ROMA 5 DICEMBRE 2009
LA RIVOLUZIONE VIOLA
"L'informazione è potere! L'informazione deve essere libera!"
Il compito più alto di un uomo è sottrarre gli animali alla
crudeltà. (Emile Zola)
Per Natale è tradizione imbandire pranzi e
cene con ogni "bendiddio", ma… molti di questi
"cibi" in realtà non sono affatto un "bene", né sono un
"cibo".
Sono pezzi di animali, uccisi brutalmente, a
cui è stato fatto del male sia nell’allevarli nelle prigioni
degli allevamenti intensivi, sia nel trasportarli in lunghi
viaggi da incubo, sia nell’ammazzarli nei macelli, dove
vengono sgozzati, fatti dissanguare, tagliati a pezzi.
Animali, esattamente come i cani e i gatti che abbiamo
nelle nostre case: il pensiero di uccidere e portare in
tavola loro, per Natale, ci farebbe – giustamente –
inorridire.
Eppure, gli animali "d’allevamento" sono uguali a tutti
gli altri: possono amare, soffrire, provare paura, dolore,
gioia, amicizia. Proprio come gli animali domestici che
conosciamo meglio.
E’ irrazionale pensare che siano diversi, gli animali sono
tutti uguali. Ma questi animali vengono invece uccisi
a migliaia ogni giorno, e sotto Natale questa strage
diventa ancora più atroce, animali di ogni specie, per
la maggior parte cuccioli, vengono ammazzati per
finire sulla nostra "tavola della festa".
Non abbiamo bisogno di far soffrire esseri senzienti, né
nella vita di ogni giorno, né tantomeno per festeggiare il
Natale. Per favore, pensaci…
Usando ingredienti vegetali, anziché animali fatti a pezzi,
il tuo pranzo di Natale sarà più buono, in tutti i sensi.
Scopri qui sotto il menu di Natale "senza crudeltà"! Ben due menu completi per le feste!
E per il futuro, puoi imparare passo-passo a nutrirti
senza uccidere animali dal sito: www.vegfacile.info
Salverai animali, avrai un minore impatto ambientale,
avrai una salute migliore, risparmierai sui conti
della spesa…
Ecco due menu molto invitanti proposti come Menu di Natale 2009
Fonte: AgireOra
Non spaventatevi troppo! Ma incazzatevi quanto basta. (madu)
Ecco cosa succede quando si privatizza l’acqua
di Fabrizio Consalvi
4 dicembre 2009
Ad Aprilia, come in tutto l’ATO4 (38 Comuni) la
Privatizzazione dell’acqua è avvenuta nel 2002 (seconda provincia
d’Italia in ordine di tempo dopo Arezzo) quando la Conferenza dei
Sindaci ha messo a gara la gestione del servizio idrico per formare una
società mista pubblico privata (51% pubblico, 49% privato).
Il socio privato è la Veolia Water, una delle più grandi multinazionali che gestisce l’acqua in ogni parte del mondo.
Per capire di chi stiamo parlando: Veolia Water in cifre… (dati al 2008)
N° 1 al mondo nei servizi idrici;
12,56 miliardi di euro di fatturato nel 2008;
Più di 131 milioni di persone servite in acqua potabile/depurazione nel mondo;
93 433 dipendenti;
Attiva in 64 paesi;
Più di 4 400 contratti di gestione nel mondo
Insomma il miglior privato che ci sia sulla piazza!!!
Aumenti delle tariffe
A seguito del passaggio dalla gestione comunale alla
gestione Acqualatina, una famiglia di Aprilia che consuma 190 metri
cubi l’anno, prima pagava al Comune (anno 2004) 122,17 € , mentre
l’anno successivo (anno 2005) si è vista arrivare bollette per 205,56 €
(aumento del 68,25%). Successivamente le tariffe di Acqualatina sono
continuate ad aumentare inesorabilmente di anno in anno fino al 2009,
per cui, sempre per gli stessi 190 metri cubi si pagano adesso ben
257,52 € , con un aumento rispetto al 2004 del 110,8%.
Le tariffe imposte da Acqualatina sono cresciute dal
2004 al 2008 del 20%, dal 2008 al 2009 dell’8.1%, e (come previsto nel
contratto modificato nel 2006) cresceranno almeno del 5% fino al 2032.
Per le seconde case ci sono aumenti che vanno da un minimo del 170%
fino ad arrivare al 530%.
Per i commercianti gli aumenti sono stati enormi. Per esempio un
ristorante che prima consumava 293 metri cubi, col Comune la sua
bolletta sarebbe stata di 189,97 € , mentre la prima bolletta di
Acqualatina era di 912,97 € (un aumento del 380,59%), mentre oggi per
293 metri cubi di acqua consumata annualmente un’utenza commerciale
paga ben 1.177,89 € , con un aumento del 512,43%.
Non va meglio a chi con l’acqua ci lavora, per esempio una lavanderia
che si è rivolta al nostro Comitato, prima consumava 470 metri cubi
annui, quindi con le tariffe comunali pagava 302,9 €, adesso si trova
bollette, per lo stesso consumo, da 1.525,36 € con un aumento del
403,59%. (leggi tutto)
Fonte: Attac Italia (da Granello di sabbia n° 203)