Daily Archives: 23/09/2009

Afghanistan: Per cosa sono morti?

Da: PeaceReporter

 

Per cosa sono morti?

 

 

Per difendere la pace, la libertà, la democrazia in Afghanistan e la sicurezza internazionale come dicono i nostri politici?

 

Era partito per fare la guerra, per dare il suo aiuto alla sua
terra. Gli avevano dato le mostrine e le stelle e il consiglio di
vender cara la pelle. (…) Ora che è morto la patria si gloria d’un
altro eroe alla memoria. Ma lei che lo amava, aspettava il ritorno d’un
soldato vivo. D’un eroe morto che ne farà se accanto, nel letto, le è
rimasta la gloria d’una medaglia alla memoria.
(Fabrizio De André, La ballata dell’eroe)

 

L’Italia piange i suoi soldati morti a Kabul in un attentato della guerriglia talebana.
Peacereporter dedica loro, e alle loro famiglie, questi versi di Fabrizio De Andrè.
Per cosa sono morti?
Per difendere la pace, la libertà, la democrazia in Afghanistan e la sicurezza internazionale come dicono i nostri politici? No.
Non per la pace, perché i nostri soldati in Afghanistan stanno facendo la guerra.
Non per la libertà, perché i nostri soldati stanno occupando quel paese.
Non per la democrazia, perché i nostri soldati proteggono un governo-fantoccio che non ha nulla di democratico.
Non
per la sicurezza internazionale, perché i nostri soldati stanno
combattendo contro gli afgani, non contro il terrorismo islamico
internazionale: a questo, semmai, stanno fornendo un pretesto per
odiare e attaccare l’Occidente e anche il nostro paese.
E allora per cosa sono morti? (leggi tutto)

 


Restituiamo la Biblioteca di Ponteranica (Bg) a Peppino Impastato

Vi invitiamo a partecipare alla manifestazione che si svolgerà a
Ponteranica (Bg) alle ore 14.30 per protestare contro la cancellazione
del nome di Peppino dalla Biblioteca Comunale ed esprimere il proprio
dissenso contro la  politica razzista e xenofoba della Lega.

 

 PONTERANICA 

26 settembre 2009

ore 14.30

 

 

 

L’azione
perpetrata dal sindaco leghi-fascista di Ponteranica Aldegani ai
danni della memoria di Peppino, cancellando il suo nome dalla
Biblioteca comunale, non costituisce affatto un caso unico, ma fa
parte, secondo la nostra analisi, di un preciso progetto politico che
assomma gli interessi mafiosi e speculativi di chi oggi ci governa
con la necessità di un controllo ed appiattimento violento delle
identità del territorio, soprattutto di quelle dissidenti, ottenuto
tramite armi repressive che sono da un lato la negazione e il
revisionismo storico e dall’altro gli attacchi razzisti e le leggi
xenofobe. In tal senso vanno intesi gli ultimi provvedimenti
approvati in termini di sicurezza che spingono lo Stato Italiano, già
enormemente contaminato e minato dalle collusioni, verso il baratro
della democrazia con l’intolleranza razziale e la cancellazione
delle diversità e la messa in atto di veri e propri crimini contro
l’umanità.

 

Tutto
questo non può essere ricondotto al semplice fanatismo e alla
rozzezza della Lega, ma appartiene, come si può immaginare, ad un
piano ben più vasto di riconversione della nostra democrazia e
dell’identità del nostro paese.

 

La
cancellazione dei diritti fondamentali, cominciando dai migranti, e
le violenze osate ai danni degli extracomunitari non sono solo
umanamente inaccettabili, ma finiscono per creare uno stato di
tensione che con l’affidamento della sicurezza pubblica alle
cosiddette ronde e i limiti imposti alle proteste di piazza
sfoceranno in episodi di evidente violazione delle libertà personali
e di quanto garantito dalla Costituzione Italiana.

 

La
manipolazione dei mass media e la rimozione forzata della natura
multiculturale ed antifascista del nostro essere Italia, delle nostre
lotte sociali e politiche dal basso, hanno portato alla
trasformazione del paese crocevia dei popoli, delle fusioni etniche e
delle resistenze (partigiana, antimafia, ecc.), nella patria dei
capitali sporchi reinvestiti, della caccia allo straniero,
dell’intolleranza e dell’angoscia sociale.

 

Come
la nostra cultura, anche il nostro territorio viene sottoposto a
continue razzie e violenze, con la complicità di chi come la Lega si
erige a conservatore delle integrità locali, ma di fatto va poi a
scontrarsi con movimenti come i No Dal Molin che hanno invece
l’interesse di restituire ai cittadini le zone sottratte a causa di
imposizioni internazionali.

 

Quanto
appartiene alle ricchezze collettive e garantisce il benessere di
tutti viene spudoratamente depredato per sporchi affari personali e
di casta con la complicità del fascismo leghista.

 

A
questo si aggiunge la falsità interessata con la quale si
attribuisce il dominio mafioso al solo contesto meridionale, per
impedire una corretta ricostruzione delle implicazioni politiche ed
economiche della criminalità organizzata ed ostacolare un’adeguata
presa di posizione da parte della società civile che dovrebbe
schierarsi su un unico fronte, indipendentemente dalla regione di
residenza.

 

La
Lega alleata delle destre sull’asse che va da Roma “ladrona” a
Milano, pur parlando ipocritamente di secessione ed indipendenza
della Padania, non è altro che il braccio armato di randello che sta
a protezione (in cambio di laute ricompense) di quanti
indifferentemente tra Nord e Sud, approfittando anche della mollezza
dell’opposizione, stanno continuando ad erodere le nostre risorse
accumulando potere e denaro, a discapito dei diritti e delle
esistenze altrui.

 

Chiediamo,
di conseguenza, una mobilitazione straordinaria in occasione della
manifestazione da indetta per il 26 settembre alle ore 14.30 a
Ponteranica
per i seguenti motivi:

 

ripristinare
l’intitolazione della Biblioteca di Ponteranica a Peppino, non
come forma di celebrazione eroica, ma come impegno per la
conservazione della nostra memoria collettiva. A tal proposito
chiediamo le dimissioni irrevocabili del Sindaco Aldegani per la sua
scelta antidemocratica;

 

ricostruire
legami dal basso tra le singole realtà che siano effettivi garanti
delle identità tradizionali e culturali dei territori specifici e
dell’intero paese, in osmosi con le altre culture ed etnie;

 

riunificare
le forze di opposizione alla deriva fascista e razzista del nostro
Stato e alla predominanza degli interessi mafiosi e speculativi;

 

 

condividere
con i migranti la difesa dei diritti comuni e della libertà di
tutti.

 


Associazione
Peppino Impastato – Casa Memoria, Cinisi

 

 

 


C’era una volta la libertà di informazione in Rete

Ci risiamo! Attiviamoci immediatemente e divulghiamo quest’altra
pericolosa iniziativa contro la libertà di informazione in rete. (madu)
 
 
 
 
Una proposta di legge per sottoporre alla disciplina sulla stampa tutti
i siti Internet che abbiano natura editoriale.Qualsiasi cosa ciò
significhi
 
Roma – Il 14 settembre scorso è stato assegnato alla Commissione Giustizia della Camera un disegno di legge
a firma degli Onorevoli Pecorella e Costa attraverso il quale si
manifesta l’intenzione di rendere integralmente applicabile a tutti i
"siti internet aventi natura editoriale" l’attuale disciplina sulla
stampa.

Sono bastati 101 caratteri, spazi inclusi, all’On.
Pecorella per surclassare il Ministro Alfano che, prima dell’estate,
aveva inserito nel DDL intercettazioni
una disposizione volta ad estendere a tutti i "siti informatici"
l’obbligo di rettifica previsto nella vecchia legge sulla stampa e
salire, così, sulla cima più alta dell’Olimpo dei parlamentari italiani
che minacciano – per scarsa conoscenza del fenomeno o tecnofobia – la
libertà di comunicazione delle informazioni ed opinioni così come
sancita all’art. 11 della Dichiarazione Universale dei Diritti
dell’Uomo e del Cittadino e all’art. 21 della Costituzione. Con una
previsione di straordinaria sintesi e, ad un tempo, destinata – se
approvata – a modificare, per sempre, il livello di libertà di
informazione in Rete, infatti, l’On. Pecorella intende aggiungere un
comma all’art. 1 della Legge sulla stampa – la legge n. 47 dell’8 febbraio 1948,
scritta dalla stessa Assemblea Costituente – attraverso il quale
prevedere che l’intera disciplina sulla stampa debba trovare
applicazione anche "ai siti internet aventi natura editoriale".

Si
tratta di un autentico terremoto nella disciplina della materia che
travolge d’un colpo questioni che impegnano da anni gli addetti ai
lavori in relazione alle condizioni ed ai limiti ai quali considerare
applicabile la preistorica legge sulla stampa anche alle nuove forme di
diffusione delle informazioni in Rete.
Ma andiamo con ordine.

 
Quali sono i "siti internet aventi natura editoriale" cui l’On.
Pecorella vorrebbe circoscrivere l’applicabilità della disciplina sulla
stampa?
Il DDL non risponde a questa domanda, creando così una situazione di pericolosa ed inaccettabile ambiguità. (leggi tutto)