il come farlo è complesso e insidioso perché studi e teorie, cuori e intelligenze proprie e di altri indicano strade che di primo acchito possono sembrare scintillanti di luci, piane e percorribili in velocità, adornate del “nuovo” che avanza per tutto velocizzare e rendere concreto e pragmatico, in linea con i tempi del presente, il quale sempre pretende soluzioni pratiche e di pubblica e facile comprensione. La semplificazione pare bella, eppure va in direzione contraria all’educazione alla pace. A essa sfuggono il tempo della mediazione, il tempo della ricerca, il tempo del dialogo che si fa conversazione, il tempo dei corpi che si devono avvicinare negli spazi dati, il tempo del compromesso verso l’alto, il tempo del giudizio che scarta, sfuggono gli scarti da recuperare, le ferite da curare.

Educare alla pace si potrebbe, se si comprendesse che la guerra nasce nel cuore dei piccoli di tutto il mondo quando li si induce con strumenti educativi a marcare più le differenze d’origine che non ad esaltare le possibilità della “bravura” individuale costruita insieme con altre “bravure” individuali.

La guerra nasce nei cuori dei piccoli quando li si educa a essere principi unici e li si esalta per un principato che esclude le ragioni dell’altro, i procedimenti dell’altro, le debolezze e i punti di forza dell’altro. Nasce così e si perpetua nella Storia dei popoli.

La guerra è qui, nei nostri condomini, nei nostri giardini, nei giocattoli dei piccoli, nei cortili, in spiaggia, in montagna e tante volte nella nostra scuola dei piccoli quando non li aiuta a gioire delle proprie scoperte, a mediare i conflitti, a imparare a diventare maestri di se stessi, quando li differenzia con scale di giudizio o parole giudicanti. Ma la guerra è nei cuori dei bambini anche se si sentono presi per il naso da adulti insinceri che invece di aiutarli ad accedere al sapere in modo profondo e competente, li blandiscono e non li ascoltano ragionare, sbagliare, riprendersi e ricadere, quando non li avviano alla bellezza dello studio personale che dà ai singoli la possibilità di sapere il perché della propria storia e di quella della Terra su cui vivono, il perché delle cose, il perché delle differenze fra culture e costumi. La via della pace è fatta di scalini che andrebbero saliti ogni giorno insieme, proprio a cominciare dal respingere tutto ciò che non ha sfumature, che ha fretta, che può rientrare in schemi, per inglobare, stringere, rafforzare tutto ciò che è complesso, inaspettato, nuovo e diverso. Sorprendentemente chi insegna per educare e anche istruire alla pace per mezzo dello studio della storia degli altri, sa che tutte le programmazioni e i progetti, anche i più straordinari e comprensivi di aneliti di libertà e creatività rassicurano a tal punto l’adulto da rischiare di trasformarlo in un despota inconsapevole se la sua sicurezza viene minata dagli innumerevoli “casi” dell’umanità che lo stesso adulto incontra mentre “pretende” adesione a ciò in cui crede. La guerra nasce dai piccoli dispotismi di ogni giorno. E la pace nasce da un ascolto talmente difficile ma talmente necessario da diventare quello che indica giorno per giorno una programmazione e una progettazione diversi.

E a ogni buon conto, l’idea di cosa sia la pace nasce ogni attimo nel quotidiano quando riconosciamo il seme della guerra in noi e negli altri nel momento in cui abbandoniamo lo sforzo del cammino sulla strada tortuosa della democrazia, sforzo immane che spesso stanca e fa prendere scorciatoie, le quali però portano dritte dritte al sentimento guerriero che alberga in chi si sente respinto e abbandonato al proprio destino solitario.

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* Maestra, autrice di “2014, odissea nella scuola”, ha aderito alla campagna Facciamo Comune insieme

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Fonte: comune-info

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