Tag Archives: censura

Anonymous – Videomessaggio “Operation Mayhem” #attacco contro la legge antipirateria#

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Anonymous Operazione Mayhem  : Fase 1: Proteggiamo l’ IP
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” Cari senatori, Noi siamo Anonymous. È giunta alla nostra attenzione che 24 senatori hanno ritenuto necessario promuovere la ” HR3261″ –  La legge contro la pirateria online (SOPA).

Se questa legge dovesse passare  risulterebbe impossibile  condividere liberamente informazioni  sul web senza rischiare conseguenze legali.

Questa è censura diretta sulla nostra libertà di espressione e questo non può essere tollerato.

Abbiamo reso pubblici i dati personali  dei 24 senatori che hanno promosso questa legge. Questa operazione permetterà ai cittadini, tramite le  e-mail, faxlines e linee telefoniche dei senatori,  di chiedere perché hanno scelto di sponsorizzare una legge così tirannica e suggerire di riconsiderare la loro posizione o affrontare la vendetta di Anonymous.

Anonymous ha detto – “Pensiamo sia giunto il momento di porre fine una volta per tutte alle falsità e fornire una chiara immagine del mondo in cui viviamo.”

Senza la verità la storia si  ripeterà, le guerre stesse si ripeteranno. Quindi,  in questo tempo dell’inganno universale dire la verità diventa un atto rivoluzionario.

Salutiamo quelli che forniranno gli elementi necessari, e, per chi non … Aspettateci! “

Operation Payback Is a Bitch
Noi siamo Anonymous
Noi siamo una legione
Noi non perdoniamo chi censura l’informazione
Noi non dimentichiamo chi  abusa del proprio potere
Noi rispondiamo con Mayhem Operazione Anonymous: Proteggere l’ IP
Libertà  d’informazione. Traditori  aspettateci! “

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La guerra a #WikiLeaks – John Pilger intervista Julian #Assange

23 ottobre 2011  –>   Postato da wikileaksit il 23-10-2011 alle ore 17:37:17

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Gli attacchi a WikiLeaks e al suo fondatore, Julian Assange, sono una reazione a una rivoluzione dell’informazione che minaccia i vecchi ordini del potere nella politica e nel giornalismo. L’istigazione all’omicidio sbandierata da figure pubbliche degli Stati Uniti assieme ai tentativi dell’amministrazione Obama di forzare la legge per mandare Assange in un buco d’inferno di prigione per il resto dei suoi giorni, sono le reazioni di un sistema avido denunciato come mai prima.

Nelle settimane recenti il Dipartimento della Giustizia USA ha formato un grand jury segreto appena al di là del fiume di Washington nel distretto orientale dello stato della Virginia. L’obiettivo è incriminare Julian Assange sulla base di una legge screditata sullo spionaggio utilizzata per arrestare i pacifisti durante la prima guerra mondiale o sulla base di uno dei regolamenti riguardanti la cospirazione della “guerra al terrore” che hanno degradato la giustizia americana. Esperti giuridici descrivono la giuria come “una deliberata messa in scena”, facendo notare che questo angolo della Virgilia è la residenza dei dipendenti, e delle loro famiglie, del Pentagono, della CIA, del Dipartimento della Sicurezza Interna e di altri pilastri del potere americano.

“Non sono buone notizie” mi ha detto Assange quando ci siamo parlati la scorsa settimana, la sua voce cupa e preoccupata. Dice che può avere “giorni brutti, ma recupero”. Quando ci siamo incontrati a Londra l’anno scorso io dissi “Ti stai facendo dei nemici molto seri, nientemeno che i governi più potenti impegnati in due guerre. Come te la cavi con questa sensazione di pericolo?” La sua risposta è stata caratteristicamente analitica: “Non è che manchi la paura. Ma il coraggio è in realtà il dominio intellettuale della paura, comprendendo quali sono i rischi e come aprirsi un cammino attraverso di essi.”

Malgrado le minacce alla sua libertà e sicurezza, egli dice che gli USA non sono il principale “nemico tecnologico” di WikiLeaks. “La Cina è il principale avversario. La Cina ha una tecnologia di intercettazione aggressiva e sofisticata che si interpone tra ogni lettore in Cina e ogni fonte di informazione fuori dalla Cina. Stiamo combattendo una battaglia per la pubblicazione per assicurarci che possiamo far passare le informazioni, e ci sono ora modi di ogni tipo attraverso i quali i Cinesi possono arrivare al nostro sito.”

E’ stato in questo spirito di “far passare le informazioni” che WikiLeaks è stato fondato nel 2006, ma con una dimensione morale. “L’obiettivo è la giustizia” ha scritto Assange nella pagina di introduzione (homepage). “Il metodo è la trasparenza.” Contrariamente ai mantra mediatici correnti, il materiale di WikiLeaks non viene “scaricato”. Meno dell’uno per cento dei 251.000 dispacci delle ambasciate è stato diffuso. Come precisa Assange, il compito di interpretare e revisionare il materiale che potrebbe danneggiare persone innocenti richiede “standard [adeguati] ai più elevati livelli di informazione e fonti di primo piano.” Per il potere reticente, questo è giornalismo del tipo più pericoloso.

Il 18 marzo 2008 era stata anticipata una guerra a WikiLeaks in un documento segreto del Pentagono preparato dalla “Sezione Valutazione Controspionaggio Cibernetico” . I servizi di informazione USA, dichiarava, intendevano distruggere il sentimento di “fiducia” che è il “centro di gravità” di WikiLeaks. Era stato programmato di fare questo mediante minacce di “denuncia [e] incriminazione penale.” Zittire e criminalizzare questa rara fonte di giornalismo indipendente era lo scopo, la calunnia il metodo. Non v’è furia all’inferno che uguagli quella dei mafiosi imperiali derisi.

Altri, ugualmente derisi, hanno successivamente svolto una parte di sostegno, intenzionalmente o meno, nella caccia ad Assange, alcuni per motivi di gretta gelosia. Sordido e squallido sono gli aggettivi che descrivono il loro comportamento, che serve solo a evidenziare l’ingiustizia nei confronti di un uomo che ha coraggiosamente rivelato quello che abbiamo diritto di sapere.

Mentre il Dipartimento della Giustizia USA emette mandati contro le caselle email e Twitter, le registrazioni dei conti bancari e delle carte di credito di persone di tutto il mondo – come se fossimo tutti sudditi degli Stati Uniti – molti dei media “liberi” di entrambi i lati dell’Atlantico dirigono la loro indignazione contro la persona cacciata.  (leggi tutto)

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Fonte: Wikileaks Italia

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Londra e la censura dei social network

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UK: la soluzione è bloccare i social media

di Claudio Tamburrino

David Cameron, al ritorno dall’Italia dove si trovava in vacanza allo scoppio delle violenze di Londra, ha accolto il punto di vista della polizia e chiesto la serrata dei social network.

Rimandata, a quanto pare, a data da destinarsi l’analisi delle cause reali dei gravi fatti di violenza che stanno infiammando Londra, il dibattito in Parlamento è si concentrato sul ruolo svolto dai social media e sull’opportunità di bloccarli: “Il grande flusso di informazioni che permettono può essere utilizzato nel bene o nel male – dice Cameron – e in questo secondo caso è opportuno bloccare i social network”.

Pur non specificando come intende farlo, il Primo Ministro britannico ha detto di essere in contatto con la Polizia, i servizi segreti e le aziende di settore per verificare se è possibile o realmente opportuno effettuare blocchi simili almeno nei casi in cui si sia individuata l’organizzazione di un evento violento o l’intenzione di un atto in altro modo criminale. Dice addirittura di aver chiesto alla polizia, che di fatto con l’omicidio del ventinovenne di Tottenham Mark Duggan ha innescato la miccia, se avesse bisogno di nuovi poteri. (leggi tutto)

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Fonte: PuntoInformatico

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