Vi scrivo da… Haiti

 

Antonella, esperta di
potabilizzazione dell’acqua, racconta la sua
esperienza

 
 



23/02/2010

Qui tutto bene anche se inizio ad essere un po’ stanca, come tutti,
ma ogni giorno qualcuno parte per lasciare il posto a persone nuove con
nuove energie.

Continuo con il progetto di installazione cisterne nei campi, sono a
16. Con il team stiamo distribuendo circa 350mila litri di acqua al
giorno, senza contare gli ospedali, con 6 camion cisterne. Oltre agli
autisti dei camion cisterna, siamo in 5: 2 autisti, 2 assistenti e io.
Vado con la macchina, valuto i posti, seguita dal camion con i materiali
e facciamo l’installazione: 13 bidoni usati per rialzare la cisterna, 4
fogli di compensato da 1 cm, sopra mettiamo la cisterna e infine le
rampe e i rubinetti. La parte più complicata è l’organizzazione dei
camion per rifornirle 2 o più volte al giorno con acqua clorata, dato
che aggiungiamo nuovi posti ogni giorno, e inoltre riforniamo i 3
ospedali dove lavoriamo, il progetto dialisi, e i lavori per il nuovo
ospedale (acqua per i 200 lavoratori più quella per il cemento).

Secondo me, almeno il 90% delle persone di Port-au-Prince non dorme
in casa per paura di un’altra scossa, e perché molte case sono
pericolanti. Ovunque ci sono accampamenti di tutte le dimensioni, in
ogni spazio vuoto, campi di calcio, scuole, chiese, lungo o in mezzo
alle strade a più corsie, da 15.000 persone a 1, pezzi di plastica
dappertutto come rifugio; molti dormono vicino alle case.

Tutto ciò rende complicate le operazioni di diffusione degli aiuti,
perché è difficile identificare i beneficiari. Il cibo non è ancora
arrivato, a parte poche zone. Iniziamo tutti a pensare alle latrine,
cosa piuttosto complicata perché molte zone sono basse e la nappa
freatica è molto vicina alla superficie, quindi non si può scavare.
Pochissime latrine sono funzionanti e le condizioni igieniche sono
terribili, non solo nei campi ma in tutta la città. L’acquedotto, il
sistema di gestione dei rifiuti urbani, le imprese di spurgo pozzi
neri… tutto deve
riprendere a funzionare, solo che ora la gente non ha i soldi per pagare
questi servizi, come faceva prima. E tra 2 mesi arriverà la stagione
delle piogge.

I medici stanno ancora effettuando delle amputazioni; ci sono poi
tutte le persone ingessate, i feriti, i parti… Molti logisti stanno
lavorando al nuovo ospedale post operatorio, che deve essere finito tra
una settimana… stanno pensando di fare turni di 24 ore…  (leggi tutto)

 

Fonte: Medici senza Frontiere