Category Archives: diritti_lotte

Clorpirifos: il pesticida più pericoloso. Firmiamo per vietare il Clorpirifos!

.

.

.

Clorpirifos è il pesticida più pericoloso e meno conosciuto, può causare tumori, danni cerebrali e disturbi al sistema nervoso ed è ovunque.

Il clorpirifos è lo scandaloso segreto dell’industria chimica, tenuto lontano da media e opinione pubblica per mantenere le sue strepitose vendite. E non c’è da stupirsi che lo vogliano nascondere: è un derivato del gas nervino sviluppato nei laboratori degli scienziati nazisti — che ora ci ritroviamo in cibo, aria e acqua!

Ma abbiamo un’occasione eccezionale di farlo vietare. L’Europa sta decidendo se proibirne l’uso, e presto arriveranno scelte simili anche per gli enormi mercati del Brasile e degli Stati Uniti. Assicuriamoci che venga messo al bando in Europa e poi usiamo tutto il potere del nostro movimento per farlo vietare ovunque!

Firma ora e condividi con tutti: quando avremo una grande raccolta di firme, ci uniremo alle vittime del clorpirifos per consegnare la petizione alle autorità di regolamentazione di tutto il mondo:

C’è chi difende il clorpirifos perché è un pesticida molto efficace — il ché non sorprende visto che deriva dalle sostanze chimiche sviluppate per produrre il gas nervino! Potrebbe essere una delle cose più tossiche mai sparse sul nostro cibo.

I possibili effetti sul corpo umano sono devastanti, dal cancro ai polmoni al morbo di Parkinson. E i bambini sono esposti a enormi pericoli, per i possibili danni allo sviluppo cerebrale e al quoziente intellettivo.

Ora abbiamo la possibilità di fermarne l’uso. Possiamo pesare sull’imminente decisione europea per ottenere il divieto, e poi contribuire a lanciare un movimento contro l’uso di questa sostanza anche in altri grandi mercati in tutto il mondo, a partire dal Brasile e dagli stati americani delle grandi aziende agricole in cui a breve si prenderanno decisioni importanti.

Firma ora e condividi con tutti: facciamo sparire al più presto questa sostanza chimica tossica dalla nostra tavola e dall’organismo dei nostri bambini:

La nostra comunità ha avuto un ruolo centrale nella lotta contro il glifosato, e quando il colosso chimico Monsanto ci ha portato in tribunale per la nostra campagna, tutti assieme abbiamo vinto! Il clorpirifos è anche peggio — quindi fermiamo la diffusione di questo veleno prima che faccia altri danni!

.

.

Firma per vietare il clorpirifos!

.

.

Con speranza e determinazione,

Pascal, Spyro, Luis, Antonia, Aloys, Rosa, Melanie, Bert, Ricken e tutto il team di Avaaz

.

Fonte: AVAAZ

.

.

.

.


RAGAZZI IRRESPONSABILI: il docu-film su Fridays for Future in Italia

.

.

.

In questi giorni Terra Nuova, in collaborazione con Italia che Cambia, ha lanciato una nuova importante campagna di raccolta fondi per sostenere la realizzazione del primo film-documentario sul movimento dei Fridays For Future in Italia. Lo scopo del progetto è quello di documentare anche nel nostro Paese la nascita di un movimento che sta segnando una svolta nell’ambientalismo di tutto il mondo e contribuire alla sua diffusione.

Ecco il link al progetto: www.terranuovalibri.it/ragazzi-irresponsabili

Regista del film-documentario è Ezio Maisto, sceneggiatore tre volte finalista al Premio Solinas, giornalista di Italia che Cambia, da sempre sensibile alle tematiche ambientali. Fra i suoi lavori, premiati in più di 30 festival, il cortometraggio Vistamare, girato nel più grande insediamento abusivo d’Europa e presentato in concorso al Giffoni Experience, la più importante rassegna di cinema per ragazzi del mondo. Le riprese del primo capitolo del film sono già state completate in Friuli Venezia Giulia e sono ora in fase di montaggio. Le prossime riprese verranno effettuate a fine settembre 2019.

I fondi raccolti verranno utilizzati per noleggiare le attrezzature, per gli spostamenti in treno o camper, per il lavoro dei tecnici (direttore della fotografia, fonico, edizione, organizzazione). Il resto servirà a finanziare la post produzione (montaggio audio e video, musiche originali, color correction, sottotitoli in inglese, finalizzazione del progetto) e la distribuzione attraverso web, sale e festival. Si tratta di un film che resterà un progetto indipendente, a basso costo e con il minor impatto ambientale possibile.

Ci sono due modi in cui ci puoi aiutare a sostenere questo progetto:

PARTECIPARE al crowdfunding, anche con una cifra minima. A ogni donazione sono collegati dei premi che Terra Nuova ha messo al servizio dell’iniziativa: l’abbonamento al mensile Terra Nuova, una maglietta eco-sostenibile, il libro “E ora si cambia”, l’albo illustrato sul cambiamento climatico “Insieme per salvare il mondo”… e ovviamente anche il DVD del film una volta completato.

FARE PASSAPAROLA. Questo è un aiuto per noi preziosissimo. Se hai partecipato ai nostri progetti precedenti, conoscerai sicuramente chi può essere interessato al progetto: condividilo sui social, per email, su WhatsApp… e naturalmente nel modo meno moderno ma più prezioso: di persona!

L’indirizzo semplificato www.terranuovalibri.it/ragazzi-irresponsabili può aiutarvi nella diffusione. Se però lo fate direttamente copiando il link su Facebook/Instagram/Twitter oppure su WhatsApp, è preferibile utilizzare l’indirizzo principale del progetto che è il seguente:

https://www.produzionidalbasso.com/project/ragazzi-irresponsabili-il-film-su-fridays-for-future-in-italia/

GRAZIE per tutto quello che vorrai fare per sostenerci!

.

VIDEO

.

Terra Nuova e Italia che Cambia

==

.

.

Per qualsiasi informazione, contattateci:

web@terranuova.it 

055 3215729 int. 4

.

IL NOSTRO NUOVO NUMERO DEDICATO AL CLIMA:

https://www.terranuovalibri.it/fascicolo/dettaglio/terra-nuova-ottobre-2019-9788866814924-236449.html

.

LE NOSTRE ULTIME NEWS SULLA CRISI CLIMATICA:

https://www.terranuova.it/tags/view/Ambiente/clima

.

.

.

.


Vogliamo fermare la distruzione della Foresta Amazzonica? La soluzione è in mano nostra!

.

.

.

L’Amazzonia brucia per la carne, non per il tofu

.

Molti parlano e scrivono dell’Amazzonia incendiata, in queste settimane, e se non altro per la gran parte dicono la verità, cioè che la prima causa degli incendi – sempre appiccati dall’uomo – è la volontà di creare spazi per il pascolo dei bovini. Non a caso già nel 2003 il Centro per la Ricerca Forestale Internazionale intitolava “Hamburger connection” il suo report sul disboscamento della foresta amazzonica.

D’altra parte, se si vuole continuare con gli attuali consumi di carne, non esiste altra soluzione che disboscare (non solo in Amazzonia, ma dappertutto): non c’è più spazio sul pianeta.

Molti citano anche l’utilizzo del territorio così deforestato per la coltivazione della soia: anche questo è verissimo, ma capita che lettori disattenti o frettolosi non leggano fino in fondo e non si rendano conto che la soia coltivata non è quella che si utilizza per il tofu e il latte di soia per il consumo umano, ma è quella usata nei mangimi per gli animali d’allevamento ed esportata soprattutto in Europa.

In definitiva, dunque, quasi tutto il disboscamento effettuato in Amazzonia – si parla di ben oltre l’80% – ha come causa prima la produzione di carne: quella dei bovini allevati nella ex-foresta stessa e quella di altre specie animali, allevati in altri paesi, nutriti con la soia dell’Amazzonia.

.

La sostenibilità della soia

Non è dunque proprio il caso di immaginarsi che la soia per il consumo umano sia una coltivazione non sostenibile: è del tutto sostenibile, come quella degli altri legumi. Anzi, di più, perché le proprietà nutritive della soia sono eccezionali, quindi a parità di risorse fornisce una quantità – e qualità – di nutrienti maggiore.

Dai cibi vegetali ricaviamo nutrienti in modo diretto, senza sprechi: da quelli animali no, perché per ottenere un kg di carne occorre nutrire l’animale con circa 15 kg di vegetali, in media.

Se più persone consumassero soia anziché carne o pesce, latticini e uova, non ci sarebbe certo bisogno di disboscare le foreste per far posto a pascoli e coltivazioni di mangimi: per la produzione di cibi di origine animale si utilizza nel mondo l’83% dei terreni agricoli, ricavando da essi solo il 18% delle calorie globali della dieta [J. Poore, T. Nemecek, Reducing food’s environmental impacts through producers and consumers, Science, 1 giugno 2018 (Vol. 360, Issue 6392, pp. 987-992, DOI: 10.1126/science.aaq0216)].

Questo significa che, a parità di calorie, il consumo di terreni per la produzione di cibo animale è 22.3 volte maggiore di quello necessario per la produzione di vegetali!

.

Le foreste in continua distruzione

Qualcuno suggerisce che non serva preoccuparsi così tanto per questi incendi, dato che succede ogni anno. Ma proprio perché succede ogni anno, da decenni, bisogna preoccuparsi, perché significa che si continua a deforestare e la situazione è sempre più grave e siamo sempre più vicini al punto di non ritorno.

Si parla di 13 milioni di ettari di foreste tropicali distrutti annualmente. In Amazzonia, oltretutto, negli ultimi anni le cose stanno peggiorando e si teme che, per la prima volta negli ultimi 10 anni, nel 2019 si raggiungano i 10 mila km quadrati di foresta amazzonica disboscata.

E tutto per mangiare carne. L’ha ribadito pochi giorni fa anche un rappresentante dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale): “Una parte significativa dell’offerta globale di carne bovina, compresa gran parte dell’offerta di carne in scatola in Europa, proviene da terreni che un tempo erano la foresta pluviale amazzonica.” [“Amazzonia, in fiamme la grande riserva di carbonio e fonte di ossigeno per il pianeta”, 23 agosto 2019]

.

Basta evitare il manzo dell’Amazzonia?

Evitare questa specifica carne – come alcuni stanno suggerendo – non è certo una soluzione: finché si continua a consumare prodotti derivanti dall’allevamento, qualsiasi sia la specie animale e in qualunque posto sia l’allevamento, si consuma una quantità enorme di territorio, come dimostrano i dati citati sopra. E quindi non c’è altra soluzione che disboscare, per creare pascoli e coltivazioni di mangimi. Se non è in Amazzonia è da un’altra parte e ormai non ci sono più terreni sfruttabili sul pianeta, senza disboscare.

Se si vuole prendere davvero posizione e fare qualcosa di concreto per l’Amazzonia – e per tutto il resto del pianeta – c’è una soluzione sola: smettere con la carne, prima possibile.

.

Vuoi fare la scelta più giusta? Ti aiutiamo noi.

Se smettiamo con la carne, di tutte le specie animali, pesci inclusi, e con gli altri prodotti animali, non salveremo solo l’Amazzonia, ma anche moltissimi animali e miglioreremo la nostra salute, scegliendo di preparare i nostri piatti coi tanti ingredienti vegetali esistenti.

La cosa positiva è che non dobbiamo aspettare interventi dall’alto, dai governi, dalle istituzioni internazionali: la soluzione è in mano nostra, basta pochissimo per cambiarle le cose.

Si tratta solo di cambiare abitudini: se ti sembra difficile, se temi di dover fare troppe rinunce, rassicurati, è molto più facile di quel che sembra e non si deve rinunciare alla buona tavola.

Richiedi il nostro Vegan Starter Kit gratuito per ottenere tutte le informazioni pratiche per fare questa scelta sostenibile per tutti.

VAI AL VEGAN STARTER KIT

.

Fonte: agireora.org

.

.

.

.