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Fermiamo la fabbrica Frankenstein di Monsanto. Firma la Petizione!

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La Monsanto sta espandendo il suo potere in ogni Paese del mondo, e il suo ultimo progetto è un enorme stabilimento di semi Frankenstein OGM in Argentina. Sofía Gatica e altri membri della comunità locale hanno provato ad alzare la voce, ma come risposta sono stati minacciati di morte e picchiati brutalmente. Si tratta di una minaccia enorme e abbiamo poco tempo: uniamoci alle proteste e fermiamo la costruzione della fabbrica.

La Monsanto produce semi OGM che, combinati con pesticidi tossici, generano devastanti monocolture, dove non cresce più nulla se non una sola pianta, che stanno progressivamente ricoprendo tutto il pianeta. E ora stanno progettando di costruire uno degli impianti di produzione di sementi OGM più grandi del mondo alle isole Malvine.

Sofía, preoccupata per i rischi per la salute che deriverebbero dalla fabbrica, si è unita alle proteste, portate avanti dal 70% della popolazione locale. Se un milione di noi si uniranno ai cittadini delle Malvine nei prossimi 3 giorni, potremo alzare il livello di attenzione sul tema nei media locali, rafforzare la petizione tramite delle pagine sui giornali, e spingere la Presidente argentina, in calo nei consensi, a fermare il progetto e ostacolare così l’espansione dell’agricoltura tossica prodotta dalla Monsanto:

FIRMA LA PETIZIONE !

Sofía e gli altri abitanti delle Malvine si sono stesi di fronte ai bulldozer per fermare i lavori di costruzione della fabbrica. Se riusciremo ad amplificare l’eco della loro protesta, possiamo aiutarli a vincere questa battaglia. La popolarità della Presidente Kirchner è già in ribasso in questo periodo e non può permettersi proprio ora di essere vista come sostenitrice degli interessi di Monsanto a scapito dei suoi stessi concittadini.

Il mega impianto userà sostanze chimiche tossiche per produrre le sementi, il chè già di per sè suona strano, visto che i semi di solito vengono direttamente dalle piante, no? Beh, non nello spaventoso mondo nuovo della Monsanto, in cui le piante sono geneticamente progettate per essere sterili, e in cui l’unico modo per gli agricoltori di continuare a fare il loro lavoro è di comprare ogni anno i semi nuovi prodotti dalla Monsanto stessa! Negli Stati Uniti, alcune coltivazioni arrivano ad usare fino al 90% di semi Monsa nto, e con la nuova fabbrica in Argentina questa compagnia senza scrupoli mira ad estendere il suo controllo sulle coltivazioni in tutto il pianeta.

Le minacce e i pestaggi subiti da Sofía e da chi protestava con lei sono l’ultima goccia: fermiamo questa invasione del Sud America, e iniziamo a far retrocedere la Monsanto e la devastazione portata dai suoi prodotti nei nostri ecosistemi:

FIRMA LA PETIZIONE!

Secondo alcuni, modificare geneticamente gli organismi potrebbe potenzialmente aumentare di molto l’efficienza in agricoltura. E’ anche possibile che tali benefici si realizzino in futuro, ma spesso sono ingigantiti e magnificati dagli addetti alla comunicazione delle grandi aziende, come succede con lo slogan per cui i semi OGM “sfamano il mondo”, in quanto molto più pro duttivi dei semi normali, cosa non ancora dimostrata; senza contare che spesso queste tecnologie privilegiano i profitti rispetto alla cura delle persone e dell’ambiente. Dovrebbero essere i governi a decidere quando ci sono dei rischi per la salute, ma la Monsanto ha una certa esperienza nell’influenzarne le decisioni. Negli Stati Uniti è stata addirittura approvata una legge che impedisce ai magistrati di far ritirare un prodotto Monsanto dal mercato, neppure in caso di pericolo per la salute pubblica!

L’agricoltura industriale e che fa uso di OGM sta modificando rapidamente il pianeta, e i nostri governi sono fin troppo influenzati dall’operato di questa enorme azienda statunitense. Un’azienda che passo dopo passo sta arrivando a controllare le riserve di cibo di tutto il mondo. Non possiamo lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti un mondo nutrito unicamente dalla Monsanto, non se abbiamo la possibilità di fermarla ora.

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Fonte: AVAAZ

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Urgente! 48 ore per fermare l’assalto di Berlusconi a Internet

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Se non agiamo nelle prossime 48 ore, Berlusconi potrebbe conquistare un controllo spaventoso sui media. Cacciato dal Parlamento, questo è il suo disperato tentativo di rimanere attaccato al potere, ma la nostra comunità ha contribuito a bloccare questa enorme minaccia in passato e possiamo farcela di nuovo.

In questo momento, lontana dai titoli dei giornali, l’autorità che regola i media sta per adottare nuove regole che darebbero a Berlusconi e Mediaset poteri senza precedenti di censurare qualsiasi video, articolo o post su Facebook: di fatto verrebbe imposto un bavaglio anche a siti come Repubblica e perfino Avaaz. Ma quelli che si candidano ad essere i nuovi leader del PD possono fermare questo assalto se ci mettiamo subito in moto per convincerli che le loro azioni avranno un impatto sui risultati alle primarie di domenica.

Facciamo partire subito una mobilitazione-flash chiedendo a Renzi, Cuperlo e Civati di prendere posizione contro questa enorme minaccia di censura: facciamogli sapere che ci aspettiamo che difendano la nostra libertà di espressione. Firma questa petizione urgente per fermare il nuovo regolamento-censura su Internet e condividila con tutti: non appena raggiungeremo 100mila firme Avaaz occuperà con enormi striscioni i comizi finali dei candidati finché li costringeremo ad agire:

http://www.avaaz.org/it/italy_internet_censorship_c/?bfZSvab&v=32159

La cosa incredibile è che la scusa che stanno usando per questo giro di vite è la tutela del diritto d’autore. Una questione importantissima ma che non c’entra niente con questo regolamento-censura che l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) sta per approvare in tutta fretta tra pochi giorni. Gli autori e la cultura si difendono colpendo i grossi pirati che fanno lucro e soprattutto nei tribunali, non con una censura incontrollata di ogni contenuto, anche solo per un link di troppo, e per di più privatizzata e affidata a imperi mediatici come Mediaset, la lobby RAI o i mega-colossi di Hollywood.

Berlusconi sta giocando sporchissimo, cercando di far approvare il regolamento pochi giorni prima che nell’autorità si insedi il nuovo commissario del PD. Quest’ultimo ha già chiesto di rimandare la decisione per poter dire la sua, ma come risposta gli altri commissari, nominati da Berlusconi e Monti, hanno addirittura accelerato!

È lunghissima la lista di personalità che si è già schierata contro il regolamento, dalla Presidente della Camera Boldrini, al costituzionalista Rodotà, dal responsabile ONU per la libertà d’espressione La Rue fino al Ministro degli Esteri Bonino. Ma gli attivisti in prima linea ci dicono che forse solo la comunità di Avaaz, arrivata a oltre un milione e mezzo di membri in Italia, può arrivare agli unici che possono convincere Agcom a fermarsi, per non creare uno scontro con la maggioranza PD: i candidati alla segreteria Renzi, Cuperlo e Civati.

Se li convinceremo a chiedere e ottenere un rinvio, un ampio fronte di parlamentari di M5S e PD e SEL è pronto ad approvare una legge anti-censura già nelle prossime settimane, ma dobbiamo muoverci subito, perché senza mobilitazioni il regolamento sarà approvato tra pochi giorni, e poi sarà troppo tardi. Firma e poi condividi con tutti la petizione a Renzi, Cuperlo e Civati:

http://www.avaaz.org/it/italy_internet_censorship_c/?bfZSvab&v=32159

Poco più di un anno fa la comunità di Avaaz è stata fondamentale per impedire che fosse approvato un altro regolamento bavaglio. Ci hanno prima ignorato, poi attaccato, ma alla fine con centinaia di migliaia di firme, una valanga di esperti e decine di parlamentari al nostro fianco abbiamo vinto! Facciamolo di nuovo.

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Fonte: Avaaz

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ULTERIORI INFORMAZIONI:

AgCom, delibera il 12 dicembre (Webnews)
http://www.webnews.it/2013/12/02/agcom-delibera-12-dicembe/

Regolamento anti-pirateria, l’inviato Onu frena l’Agcom (La Repubblica)
http://www.repubblica.it/tecnologia/2013/11/18/news/agcom_futuro-71290405/

Regolamento Agcom sul copyright: verso la resa dei conti (Wired)
http://daily.wired.it/news/politica/2013/11/15/agcom-boldrini-nicita-327849.html

Emma Bonino, una spallata all’AGCOM (Webnews)
http://www.webnews.it/2013/11/18/emma-bonino-agcom/

VKontakte bloccato per aver piratato Zalone? Presto sarà la regola (Wired)
http://www.wired.it/internet/social-network/2013/11/20/vkontakte-bloccato-piratato-zalone/

Nicita nuovo commissario dell’Agcom. Boldrini: “Ma sul copyright decida il Parlamento” (La Repubblica)
http://www.repubblica.it/tecnologia/2013/11/14/news/nicita_nuovo_commissario_agcom-71003977/

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Perché il passaporto di Snowden è importante

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Pasaporte

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di Norman Solomon

Quando il Dipartimento di Stato ha revocato il passaporto a Edward Snowden quattro mesi fa, la mossa è stata una rappresaglia che arrivava da uno stato di sorveglianza e di guerra che opera in gran parte nell’ombra. I più alti funzionari di Washington erano furiosi. Snowden aveva improvvisamente rivelato quello che non poteva stare alla luce del giorno mandando per aria la copertura  del più Grande Fratello del mondo.

L’annullamento del passaporto non è stato soltanto un tentativo di impedire che Snowden andasse in un paese che poteva garantirgli asilo politico. E’ stata anche una dichiarazione che il governo degli Stati Uniti può invalidare il diritto di viaggiare proprio come sicuramente può invalidare il diritto alla privacy.

“Sebbene non sia colpevole di nulla,” ha detto Snowden in una dichiarazione del 1°luglio dopo aver trascorso una settimana al terminal dell’aeroporto di Mosca, il governo degli Stati Uniti “ha revocato in modo  unilaterale il mio passaporto, lasciandomi nella condizione di apolide. Senza nessun ordine giudiziario, l’amministrazione ora cerca di impedirmi di esercitare un diritto fondamentale. Un diritto che appartiene a tutti. Il diritto di cercare asilo.”

Dal 1948, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani lo affermato con chiarezza: “Ognuno ha il diritto di cercare e di godere in un altro paese  l’ asilo dalla persecuzione.” Le uniche altre parole dell’articolo 14 specificano un’eccezione che chiaramente non si applica a Snowden: “Questo diritto può non essere invocato nel caso di procedimenti che derivano genuinamente da crimini non politici o da atti  contrari agli scopi e ai principi delle Nazioni Unite.”

La misura dello sdegno degli Stati Uniti per questo principio può essere misurato in base a tutto quello che ha fatto  per impedire che Snowden ottenesse l’asilo politico. E’ stata  la misura della disperazione  – e del disprezzo per la legge internazionale – che Washington in luglio abbia fatto in modo che i governi alleati di Francia, Spagna, Portogallo e Italia negassero lo spazio aereo all’aeroplano del presidente boliviano Evo Morales, costringendo il velivolo ad atterrare per fare una perquisizione nell’eventualità che trasportasse Snowden da Mosca all’asilo politico in Bolivia.

Sebbene Snowden sia stato in grado di restare in Russia, la revoca del passaporto degli Stati Uniti è stata un’arma di importanza cruciale per impedirgli di attraversare un confine internazionale per qualsiasi ragione tranne che per tornare in patria e  andare in prigione negli Stati Uniti.

Proprio come la decisione di revocare il passaporto di Snowden è stata interamente politica, ogni rimedio sarà politico. La legge non ha nulla a che fare con esso, tranne che dare al Segretario di Stato il potere di revocare il suo passaporto.

Sfortunatamente, questa opzione è stata stabilita nel caso di Philip Agee, l’agente della CIA che ha rivelato delle malefatte ed è diventato un nemico della CIA. Ha perduto una battaglia legale per riavere il suo passaporto  quando la Corte Suprema degli Stati Uniti si è pronunciata a suo sfavore  nel 1981.

Thurgood Marshall era uno dei giudici che dissentirno dalla decisione, riguardante la revoca del passaporto di Agee,  vinta con  7 voti favorevoli e   2 contrari da Alexander Haig contro Phlip Age.

L’altro giudice contrario era William Brennan che ha scritto che “proprio perché la Costituzione protegge sia chi dice cose popolari che chi dice cose impopolari, protegge ugualmente i viaggiatori popolari e impopolari.”

Il giudice Brennan ha aggiunto: “Ed è importante ricordare che questa decisione non si applica soltanto a Philip Agee, le cui attività potrebbero essere percepite come dannose alla sicurezza nazionale, ma anche ad altri cittadini che possono semplicemente non essere d’accordo con la politica estera del governo  e che possono esprimere le proprie opinioni.

Chiaramente ottenere il diritto di viaggiare  “sia per viaggiatori popolari che impopolari” è una battaglia politica per il futuro. Un passo in quella direzione è stato fatto  con una petizione ondine che chiede al Segretario di Stato John Kerry di restituire il passaporto a Snowden. Migliaia di firmatari hanno pubblicato commenti personali convincenti e  spesso  eloquenti insieme ai loro nomi.

“La sollecito a restituire immediatamente il passaporto di Edward Snowden, una talpa statunitense che ha istruito il pubblico circa le minacce alla nostra democrazia e ai nostri preziosi diritti costituzionali,” dice la petizione. “Il giusto processo è fondamentale per la democrazia. Revocare il passaporto di Snowden contraddice le parole di molti leader degli Stati Uniti che hanno spesso criticato altri governi per aver violato il principio di libertà di viaggiare.” (La petizione, lanciata da RootsAction.org, ha ottenuto più di 25.000 firme da metà ottobre).

Sia inviando missili al di là dei confini o usando la tecnologia digitale più recente per spiare su un gran numero di persone, il governo statunitense conta sulla violenza militare e sulla segretezza cronica in un ricerca continua di esercitare il controllo su quanto è  più possibile del mondo. Il programma puzza di impunità e di potere arrogante. Aver revocato il passaporto a Snowden si sincronizza con quel programma. Dovremmo contestarlo.

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Norman Solomon è co-fondatore  di Rootsaction.org e direttore fondatore dell’Istituto per la Pubblica Correttezza. Tra i suoi libri citiamo: War Made Easy: How Presidents and Pundits Keep Spinning Us to Death” [La guerra in parole semplici: come i presidenti e gli esperti  continuano a confonderci fino alla morte]. Le informazioni sul documentario basato sul libro sono su  www.WarMadeeasyTheMovie.org

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Fonte: Z Net Italy

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