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(27 novembre 2013, aula del Senato, ore 16.20. Paola Taverna legge il suo discorso in aula nel giorno della decadenza da Senatore di Silvio Berlusconi)
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Signor Presidente,
Onorevoli Colleghi,
si chiude, oggi, impietosamente, una «storia italiana»: segnata dal fallimento politico, dall’imbarbarimento morale, etico e civile della Nazione e da una pesantissima storia criminale. Storie che si intrecciano, maledettamente, ai danni di un Paese sfinito e che riconducono ad un preciso soggetto, con un preciso nome e cognome: Silvio Berlusconi.
La sua lunga e folgorante carriera l’abbiamo già ricordata in passato: un percorso umano e politico costellato di contatti e rapporti mai veramente chiariti con la Mafia, passando per società occulte, P2, corruzione in atti giudiziari, corruzione semplice, concussione, falsa testimonianza, finanziamento illecito, falso in bilancio, frode fiscale, corruzione di senatori, induzione alla prostituzione, sfruttamento della prostituzione e prostituzione minorile. Insomma un delinquente abituale, recidivo e dedito al crimine, anche organizzato, visti i suoi sodali. Ideatore, organizzatore e «utilizzatore finale» dei reati da lui commessi.
Senatore Berlusconi, anzi Signor Berlusconi
Forse alcuni hanno dimenticato che la sua “discesa in campo” ha avuto soprattutto, per non dire esclusivamente, ragioni imprenditoriali: la situazione della Fininvest nei primi anni novanta, con più di 5 mila miliardi di debiti, parlava fin troppo chiaro. Il rischio di bancarotta era dietro l’angolo. Alcuni suoi dirigenti vedevano come unica via d’uscita il deposito dei libri contabili in tribunale.
La cura Forza Italia è stata fantastica per le sue finanze. Perché, ricordiamolo, lei non è entrato in politica per il bene di questo paese, come declamava da dietro una scrivania su tutte le SUE televisioni.
Le elezioni politiche del 1994 hanno segnato l’inizio di una carriera parlamentare ILLEGITTIMA, sulla base della violazione di una legge vigente sin dal ’57, la 361, secondo la quale Silvio Berlusconi era ed è palesemente ineleggibile. Quella legge che non è mai stata applicata, benché fosse chiarissima, grazie alla complicità «inciucista» del Centro-Sinistra di «D’Alemiana» e «Violantiana» memoria. Per non parlare dell’eterna promessa, mai mantenuta, di risolvere il conflitto di interessi. E tutto ciò è avvenuto non per ragioni giuridiche, come ora qualcuno mentendo vorrebbe farci credere, ma per onorare patti scellerati, firmati sottobanco per dividersi le spoglie di un Paese.
Forse qualcuno si indignerà urlando che queste sono semplici illazioni… lasciamo che sia la storia a rispondere: Camera dei Deputati, 28 febbraio 2002, resoconto stenografico della seduta n. 106 della XIV Legislatura… queste le parole dell’Onorevole Luciano Violante, al tempo capogruppo dei DS, oggi PD, mentre si rivolge a un collega dell’apparentemente opposto schieramento: “l’onorevole Berlusconi sa per certo che gli è stata data la garanzia piena, e non adesso, nel 1994, che non sarebbero state toccate le televisioni quando ci fu il cambio di Governo. Lo sa, lo sa lui e lo sa l’onorevole Letta («zio»). Voi ci avete accusato di regime nonostante, ripeto, non avessimo fatto il conflitto di interessi, avessimo dichiarato eleggibile Berlusconi nonostante le concessioni, avessimo aumentato durante il centrosinistra il fatturato di Mediaset di 25 volte”.
Questa è storia. Come storia è la sua discesa in campo fatta di promesse mai mantenute, dal taglio delle tasse al milione di posti di lavoro. Ma non era lei l’imprenditore illuminato che avrebbe salvato l’Italia? Anzi l’azienda Italia? Quello che doveva pensare alla “cosa pubblica”?
Dal suo discorso del 1994: “la vecchia classe politica è stata travolta dai fatti e superata dai tempi”… l’autofondamento dei vecchi governanti, schiacciati dal debito pubblico e dal finanziamento illegale dei partiti lascia il paese impreparato e incerto nel momento difficile del rinnovamento e del passaggio ad una nuova Repubblica”.
Incredibile ma vero… sono proprio sue parole…. potrà sorgerci però legittimamente il dubbio che lei si sia preso gioco di noi per 20 anni?
E ancora adesso. Due mesi fa abbiamo visto diversi Ministri, in suo nome, presentare le dimissioni, dando inizio al siparietto della prima crisi di un Governo nato precario.
Per non parlare della legge di Stabilità che giaceva ormai da settimane nella V Commissione, in totale spregio di quanto previsto dalla procedura. Ieri ne abbiamo visto la triste conclusione: fiducia… fiducia verso chi e verso cosa?
Lo vogliamo dire agli italiani che la legge che dovrebbe assicurare i conti, ma soprattutto garantire la ripartenza economica del nostro paese, la sua “stabilità” appunto, è stata svilita e degradata a semplice espediente dilatorio per farle guadagnare qualche altro giorno in carica?
Vogliamo ricordar loro, inoltre, i due bei regali che riceverà a spese di tutti noi contribuenti? Assegno di “solidarietà” pari a circa 180.000 euro. Assegno vitalizio, circa a 8.000 euro al mese.
C’è bisogno poi di ricordare perché ancora oggi qualcuno, nonostante l’evidenza dei fatti, nonostante una sentenza passata in giudicato, voglia un voto, uno stramaledetto voto, per applicare una legge? Ha senso ribadire lo sfacelo di 20 anni di indottrinamento fondato sull’apparire, sul dire e non sul fare? Sull’avere e non sull’essere?
Anche nell’ultimo atto della sua storia parlamentare, comunque, riuscirà a segnare un record. L’illegittimità e l’indegnità della sua carica senatoriale sono addirittura triple: incandidabilità sopravvenuta, ineleggibilità e interdizione dai pubblici uffici per indegnità morale. Un vero capolavoro!
Questo Senato, poi, sentirà una enorme mancanza dell’operato parlamentare del Signor Berlusconi. Dall’inizio della legislatura, i dati dimostrano la sua dedizione al lavoro in questa istituzione; dimostrano la passione con cui ha interpretato il proprio mandato nell’interesse del Paese.
Disegni di legge presentati: zero!
Emendamenti presentati: zero!
Ordini del giorno presentati: zero!
Interrogazioni: zero!
Interpellanze: zero!
Mozioni: zero!
Risoluzioni: zero!
Interventi in Aula: uno, il 2 ottobre, per annunciare la fiducia al Governo!
Interventi in Commissione: zero!
Presenze in Aula: zero virgola zero uno per cento!
Di cosa stiamo discutendo quindi? Della decadenza dalla carica di Senatore di un personaggio che il suo mandato non lo ha mai, neppur lontanamente, svolto. Di un signore che però ha puntualmente portato a Palazzo Grazioli e ad Arcore ben 16 mila euro al mese! Per non fare assolutamente nulla, se non godere dell’immunità parlamentare.
In questi 20 anni lei è stato:
4 volte presidente del Consiglio dei Ministri
Presidente del Consiglio dell’Unione Europea
2 volte Ministro dell’Economia e delle Finanze
1 volta Ministro dello Sviluppo Economico
Ministro degli Affari Esteri
Ministro della Salute.
Soprattutto, è stato il Presidente del Consiglio che ha mantenuto per più tempo la carica di Governo e che ha disposto della più ampia maggioranza parlamentare della storia.
Un immenso potere, svilito e addomesticato esclusivamente ai propri fini, cioè architettare reati e incrementare il suo personale patrimonio economico.
Quante cose avrebbe potuto fare per questo nostro paese, se solo avesse anteposto il bene comune ai suoi interessi personali? Le riforme strutturali alle leggi ad personam? E invece… dopo tutto questo tempo ci ritroviamo con la disoccupazione giovanile al 40%, pensionati a 400 euro mensili, nessun diritto alla salute, nessun diritto all’istruzione, un territorio devastato dalle Alpi alla Sicilia, le nostre città sommerse dalle piogge e le nostre campagne avvelenate… era il 1997 quando Schiavone veniva a denunciare dove erano stati riversati quintali di rifiuti tossici… lo stesso anno in cui questo Stato decise di segretare tali informazioni.
E tutto ciò con l’Iva al 22% e un carico fiscale che si conferma il più alto d’Europa, pari al 65,8% dei profitti commerciali… e gli imprenditori che si suicidano per disperazione. Spesso nemmeno per i debiti… ma per i crediti non pagati dalla pubblica amministrazione, cioè dallo STATO stesso!!!!
Di tutto questo lei non sembra preoccuparsi. La decadenza di un intero paese sembra non interessarle minimamente: conta solo la sua, giusto? Ha il terrore di espiare la propria pena ai servizi sociali, di svolgere mansioni che ritiene “non alla sua altezza”. Beh, sappia che quelli sono lavori che centinaia di migliaia di italiani perbene svolgono con una dignità e un’onestà che lei può solo sognare!!!
Le auguriamo che questa possa essere, invece, un’occasione per uscire dal suo mondo dorato. Così, forse, potrà rendersi conto del disastro e del baratro in cui i cittadini normali si trovano, a causa del sistema da lei generato e alimentato.
Questo però non deve essere un discorso di rabbia. Questo vuole essere un discorso di speranza. Perché stiamo già percorrendo, a grandi passi, la lunga e faticosa strada del cambiamento.
8 settembre 2007. Il Primo V-day. Il giorno in cui abbiamo presentato l’iniziativa “Parlamento Pulito”. Riforme semplici e chiare: nessun condannato in Parlamento, un massimo di due legislature, ripristino della preferenza diretta.
350.000 firme di cittadini raccolte in un solo giorno. Firme che, da allora, sono state prima ignorate, derise, e poi completamente dimenticate.
Speravate che ci saremmo arresi. Che, per l’ennesima volta, ci saremmo abbandonati ai due mali più terribili dell’Italia. La rassegnazione e il fatalismo.
Beh, vi sbagliavate.
Ci avete costretti ad entrare nelle istituzioni per combattere quella che non è solo la nostra battaglia, ma è la battaglia di tutti i cittadini onesti.
Una battaglia che prima di essere politica è soprattutto ETICA.
Stiamo cominciando a raggiungere il nostro scopo: riportare nella politica trasparenza e legalità. La classe partitica italiana è stata costretta a votare la legge Severino, ponendo qualche “paletto” alla candidabilità degli improponibili: si poteva e si doveva fare meglio. Ma è già un segnale.
Si è tentato di dichiararla anticostituzionale per non applicarla a una persona che si ritiene al di sopra della giustizia. Ma il MoVimento 5 Stelle ha tenuto altissima l’attenzione dell’opinione pubblica, spingendo anche le altre forze politiche a reagire per non essere travolte dall’indignazione popolare.
La nostra presenza in quest’aula, oggi, rappresenta un solo, semplice concetto: non vogliamo chiamarci politici ma restituire il potere ai cittadini.
Signor Berlusconi accetti la decadenza o rassegni le sue dimissioni!
Questa non è una vendetta. Qui non c’è nessuna ingiustizia o persecuzione. La sua immagine per noi è già piccola, sfuocata e lontana. È già passato. E qui ci sono solo cittadini italiani che vogliono riprendersi il proprio presente. Perché altrimenti non avranno più un futuro.
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