Tag Archives: turchia

Turchia: risposta degli hackers di Redhack ad Erdogan

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Redhack

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Redhack butta giù il sito TIB

A seguito della decisione di impedire l’accesso a Youtube da parte della Presidenza per la Comunicazione e la Telecomunicazione (TIB), il gruppo degli hackers socialisti, RedHack, ha deciso di buttare giù il sito della TIB.

L’azione è stata comunicata tramite l’account twitter del gruppo con queste parole:

“Mentre tu calcolavi tutto, ti sei dimenticato del coordinatore generale di tutto. Sarà vietato colui che vieta. #Redhack”

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Fonte: #OCCUPYTURKEY

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Turchia: Erdogan contro YouTube e Facebook

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Manifestazione a Ankara per protestare contro la controversa legge che promuove la censura di Internet

Manifestazione a Ankara per protestare contro la controversa legge che promuove la censura di Internet

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Turchia, scontro su YouTube e Facebook

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Nuove minacce di Erdogan contro Internet: ospita intercettazioni che lo vedono protagonista di episodi di corruzione e certi siti andrebbero bloccati nel nome della privacy. Ma il Presidente Gul smentisce tutto

di Claudio Tamburrino

Mentre continua l’iter legislativo della normativa attraverso cui il Governo di Ankara vorrebbe tenere la Rete sotto il giogo della censura, nel nome della privacy e della tutela dei diritti personali dei suoi utenti, il Primo Ministro della Turchia Recep Tayyip Erdogan continua a minacciare Internet.

Nell’ultimo intervento davanti ai microfoni dell’emittente privata ATV, Erdogan ha detto che “vi sono altri passi che faremo in questo ambito dopo il 30marzo… incluso un bando” nei confronti di siti come YouTube e Facebook. Questi siti, in particolare, oltre ad essere già vittime di blocchi da parte delle autorità turche, hanno scatenato il furore di Erdogan in quanto usati dai cittadini per pubblicare anonimamente certe intercettazioni che lo coinvolgono, e lo mostrerebbero protagonista di casi di corruzione.

Il realtà il presidente della Turchia Abdullah Gul – dello stesso partito di Erdogan e con il potere di veto sulle proposte di legge – ha smentito il premier, affermando che la “chiusura dei social media è fuori discussione”.

Per Gull, infatti, già vi sono nell’ordinamento turco le norme che permettono alla autorità di bloccare l’accesso a quei contenuti che violano la privacy di una persona.

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Fonte: Punto Informatico

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Turchia: vittoria di OccupyGezi. “Il Parco non si farà”

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«Il parco non si farà», la Corte boccia Erdogan.

La prima corte del tribunale amministrativo di Istanbul ha bloccato la speculazione immobiliare sull’area che interessa Gezi Park e piazza Taksim. Secondo un avvocato la sentenza è stata emessa il 6 giugno, proprio nei giorni più caldi dell’insurrezione popolare a difesa del parco, ma i dettagli sono stati resi noti ieri da alcune testate online turche. I giudici della corte hanno giustificato la loro sentenza con il fatto che la «popolazione locale» non è stata consultata prima della messa in esecuzione del progetto. Nel piano era prevista la costruzione di una caserma, una moschea e un centro commerciale. La sentenza è appellabile, ma per il momento tutto è stato bloccato. Quella di ieri è sicuramente una vittoria del movimento di OccupyGezi e una sconfitta per il governo Erdogan che aveva mobilitato i suoi sostenitori e accusato il movimento di «terrorismo». La durezza della reazione del governo contro i manifestanti, e le violenze della polizia, sono state stigmatizzate dalla comunità internazionale.
Erdogan ha dovuto fare un mezzo passo indietro e ha promesso di aspettare la sentenza del tribunale sui numerosi ricorsi presentati. In caso di una pronuncia sfavorevole il premier ha promesso che avrebbe indetto un referendum popolare sulla destinazione del parco. Secondo il gruppo di protesta Taksim Solidarity, se la corte avesse dato ragione al governo Erdogan avrebbe organizzato lo stesso la consultazione che, con ogni probabilità, avrebbe perso. La decisione del tribunale gli ha tolto le castagne dal fuoco. Resta però ancora da capire quali siano i termini del ricorso. Qualcuno ieri parlava di tre giorni, altri di un mese dal deposito della sentenza. In ogni caso la decisione del tribunale è importantissima e segna una sconfitta del governo in punta di diritto.
Le manifestazioni per la difesa di Gezi park sono cominciate il 28 maggio scorso e si sono allargate a macchia d’olio in tutto il paese, registrando manifestazioni oceaniche e duri scontri anche nella capitale Ankara. Nelle proteste sono morte quattro persone, centinaia i feriti, di cui cinque gravi. Più di 50 avvocati sono stati arrestati l’11 giugno perché appoggiavano le proteste per poi essere rilasciati. Sono stati fermate anche alcune decine di medici e di personale paramedico che prestava aiuto ai manifestanti di piazza Taksim.

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Fonte: il Manifesto

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