Taranto: Lettera aperta sulla diossina che ha contaminato pecore e capre

 

 Lettera aperta sulla diossina che ha contaminato pecore e capre

La
famiglia Fornaro ha inviato a PeaceLink questa lettera pregando di
inviarla alla stampa. La famiglia Fornaro gestisce la masseria che ha
ricevuto il maggior danno derivante dall’abbattimento delle pecore
contaminate dalla diossina.
 
 

 

 

 11 dicembre 2008 – Fam. Fornaro

Un cielo di piombo si chiude come un sipario su Taranto. La strage
degli innocenti è compiuta. Abbiamo assistito all’ultimo atto di una
tragedia. Il 10 dicembre sono venuti a prelevare le pecore e le capre
in tutte le masserie degli allevamenti coinvolti, giungendo così
all’epilogo del lavoro di una vita. Nei nostri ovili ora rimbomba un
silenzio assordante, intriso di dolore, quello nostro e dei nostri
animali che generosi fino all’ultimo istante sono saliti sui camion
della morte, pronti a sacrificare la loro vita per salvare la nostra.
Sinceramente immaginavamo tutti una conclusione diversa. Una giornata
pesante come le nuvole che hanno accompagnato le operazioni…
l’assenza della città e la presenza della forza pubblica hanno
mortificato ciò che restava di una speranza.

La giornata è passata e questa mattina alle 4 ci siamo avviati verso
il macello per accompagnare i nostri animali e continuare a vivere la
loro tragedia che è anche la nostra!

Sì, è anche la nostra, non solo come famiglia colpita, in quanto
questa tragedia coinvolge non solo tutti i cittadini di Taranto, ma
anche tutti coloro che hanno guardato con sensibilità alla nostra
sofferenza. Non rendiamo inutile questo sacrificio! A noi oggi piace
pensare che questi animali possano diventare un simbolo, non
dell’ennesima ingiustizia ma del risveglio della coscienza collettiva
troppo a lungo assopita, e in questo senso continueremo ad adoperarci.

A livello personale non ci arrendiamo, siamo abituati a non
arrenderci proprio come la nostra città, e siamo disposti a rispettare
le leggi, a pagare in prima persona come abbiamo fatto fin’ora. E
adesso?

Da generazioni facciamo questo lavoro, vorremmo avere di nuovo il
nostro gregge, ci hanno detto che nessuno ce lo impedisce, ma fra un
anno o due se non si bonificheranno i terreni e se non si controllerà
l’origine della diossina, questa sarà trovata ancora una volta nel
corpo dei nostri animali. Ancora ci hanno detto che potremmo nutrirli
con i mangimi già pronti come se questi fossero veramente esenti da
rischi (i maiali irlandesi contaminati dalla diossina non erano forse
nutriti secondo queste modalità?).

Chiediamo dunque delle direttive chiare in attesa di ricevere quanto
prima l’obolo per noi stanziato appena sufficiente e comunque
necessario "come il pane" per tirare avanti. Vogliamo che chi di dovere
si assuma politicamente le proprie responsabilità come noi abbiamo
fatto con le nostre . Chiediamo di mettere per iscritto cosa possiamo o
non possiamo fare, considerando che ormai la nostra fiducia è
completamente rivolta alla magistratura, ma che non siamo più in grado
di attendere i tempi biblici che suo malgrado la giustizia richiede per
fare il proprio corso.


Fam. Fornaro


Allevamento Carmine