Category Archives: diritti_lotte

Ragazzo “effeminato” tolto alla famiglia. Manifestazione a Venezia.

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Contro le discriminazioni nei confronti dell’orientamento sessuale e della disabilità dei minori, gli allontanamenti facili e contro i trattamenti sanitari obbligatori camuffati nei confronti dei bambini

Venezia. Martedì 17 gennaio alle ore 11 davanti al Tribunale dei minori di Venezia si terrà una manifestazione contro la controversa decisione del Tribunale di Venezia, e per sostenere il diritto dei bambini a crescere coi genitori in assenza di gravi e conclamati motivi. La manifestazione è indetta da Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, Genitori Sottratti, Genitori Separati dai figli e Pronto.Soccorso.Famiglia.
Sebbene il Tribunale abbia sostenuto di “non avere preconcetti relativi alle tendenze legate alla sfera sessuale”, questa decisione rappresenta un precedente pericoloso che va denunciato e contrastato.
Tra i motivi dell’allontanamento addotti dal Tribunale ci sarebbe anche il “disturbo di personalità” del minore. A nostro avviso si tratta in effetti di un Trattamento Sanitario Obbligatorio a tempo indeterminato perpetrato nei confronti di un bambino.

Questo non è l’unico caso di provvedimenti di allontanamento e limitazione della responsabilità genitoriale per futili motivi, basati principalmente su perizie o valutazioni psichiatriche di problemi comportamentali o disagi psichici veri o presunti. Ricordiamo il caso del sedicenne di Bassano, trasferito in una comunità protetta nel 2013 su ordine del Tribunale per i Minori di Venezia perché la famiglia si rifiutava di fargli assumere psicofarmaci (decisione poi ribaltata in Appello).

Queste decisioni prese nei confronti di minori affetti da problemi comportamentali violano l’articolo 13, l’art. 30 e l’art. 32 della Costituzione Italiana e sono, di fatto, dei trattamenti sanitari obbligatori imposti a dei bambini. Se in contrasto con la volontà manifestata dal minore, violano altresì l’art. 12 comma 2 della Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall’Italia con legge del 27 maggio 1991 n. 176, e l’art. 10 della Convenzione europea sull’esercizio dei diritti dei fanciulli, fatta a Strasburgo il 25 gennaio 1996 e ratificata con legge del 20 marzo 2003 n. 77.

Gli allontanamenti facili sono prodotti dall’appiattimento dei giudici sulle perizie di psichiatri e psicologi. Tramite valutazioni – per loro stessa natura soggettive e opinabili – alcuni psichiatri, psicologi e assistenti sociali, indottrinati sul modello biologico della mente e incapaci di usare buon senso e umanità, possono indurre il Tribunale dei minori a prendere provvedimenti drastici e drammatici, allontanando i figli alla famiglia, collocandoli in comunità tutelari per minori, mettendoli poi sotto indagine, analisi e quant’altro. La famiglia, nella maggioranza dei casi, è totalmente impotente di fronte a questo sistema che, se i genitori si rifiutano, opera con l’ausilio, della forza pubblica.

Chiediamo ai giudici di riprendere il loro ruolo di perito dei periti, usando buon senso nelle loro decisioni. L’allontanamento dovrebbe essere applicato solo in casi conclamati di violenza o abuso (documentati da prove oggettive – non da perizie psichiatriche) perché l’eccesso di zelo di alcuni operatori psico-sanitari può condurre ad allontanamenti per futili motivi, facendo più male che bene.
Gli organizzatori sono uniti dalla necessità di prevenire le discriminazioni di qualsiasi natura sui bambini e di migliorare la tutela dei bambini.

  • Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani ONLUS – Vicepresidente Silvio De Fanti

  • Genitori Sottratti – Presidente Roberto Castelli

  • GESEF – Genitori Separati dai figli – Presidente Vincenzo Spavone

  • P.S.F– “Pronto Soccorso famiglia” ONLUS – Vicepresidente Rosanna Romano

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Fonte: CCDU (Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani)

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Trump: “Non è che creda tanto nel surriscaldamento globale”. Bisogna fermarlo!

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Un uomo potrebbe distruggere il futuro del pianeta tra 25 giorni. Sì, Donald Trump.

E non dovrà neanche  usare  le atomiche, gli basterà mantenere la promessa di ritirare gli Stati  Uniti dall’accordo di Parigi sul clima, e che lo seguano altri dei più grandi paesi inquinanti come India o Russia!

Ma abbiamo una soluzione: rendere Trump irrilevante.

La California, New York e imprese come Google hanno  già reagito ponendosi degli obiettivi ancora  più ambiziosi per ridurre le loro emissioni. E se ora li convinciamo a fare da apripista a una coalizione di città, regioni e aziende che, tutte assieme, facciano rispettare gli obiettivi USA sul clima, l’accordo di Parigi può resistere. Indipendentemente da Trump.

Consegnamo un milione di firme da tutto il mondo!

Clicca per firmare!

Potrebbe davvero funzionare. Alcuni degli stati e delle aziende più grandi si sono già messe in moto: Google ad esempio si è impegnata a passare al 100% di energia pulita entro il prossimo anno!

E se regioni e città tra le più popolose come la California,  New York,  Chicago e  Los Angeles si  mettessero assieme, secondo gli esperti potrebbe non essere neanche  necessario l’apporto  del  governo di  Trump per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni degli Stati Uniti! Possiamo salvare l’accordo di Parigi dal basso.

Avaaz ha già  cominciato a  spingere  per  questo piano  con  gli  addetti  ai lavori, che  hanno risposto  che una grande pressione pubblica  può  contribuire  a costruire  questa  coalizione  di  leader  per il clima. Portiamo  un  milione di firme da tutto il mondo a sindaci, governatori e amministratori delegati americani:

Clicca per firmare!

I politici cambiano, i fatti no. Per questo il nostro movimento è così importante. Parigi ha segnato una svolta e un’accelerazione verso un clima più sicuro. Possiamo continuare su quella strada, a prescindere da chi è al potere. Rispondiamo al negazionismo di Trump con la coalizione e il movimento di cui abbiamo bisogno per salvare il pianeta.

Con speranza,

Christoph, Alice, Nick, Risalat, Ricken e tutto il team di Avaaz

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Fonte: Avaaz

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Approfondimento

Clima: sindaci Usa, noi avanti a prescindere da Trump (ANSA)

Usa, con la nomina del “negazionista” Pruitt all’Epa parte la guerra di Trump all’ambiente. “E’ emergenza totale” (Il Fatto Quotidiano)

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La promessa di Google: dal 2017 comprerà solo energie rinnovabili (Repubblica)

Clima, chiusa la Cop 22. Timori sulla posizione degli Usa di Trump (Affari italiani)

Trump chiede i nomi di chi ha lavorato sul clima. Gli scienziati: salviamo i dati (Lifegate)

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Padova 20 gennaio 2017: “Contro la pena di morte viva. Per il diritto a un fine pena che non uccida la vita”

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noergastolo

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Giornata di dialogo con ergastolani, detenuti con lunghe pene, loro famigliari

20 gennaio 2017 – Casa di reclusione di Padova

Giornata di dialogo con ergastolani, detenuti con lunghe pene, e con i loro figli, mogli, genitori, fratelli, sorelle.
Da tempo la redazione di Ristretti Orizzonti pensava a una giornata di dialogo sull’ergastolo, ma anche sulle pene lunghe che uccidono perfino i sogni di una vita libera, una giornata che avesse per protagonisti anche figli, mogli, genitori, fratelli e sorelle di persone detenute, perché solo loro sono in grado di far capire davvero che una condanna a tanti anni di galera o all’ergastolo non si abbatte unicamente sulla persona punita, ma annienta tutta la famiglia.
Per anni siamo rimasti intrappolati in questa logica che “i tempi non sono maturi” per parlare di abolizione dell’ergastolo, e quindi non ci abbiamo creduto abbastanza, non abbiamo avuto abbastanza coraggio.
Ma poi un pensiero fisso ce l’abbiamo, ed è quello che ci spinge a fare comunque qualcosa: non vogliamo abbandonare quelle famiglie, non vogliamo far perdere loro la speranza.

Allora il 20 gennaio 2017 invitiamo a dialogare, con le persone condannate a lunghe pene e all’ergastolo e i loro figli, mogli, genitori, fratelli e sorelle:
parlamentari che si facciano promotori di un disegno di legge per l’abolizione dell’ergastolo e che si attivino per farlo calendarizzare, o che comunque abbiano voglia di confrontarsi su questi temi;
uomini e donne di chiese e di fedi religiose diverse, perché ascoltino le parole del Papa, che ha definito l’ergastolo per quello che è veramente: una pena di morte nascosta;
uomini e donne delle istituzioni, della magistratura, dell’università, dell’avvocatura, intellettuali, esponenti del mondo dello spettacolo, della scuola, cittadini e cittadine interessati.

Non vogliamo aver paura di parlare apertamente di abolizione dell’ergastolo, di quello ostativo ma anche di quello “normale”, perché il fine pena mai non può in nessun caso essere considerato “normale”. Ma non vogliamo neppure avere solo obiettivi alti, e poi dimenticarci di come vivono le persone condannate all’ergastolo o a pene lunghe che pesano quanto un ergastolo. È per questo che proponiamo di dar vita a un Osservatorio, su modello di quello sui suicidi:
per vigilare sui trasferimenti da un carcere all’altro nei circuiti di Alta Sicurezza;
per mettere sotto controllo le continue limitazioni ai percorsi rieducativi che avvengono nelle sezioni AS (poche attività, carceri in cui non viene concesso l’uso del computer, sintesi che non vengono fatte per anni);
per monitorare la concessione delle declassificazioni, che dovrebbe essere, appunto, non vincolata a relazioni sulla pericolosità sociale che risultano spesso stereotipate, con formule sempre uguali e nessuna possibilità, per la persona detenuta, di difendersi da accuse generiche e spesso prive di qualsiasi riscontro. Nessuno sottovaluta il problema della criminalità organizzata nel nostro Paese, e il ruolo delle Direzioni Antimafia, ma qui parliamo di persone in carcere da decenni, già declassificate dal 41 bis perché “non hanno più collegamenti con le associazioni criminali di appartenenza”, e parliamo di trasferirle da un circuito di Alta Sicurezza a uno di Media Sicurezza, non di rimetterle in libertà;
per accogliere le testimonianze e le segnalazioni dei famigliari delle persone detenute, che non trovano da nessuna parte ascolto;
per raccogliere sentenze e altri materiali, fondamentali per non farsi stritolare da anni di isolamento nei circuiti di Alta Sicurezza e per spingere la Politica a occuparsi di questi temi con interrogazioni e inchieste;
per cominciare a mettere in discussione, finalmente, il regime del 41 bis con tutta la sua carica di disumanità;
per rendere tutto il sistema dei circuiti di Alta Sicurezza e del regime del 41 bis davvero TRASPARENTE.

Di tutto questo vorremmo parlare il 20 gennaio a Padova, ma non vi chiediamo semplicemente di aderire a una nostra iniziativa.
Vi chiediamo di promuovere con noi questa Giornata, di lavorare per la sua riuscita, di prepararla con iniziative anche in altri luoghi e altre date, e soprattutto di fare in modo che non finisca tutto alle ore 17 del 20 gennaio, ma che si apra una stagione nuova in cui lavoriamo insieme perché finalmente “i tempi siano maturi” per abolire l’ergastolo e pensare a pene più umane.

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Hanno aderito e parteciperanno:

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Ergastolani, detenuti con lunghe pene, e i loro figli, mogli, genitori, fratelli, sorelle

Pasquale Zagari, ex detenuto, condannato all’ergastolo, la pena gli è stata rideterminata a 30 anni in seguito a una sentenza della Corte europea

Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti dei detenuti

Sabina Rossa, figlia di Guido Rossa, sindacalista ucciso dai terroristi nel 1979

Gherardo Colombo, ex magistrato, è appena uscito “La tua giustizia non è la mia”, dialogo sulla Giustizia scritto a quattro mani con Piercamillo Davigo

Rita Bernardini, Partito Radicale

Il senatore Pietro Ichino, che ha avuto un interessante scambio sui temi del 41 bis e dei circuiti con i detenuti dell’Alta Sicurezza

Il deputato Alessandro Zan, che sta portando avanti con noi la battaglia a tutela degli affetti delle persone detenute

Il senatore Giorgio Santini, Partito Democratico

Gennaro Migliore, sottosegretario alla Giustizia

Roberto Piscitello, Direttore della Direzione generale Detenuti e Trattamento del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria

Giovanni Maria Flick, giurista, presidente emerito della Corte costituzionale, ex ministro della Giustizia

Marcello Bortolato e Linda Arata, magistrati di Sorveglianza a Padova

Sergio Staino, fumettista e disegnatore “storico” della sinistra, oggi direttore dell’Unità

Francesca De Carolis, giornalista Rai e curatrice del libro “URLA A BASSA VOCE. Dal buio del 41 bis e del fine pena mai”

Carmelo Sardo, giornalista del TG5, autore con Giuseppe Grassonelli, ergastolano, del libro “Malerba”

Maria Brucale, avvocato della Camera penale di Roma e componente del direttivo di Nessuno tocchi Caino

Davide Galliani, Professore associato di Istituzioni di diritto pubblico, è autore, tra l’altro, del saggio “La concretezza della detenzione senza scampo”

Giuseppe Mosconi, Sociologo, Padova

Francesca Vianello, Università di Padova

Susanna Vezzadini, Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna

Fabio Federico, avvocato del Foro di Roma

Lia Sacerdote, Associazione Bambinisenzabarre

Annamaria Alborghetti, avvocato di Padova

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Hanno aderito le seguenti Associazioni:

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– Associazione “Liberarsi”

– Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia 

– Associazione “Yairaiha Onlus”

– Associazione “Forza dei Consumatori”

– Associazione “Memoria condivisa”

– Osservatorio carceri delle Camere Penali

Camera Penale di Padova

– Camera Penale di Milano

– Associazione “Fuori dall’Ombra”

– Associazione “Bambinisenzabarre”

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Fonte: Ristretti Orizzonti

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