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Mentre la kermesse sanremese occupa i media nazionali il cinema italiano trionfa a Berlino

 

di maribù duniverse

Mentre è ancora in atto in Italia, al Festival di Sanremo,  un ridicolo terremoto con epicentro sullo pseudo- predicatore Celentano e sulla farfalla di Belen,  a Berlino al 62° Festival Internazionale del Cinema viene assegnato l’Orso d’Oro al film “Cesare deve morire” dei fratelli Taviani. L’Italia, dopo 21 anni, torna a vincere un ambito premio con un film che all’inizio aveva suscitato delle perplessità per i suoi contenuti. Il film è imperniato sulle prove, nel carcere di Rebibbia nella sezione “Fine pena mai”, di una rappresentazione del Giulio Cesare di Shakespeare . Nella pellicola vengono messi a nudo tutti i sentimenti dei detenuti-attori, dall’ansia alla speranza,  dal dolore allo stupore. Vengono anche analizzate le difficoltà e le incertezze dei  detenuti che provano ad  immedesimarsi nei personaggi della tragedia. Da tutto ciò non rimangono fuori i duri contrasti della routine carceraria. Contrasti che metteranno a rischio la riuscita dello spettacolo. I due registi toscani hanno scelto di utilizzare, per rendere l’opera più affascinate,  il bianco e nero.

Non dimentichiamo il senso di questo festival, infatti,  Paolo e Vittorio Taviani ci tengono a sottolineare: ” Ci fa piacere vincere un premio in un festival come questo che non ha un indirizzo generico, ma che al contrario ha un carattere molto specifico: cerca forze nuove e cerca forze che si appassionano a tematiche sociali“. Ed hanno aggiunto: “In questo momento anche nelle celle di Rebibbia i nostri attori, i nostri amici i nostri complici, perché quando si fa insieme un’opera siamo dei complici, penso che siano là e si sentano vicini a noi“. Chiudono poi l’intervista con questa eloquente espressione: ” Spero che qualcuno tornando a casa dopo aver visto ‘Cesare deve morire’ pensi che anche un detenuto, su cui sovrasta una terribile pena, è e resta  un uomo. E questo grazie alle parole sublimi di Shakespeare“.

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Penso sia doveroso ricordare che alla Berlinale è stato presentato anche il duro docu- film “ Diaz – Non pulite questo sanguedi Daniele Vicari che ha vinto il Premio del pubblico nell’ importante sezione “Panorama”.

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Tutti i vincitori:

Orso del miglior film
Cesare deve morire [trailer, film focus] – Paolo e Vittorio Taviani

Orso d’argento – Gran Premio della Giuria
Just The Wind – Bence Fliegauf

Orso d’argento del miglior regista
Christian Petzold – Barbara [trailer]

Orso d’argento della miglior attrice
Rachel Mwanza – Rebelle

Orso d’argento del miglior attore
Mikkel Boe Følsgaard – A Royal Affair [trailer]

Orso d’argento della miglior sceneggiatura
Rasmus Heisterberg, Nikolaj Arcel – A Royal Affair [trailer]

Orso d’argento del miglior contributo artistico
Lutz Reitemeier – White Deer Plain

Premio Alfred Bauer
Tabu [trailer] – Miguel Gomes

Menzione speciale
L’Enfant d’en haut [trailer] – Ursula Meier

Premi dei cortometraggi
Orso d’oro: Rafa – João Salaviza
Orso d’argento: Gurenhto Rabbit
Menzione speciale: Licuri Surf

Premio FIPRESCI
Concorso: Tabu [trailer] – Miguel Gomes
Panorama: L’âge atomique [trailer] – Héléna Klotz
International Forum of New Cinema: Hemel – Sacha Polak

Europa Cinemas Label
My Brother the Devil – Sally El Hosain           (Fonte: Cineuropa)

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Approfondimento

Festival Internazionale del cinema di Berlino  (Berlinale)

Paolo e Vittorio Taviani

Shakespeare in carcere e i giorni della Diaz, lampi di storia a Berlino

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Berlinale 2012: Diaz – Non pulite questo sangue

 

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di Valentina Di Michele

In una sala meno affollata di quanto l’attesa intorno al film facessero sperare, è stato presentato oggi (12 febbraio 2012) nella sezione Panorama Special della Berlinale Diaz – Non pulite questo sangue [trailer], nuovo film di Daniele Vicari (Il passato è una terra straniera), che torna ad accendere i riflettori su una delle pagine più discusse della recente storia italiana.

Nel luglio 2001, il Governo italiano (allora guidato da Silvio Berlusconi) decise di ospitare il summit del G8 a Genova. La scelta, molto criticata sin dall’inizio per la particolare topografia della città portuale – strade strette e labirintiche, di fatto incontrollabili -, si rivelò drammatica: Genova fu invasa da circa 700 tra associazioni pacifiste e no-global, e divenne presto teatro di violentissimi scontri tra polizia e manifestanti, culminati con la morte di uno di essi, Carlo Giuliani.

Di fronte ad un materiale tanto ricco, Vicari sceglie di costruire un vero e proprio film bellico (con tanto di scene di massa e centinaia di stunt e comparse) intorno ad un solo episodio, il brutale assalto della polizia alla scuola Diaz e le violenze della caserma di Bolzaneto.

Il film, frutto di un lavoro di ricerca sugli atti processuali durato ben due anni, si apre su una scena di guerriglia urbana, e appare subito chiaro che a Genova è in corso una guerra fra black block e forze armate, e che tutti, dai cittadini ai manifestanti, fino al comitato di coordinamento delle manifestazioni anti-G8 (il Genoa Social Forum) sono coinvolti. La sensazione di coralità viene ribadita dalla volontà del regista di non avere un unico protagonista, ma vari personaggi in movimento in una città ormai nel caos: un poliziotto con scrupoli morali (Claudio Santamaria), un giornalista (Elio Germano) e numerosi giovani, perlopiù stranieri, del colorato popolo della protesta. (leggi tutto)

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Fonte:  cineuropa

 



Venezia 2011: il cinema con i migranti.

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Presentati oggi alla Casa degli Autori alla 68 Mostra di Arte Cinematografica di Venezia l’elenco, pubblicato in fondo all’e-mail, e i messaggi dei firmatari dell’appello Venezia 2011: il cinema con i migranti.

In un festival molto caratterizzato da film italiani sull’immigrazione, quest’appello di registi, attori e artisti del cinema lancia un messaggio chiaro di denuncia e sensibilizzazione.
Chiediamo che:
1. Si intensifichino gli sforzi a livello internazionale per ridurre l’eccidio intollerabile di profughi in fuga dalla Libia. E’  disumano ciò che è successo dal marzo 2011 ad oggi: civili in fuga da un Paese sotto attacco militare sono stati lasciati completamente soli ad affrontare il mare, con un bilancio di almeno 1500 vittime. E’ dovere umanitario internazionale ed italiano in primis, fare di tutto perché chi fugge da una guerra a cui il nostro stesso paese partecipa, peraltro con l’obiettivo dichiarato di proteggere i civili, sia adeguatamente tutelato.
2. Si riconosca senza esitazione a tutti i profughi in fuga dalla Libia la possibilità di ottenere o una protezione umanitaria in Italia o, se espressamente richiesto dalla persona interessata, un rimpatrio assistito nel proprio Paese di provenienza.
3. Contemporaneamente ci si impegni a non replicare mai in futuro la scellerata politica dei respingimenti, attivata nel maggio 2009 con l’allora “amico” Gheddafi nonostante le denunce di vari organismi internazionali. Nessun respingimento in mare è accettabile, né verso la Libia né verso altri Paesi, come purtroppo sembra stia succedendo nelle ultime settimane verso la Tunisia.
4. Venga abolito il reato di clandestinità e si blocchi il prolungamento a 18 mesi della detenzione nei CIE, Centri di Identificazione ed espulsione, la cui organizzazione e funzione va completamente ripensata essendo diventati luoghi di intollerabile sospensione dei diritti, di forte umiliazione delle dignità personali e di isolamento civile e democratico. Venga a questo proposito revocata la circolare ministeriale che impedisce l’accesso di giornalisti e altri osservatori nei Centri stessi.
5. Venga pensato e finanziato un vasto programma di diffusione culturale e sociale di pratiche di accoglienza e integrazione. Da una parte vengano rivisti i modi di gestione dei vari centri di accoglienza, in particolare i CARA (Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo), troppo spesso ridotti a semplici dormitori isolati e spersonalizzati; dall’altra si attivino percorsi culturali di conoscenza, incontro e informazione per ricostruire una società aperta e solidale.
6. Venga riconosciuta la piena cittadinanza ai giovani 2g, ovvero i cittadini cresciuti in Italia ma figli di stranieri.
All’appello ha aderito anche la campagna L’Italia sono anch’io, tramite la quale si chiede di ottenere il diritto di voto e la cosiddetta cittadinanza breve per le persone di origine straniera che vivono in Italia.
Per ulteriori informazioni e per sostenere la campagna vi invitiamo a visitare il sito:
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ELENCO DEI FIRMATARI
Andrea Segre, Guido Lombardi, Marco Paolini, Giuseppe Battiston, Valerio Mastandrea, Elio Germano, Roberto Citran, Gaetano Di Vaio, Luca Bigazzi, Francesco Bonsembiante, Marco Tullio Giordana, Daniele Vicari, Daniele Gaglianone, Gian Paolo Cugno, Marco Bertozzi,Davide Ferrario, Giuseppe Baresi, Cineforum FIC Il posto delle Fragole – Oleggio (NO), Maurizio Sciarra, Anna Lodeserto, Paolo F.N. Ferrario, Guido Iuculano, Valerio Calzolaio, Domenico Marzaioli, Dario Formisano, Tanja Marcijan, Renata Bertolas, Roberto Giannarelli, Sabrina Morena, Ilaria Rossi Doria, Enrico Calamai, Florestana Piccoli Sfredda, Annunziata Fineschi, Valentina Forti, Angelo Tantaro – Cineclub Roma Fedic (Federazione Italiana Cineclub), Melina Caudo, Gian Luigi Nieddu, Lilia Manganaro, Paul Lee, Diego Nunziata – Cinemadocumentario.it, Simone Amendola, Filippo Baracchi (Ass.Cult. Settimo Binario Mestre-VE), Marco Den tici, Mimmo Mastrangelo, Ugo Adilardi e Paola Scarnati (AAMOD), Christian Cinetto, Pilar Castel, Giovanna Gatteschi, Andrea Bettinetti, Cristina Mantis, Giacomo Abbruzzese, Sergio Pelone, Claudio Metallo, Gianluca Di Girolami – Liberi Nantes ASD, Roberto Mazzarella, Gianluca De Falco, Maria Rosa Dominici, Roberta Lena, Pippo Mezzapesa, Marcello e Roberta Tobia, Paolo Pisanelli, Paolo Barbati, Cecilia Mangini, Stefania Bogo, Giovanni Cioni, Eky, Annalisa Forgione, Sara Zavarise, Gabriella Guido – rete PRIMO MARZO e LascateCIEntrare, Filippo Miraglia – ARCI, Maria Adele Roggero, Prospero Bentivegna, Ivan Nick Mbongo Kapalala, Gianfilippo Pedote, Luisa Acerbi, Stefania Incagnoli, Beppe Casales, Barbara Sorrentini, Maria Luisa Forenza, Giuseppe Barnato, Antonio Pecoraro, Circolo ARCI Thomas Sankara, Enrico Montalbano, Enrica Boffetta, Cristina De Ritis, Massimo D’Orzi, Cécile Kyege Kashetu &nda sh; rete PRIMO MARZO
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