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di Norman Solomon
Quando il Dipartimento di Stato ha revocato il passaporto a Edward Snowden quattro mesi fa, la mossa è stata una rappresaglia che arrivava da uno stato di sorveglianza e di guerra che opera in gran parte nell’ombra. I più alti funzionari di Washington erano furiosi. Snowden aveva improvvisamente rivelato quello che non poteva stare alla luce del giorno mandando per aria la copertura del più Grande Fratello del mondo.
L’annullamento del passaporto non è stato soltanto un tentativo di impedire che Snowden andasse in un paese che poteva garantirgli asilo politico. E’ stata anche una dichiarazione che il governo degli Stati Uniti può invalidare il diritto di viaggiare proprio come sicuramente può invalidare il diritto alla privacy.
“Sebbene non sia colpevole di nulla,” ha detto Snowden in una dichiarazione del 1°luglio dopo aver trascorso una settimana al terminal dell’aeroporto di Mosca, il governo degli Stati Uniti “ha revocato in modo unilaterale il mio passaporto, lasciandomi nella condizione di apolide. Senza nessun ordine giudiziario, l’amministrazione ora cerca di impedirmi di esercitare un diritto fondamentale. Un diritto che appartiene a tutti. Il diritto di cercare asilo.”
Dal 1948, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani lo affermato con chiarezza: “Ognuno ha il diritto di cercare e di godere in un altro paese l’ asilo dalla persecuzione.” Le uniche altre parole dell’articolo 14 specificano un’eccezione che chiaramente non si applica a Snowden: “Questo diritto può non essere invocato nel caso di procedimenti che derivano genuinamente da crimini non politici o da atti contrari agli scopi e ai principi delle Nazioni Unite.”
La misura dello sdegno degli Stati Uniti per questo principio può essere misurato in base a tutto quello che ha fatto per impedire che Snowden ottenesse l’asilo politico. E’ stata la misura della disperazione – e del disprezzo per la legge internazionale – che Washington in luglio abbia fatto in modo che i governi alleati di Francia, Spagna, Portogallo e Italia negassero lo spazio aereo all’aeroplano del presidente boliviano Evo Morales, costringendo il velivolo ad atterrare per fare una perquisizione nell’eventualità che trasportasse Snowden da Mosca all’asilo politico in Bolivia.
Sebbene Snowden sia stato in grado di restare in Russia, la revoca del passaporto degli Stati Uniti è stata un’arma di importanza cruciale per impedirgli di attraversare un confine internazionale per qualsiasi ragione tranne che per tornare in patria e andare in prigione negli Stati Uniti.
Proprio come la decisione di revocare il passaporto di Snowden è stata interamente politica, ogni rimedio sarà politico. La legge non ha nulla a che fare con esso, tranne che dare al Segretario di Stato il potere di revocare il suo passaporto.
Sfortunatamente, questa opzione è stata stabilita nel caso di Philip Agee, l’agente della CIA che ha rivelato delle malefatte ed è diventato un nemico della CIA. Ha perduto una battaglia legale per riavere il suo passaporto quando la Corte Suprema degli Stati Uniti si è pronunciata a suo sfavore nel 1981.
Thurgood Marshall era uno dei giudici che dissentirno dalla decisione, riguardante la revoca del passaporto di Agee, vinta con 7 voti favorevoli e 2 contrari da Alexander Haig contro Phlip Age.
L’altro giudice contrario era William Brennan che ha scritto che “proprio perché la Costituzione protegge sia chi dice cose popolari che chi dice cose impopolari, protegge ugualmente i viaggiatori popolari e impopolari.”
Il giudice Brennan ha aggiunto: “Ed è importante ricordare che questa decisione non si applica soltanto a Philip Agee, le cui attività potrebbero essere percepite come dannose alla sicurezza nazionale, ma anche ad altri cittadini che possono semplicemente non essere d’accordo con la politica estera del governo e che possono esprimere le proprie opinioni.
Chiaramente ottenere il diritto di viaggiare “sia per viaggiatori popolari che impopolari” è una battaglia politica per il futuro. Un passo in quella direzione è stato fatto con una petizione ondine che chiede al Segretario di Stato John Kerry di restituire il passaporto a Snowden. Migliaia di firmatari hanno pubblicato commenti personali convincenti e spesso eloquenti insieme ai loro nomi.
“La sollecito a restituire immediatamente il passaporto di Edward Snowden, una talpa statunitense che ha istruito il pubblico circa le minacce alla nostra democrazia e ai nostri preziosi diritti costituzionali,” dice la petizione. “Il giusto processo è fondamentale per la democrazia. Revocare il passaporto di Snowden contraddice le parole di molti leader degli Stati Uniti che hanno spesso criticato altri governi per aver violato il principio di libertà di viaggiare.” (La petizione, lanciata da RootsAction.org, ha ottenuto più di 25.000 firme da metà ottobre).
Sia inviando missili al di là dei confini o usando la tecnologia digitale più recente per spiare su un gran numero di persone, il governo statunitense conta sulla violenza militare e sulla segretezza cronica in un ricerca continua di esercitare il controllo su quanto è più possibile del mondo. Il programma puzza di impunità e di potere arrogante. Aver revocato il passaporto a Snowden si sincronizza con quel programma. Dovremmo contestarlo.
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Norman Solomon è co-fondatore di Rootsaction.org e direttore fondatore dell’Istituto per la Pubblica Correttezza. Tra i suoi libri citiamo: War Made Easy: How Presidents and Pundits Keep Spinning Us to Death” [La guerra in parole semplici: come i presidenti e gli esperti continuano a confonderci fino alla morte]. Le informazioni sul documentario basato sul libro sono su www.WarMadeeasyTheMovie.org
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Fonte: Z Net Italy
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