A proposito della fantastica ed indispensabile Energia Nucleare. (madu)
DA: Rinnovabili.it
LA MORTE INVISIBILE
Diventa sempre più urgente trovare una soluzione definitiva per lo
smaltimento delle scorie radioattive, il cui accumulo negli ultimi
sessant’anni ha compromesso la vita in intere regioni
Lungo le strade nella provincia russa di Čeljabinsk, negli Urali
meridionali, si notano strani cartelli stradali che esortano chi
transita a chiudere finestrini e prese d’aria. Fino al 1991 questi
luoghi erano severamente vietati agli stranieri (in parte lo sono
ancora) ed erano sconosciuti al resto del mondo. Alcune città della
zona non compaiono neppure nelle mappe geografiche perché ufficialmente
non esistono. L’aria, la terra e le acque apparentemente normali della
provincia di Čeljabinsk contengono la morte. Una morte invisibile fatta
di radiazioni.
È qui che sorgono e sono ancora abitati Čelyabinsk-40, Čelyabinsk-65 e
Čelyabinsk-70, i centri segreti russi dove furono installati, dopo la
Seconda Guerra Mondiale, i maggiori complessi nucleari dell’Unione
Sovietica. Čelyabinsk-40, più nota come Mayak, che in russo significa
faro, è considerato il luogo più contaminato della Terra da rifiuti
radioattivi.
Tuttora sede di un impianto per la produzione di plutonio destinato
alla fabbricazione di bombe atomiche, l’area attorno a Mayak dal 1949
al 1967 è stata oggetto di continui e sistematici rilasci di enormi
quantità di radionuclidi (elementi radioattivi) nell’ambiente,
soprattutto nelle acque del fiume Techa e del lago Karachy (ormai non
più potabili e prive di vita), nonostante se ne conoscessero
perfettamente i pericoli.
In tutti questi anni la popolazione della zona, formata perlopiù da
contadini che vivono in condizioni di estrema povertà e ignoranza, è
stata esposta ad una quantità di radiazioni paragonabile a quella
ricevuta dai superstiti di Hiroshima e Nagasaki. Centinaia di migliaia
di uomini, donne e bambini sono morti e continuano a morire per tumori
e malformazioni congenite, nell’indifferenza delle autorità.
La Russia è una bomba nucleare ad orologeria. Nessuno sa con esattezza
qual è la quantità esatta di scorie radioattive disseminate
nell’ambiente in 40 anni di guerra fredda (si parla di parecchie decine
di milioni di metri cubi tra rifiuti liquidi e solidi). Il problema è
particolarmente grave perché le risorse economiche russe sono
insufficienti ad affrontarlo e mancano adeguati controlli a causa dello
scenario di completo caos nell’amministrazione statale, seguito alla
disgregazione dell’Unione Sovietica.
Gli altri Paesi che hanno sviluppato attività e programmi nucleari però
non sorridono. Negli Stati Uniti, esattamente come in Russia, la
gestione dei rifiuti nucleari è stata in mano ai militari fino a
vent’anni fa. Ciò ha comportato l’assenza di una supervisione civile e
pubblica sulle modalità di smaltimento.
Oggi l’eredità della gestione militare americana, non molto attenta
all’ambiente e alla salute dei cittadini, ammonta a 37 milioni di metri
cubi di scorie radioattive disseminate in vari siti, spesso
semplicemente sepolte sotto terra senza alcuna protezione (sono 10 le
principali aree contaminate). (leggi tutto)
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Approfondimenti:
vai al link: http://ki.noblogs.org/post/2008/07/23/lista-incidenti-nucleari