Monthly Archives: Gennaio 2013

Multinazionali farmaceutiche e nuovo psicofarmaco per bambini

bambini e psicofarmaci

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Pillole a merenda

di Lorenzo Bagnoli

“Tuo figlio non è vivace. E’ malato”. Dai siti ai fumetti, ecco come le aziende farmaceutiche ci preparano alla guanfacina, l’ultimo rimedio contro l’iperattività.

Nel 2013, arriverà in Italia un nuovo psicofarmaco per bambini “troppo vivaci”: la guanfacina. Le multinazionali, già dall’anno scorso hanno cominciato un battage mediatico con articoli di giornale, servizi televisivi e siti web sull’Adhd, meglio nota come iperattività, una patologia che provoca deficit di attenzione e problemi di autocontrollo. Perché con l’ansia cresce anche la domanda di cure e si prepara il terreno all’ingresso di un nuovo farmaco, in un mercato che vale almeno 3 miliardi di dollari, come rivela Rita Dalla Rosa in “Pillole a merenda”, l’inchiesta in uscita sul numero di novembre di Terre di mezzo – street magazine.

In Italia, la sperimentazione della guanfacina è passata sotto silenzio. Solo in un’interrogazione parlamentare del giugno 2011, l’allora ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha ammesso l’esistenza di “una fase sperimentale della ricerca” su questa molecola, condotta dalla Fondazione Stella Maris di Pisa, istituto dedicato ai disturbi psichiatrici dell’età evolutiva. Un mistero che fa parte delle strategie delle case farmaceutiche quando vogliono aggredire nuovi mercati, in particolare quelli in cui qualche paletto è stato fissato. È il caso dell’Italia, dove grazie al gruppo di farmacovigilanza “Giù le mani dai bambini“, nel 2007 l’Istituto superiore di Sanità ha creato un registro di circa 2mila bambini a cui sono somministrati i medicinali contro l’iperattività. Oltre a loro, però, in Italia ci sono 57mila minori tra 0 e 13 anni in cura con psicofarmaci per altre patologie.

Ma quanto lucrano le farmaceutiche sui disturbi dei minori? Una domanda scottante, che Dalla Rosa affronta anche in un libro uscito nel 2012 per Terre di mezzo Editore, dal titolo “La fabbrica delle malattie“. Eppure, per la stragrande maggioranza dei disturbi del comportamento -ammesso che siano diagnosticabili- le “terapie alternative” ai medicinali esistono. E, soprattutto per i piccoli, si servono più di immaginazione che di principi attivi. “Il potere delle storie è quasi preventivo: diventa un’occasione per vivere molteplici destini che insegnano ad affrontare nuove situazioni”, dice Anselmo Roveda, giornalista, scrittore e caporedattore di Andersen, mensile di letteratura per l’infanzia. Ecco perché leggere aiuta a superare momenti difficili: l’ultimo esempio risale al terremoto in Emilia dello scorso maggio. “Nei campi d’accoglienza sono venuti illustratori e autori per l’infanzia – racconta Roveda -. L’iniziativa si chiamava “Il cantiere della fantasia” ed è stato un’occasione per offrire ai bambini uno strumento d’elaborazione dell’evento, senza che il problema fosse mai nominato”.

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Fonte: Terre di Mezzo

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Approfondimento

ADHD (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder) – sindrome da deficit di attenzione e iperattività

Psicofarmaco

 


I «due marò»: quello che i media (e i politici) italiani non vi hanno detto

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[Una delle più farsesche “narrazioni tossiche” degli ultimi tempi è senz’altro quella dei “due Marò” accusati di duplice omicidio in India. Fin dall’inizio della trista vicenda, le destre politiche e mediatiche di questo Paese si sono adoperate a seminare frottole e irrigare il campo con la solita miscela di vittimismo nazionale, provincialismo arrogante e luoghi comuni razzisti.
Il giornalista Matteo Miavaldi è uno dei pochissimi che nei mesi scorsi hanno fatto informazione vera sulla storiaccia. Miavaldi vive in Bengala ed è caporedattore per l’India del sito China Files, specializzato in notizie dal continente asiatico. A ben vedere, non ha fatto nulla di sovrumano: ha seguito gli sviluppi del caso leggendo in parallelo i resoconti giornalistici italiani e indiani, verificando e approfondendo ogni volta che notava forti discrepanze, cioè sempre. C’è da chiedersi perché quasi nessun altro l’abbia fatto: in fondo, con Internet, non c’è nemmeno bisogno di vivere in India!
Verso Natale, la narrazione tossica ha oltrepassato la soglia dello stomachevole, col presidente della repubblica intento a onorare due persone che comunque sono imputate di aver ammazzato due poveracci (vabbe’, di colore…), ma erano e sono celebrate come… eroi nazionali. “Eroi” per aver fatto cosa, esattamente?
Insomma, abbiamo chiesto a Miavaldi di scrivere per Giap una sintesi ragionata e aggiornata dei suoi interventi. L’articolo che segue – corredato da numerosi link che permettono di risalire alle fonti utilizzate – è il più completo scritto sinora sull’argomento.
Ricordiamo che in calce a ogni post di Giap ci sono due link molto utili: uno apre l’impaginazione ottimizzata per la stampa, l’altro converte il post in formato ePub. Buona lettura, su carta o su qualunque dispositivo.
N.B. Cercate di commentare senza fornire appigli per querele. Se dovete parlar male di un politico, un giornalista, un militare, un presidente di qualcosa, fatelo con intelligenza, grazie.
P.S. Grazie a Christian Raimo per la sporcatura romanaccia, cfr. didascalia su casa pau.]

Qui l’articolo di Matteo Miavaldi

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Fonte: GIAP wumingfoundation.com

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I politici, Twitter e la compravendita dei follower

politici e twitter

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Twitter, nuovo tempio della comunicazione politica?

di Cristina Sciannamblo

Una ricerca mette in luce la massiccia presenza dei leader politici sulla piattaforma da 140 caratteri. Un nuovo canale di costruzione del consenso e interazione con l’opinione pubblica. Che non sfugge ai fan di Berlusconi

Il 2012 potrebbe essere ricordato anche come l’anno che ha segnato il definitivo sbarco della comunicazione politica su Twitter, osservazione contenuta nei risultati di una ricerca condotta da The Digital Policy Council (DPC), think tank internazionale e apartitico, che ha studiato l’uso dei social media da parte dei capi di stato di tutto il mondo.

Lo studio informa che il 75 per cento dei capi di governo è presente sulla piattaforma cinguettante. Sono stati presi in considerazione 164 paesi, rilevando che 123 di essi presentano un account, personale o istituzionale, che fa capo al proprio premier: un cambiamento rilevante rispetto al 2011, in cui la presenza su Twitter si attestava su livelli bassi, con soli 69 paesi su 164. Secondo il tasso di crescita annuale composto (CAGR) elaborato da DPC, il 93 per cento dei leader politici possiede un profilo cinguettante, un crescita progressiva che, dal 2010, ha raddoppiato i risultati, segnando un nuovo canale e nuove modalità di comunicazione per la costruzione del consenso e l’interazione con l’opinione pubblica.

Tra i profili in evidenza, spicca, per numero di follower, quello del Presidente statunitense Barack Obama, che, grazie ai suoi 25 milioni di seguaci, si conferma il leader più seguito. A seguire, Hugo Chavez, capo di stato del Venezuela, con quasi 4 milioni di follower. Numeri che attestano anche la crescita dell’influenza espressa da Twitter, sia in termini di utenza sia per la qualità della funzione ricoperta come amplificatore di istanze e rivendicazioni politiche.

Le potenzialità della piattaforma di microblogging non sembrano essere sfuggite neppure all’ex premier Silvio Berlusconi, o perlomeno a un manipolo di suoi fan. Recente, infatti, è la nascita dell’account cinguettante Berlusconi2013, riconducibile a non meglio specificati “volontari digitali” legati al Cavaliere. Il profilo non è sfuggito al controllo di diversi osservatori, i quali hanno sollevato una polemica circa la presunta compravendita di follower che risiederebbe dietro alla crescita vertiginosa della popolarità del profilo. Un fenomeno subito spiegato dai gestori dello spazio: “Abbiamo rilevato 2893 follower riconducibili a un “bot” – dichiara il massaggio firmato staff – saranno prontamente rimossi nelle prossime ore”.

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Fonte: Punto Informatico

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