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La risposta a Monti della “Generazione perduta”

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Da:  Generazione perduta

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Il Manifesto della Generazione Perduta

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Noi siamo la generazione perduta. Quei 30-40enni italiani per i quali – come ha di recente confermato il Presidente Monti – lo Stato non potrebbe far altro che limitare i danni. Perché è ormai troppo tardi per offrirci speranze e futuro.

Siamo consapevoli – e ce lo ha ricordato lo stesso Premier – che le responsabilità di questa situazione sono di un’altra generazione: quella alla quale appartiene buona parte della classe dirigente che negli ultimi venti anni ha guidato questo Paese.

Oggi i quasi dieci milioni di italiani che appartengono alla nostra generazione vengono considerati “perduti” ed invitati ad accettare con rassegnazione un destino senza speranze né futuro. E padri senza futuro non possono generare figli capaci di averne.

Praticamente, il risultato di un esperimento dall’esito fallimentare, che ha avuto per laboratorio il Paese intero e noi come cavie. Dieci milioni di vittime sono un bilancio inaccettabile per il Paese, rispetto al quale è necessario interrogarsi sulle reali responsabilità di chi ha prodotto questo disastro.

Eppure non ci sentiamo “perduti”. Né abbiamo voglia di rassegnarci ad un destino che altri hanno scritto per noi, anche se siamo consapevoli che molti di noi per troppo tempo hanno atteso che ’altri’ si occupassero dei nostri problemi.

Per questo motivo, siamo convinti che non possono essere gli stessi che ci hanno condotto sin qui a farci uscire da questo guado, soprattutto se la loro più elevata ambizione è quella di ’limitare i danni’.

È arrivato il momento, prima che sia davvero troppo tardi, di ritrovarci, contarci ed aggregarci attorno ad alcune parole chiave, cinque tag dai quali ripartire.

La nostra non è una iniziativa finalizzata a creare un’associazione o un movimento politico. Nè cerchiamo o vogliamo padrini di alcun tipo. Siamo professionisti, dirigenti, giornalisti, docenti, ricercatori, imprenditori, cocopro, che non vogliono – e, visti i risultati, non possono – delegare ancora ad altri il compito di scrivere il proprio futuro e quello dell’Italia.

Vogliamo impegnarci, ciascuno nel proprio ambito di competenza, a scrivere per noi e per il Paese un destino diverso rispetto a quello al quale chi ci ha governato sin qui ci vorrebbe inesorabilemnte condannati, perché siamo convinti di essere una risorsa per il Paese troppo a lungo ignorata e sacrificata.

Servono, probabilmente, poche parole, tanta buona volontà, speranze ed ottimismo. Doti che, evidentemente, non appartengono più a chi ci vorrebbe convincere che il miglior futuro possibile per noi sia la limitazione dei danni.

Ecco le parole per raccontare quello che vogliamo e che faremo.

1. Rispetto

È innanzi tutto quello che chiediamo a chi ci ha condotto a questa situazione ed oggi pretende di tenerci ancora ai margini delle decisioni che riguardano il nostro presente ed il nostro futuro, e quindi quello del Paese, raccontando che per noi è troppo tardi per fare qualsiasi cosa. Rispetto è quello che diamo e promettiamo alle generazioni che ci hanno preceduto, ma alle quali chiediamo ora di passare il testimone. Senza ’guerre generazionali’ ma seguendo il normale ordine delle cose.

2. Merito

Non chiediamo favori o ’quote giovani’ che tanti danni hanno già fatto al Paese. Vogliamo impegnarci per l’affermazione di una vera cultura del merito che premi i migliori e porti con sé un’etica delle responsabilità per la quale essere giovani non debba essere un vantaggio, ma non rappresenti nemmeno un ostacolo. Un Paese che non si doti delle necessarie regole per garantire il merito, oggi rinuncia alle migliori energie ed idee che ha a disposizione. Non perde solo una generazione, ma perde sé stesso.

3. Impegno

Vogliamo recuperare la dimensione perduta dell’impegno. Quella dimensione che ci porta ad essere cittadini attivi nel lavoro, nella società, nella famiglia. È una dimensione troppo spesso dimenticata in questo Paese in favore proprio di quei disvalori (clientelismo, corruzione, lottizzazioni) che ci hanno condotto nella situazione attuale.

4. Progetto

Abbiamo voglia di recuperare progettualità individuale e collettiva. La prima che ci permetta di avere un mutuo, comprare casa, fare figli. La seconda che ci consenta di disegnare il Paese che vogliamo: più moderno, solidale, competitivo. In grado di superare le contingenze guardando sempre al proprio futuro con un obiettivo chiaro.

5. Fiducia

Siamo stanchi di facili disfattismi e diagnosi che, sottraendoci la speranza, ci negano la possibilità di progettare e sognare. Abbiamo deciso di avere fiducia in noi stessi perché siamo convinti di essere una risorsa per il Paese e chiediamo fiducia per non essere considerati prima eterni ragazzi che non sono ancora pronti, e poi errori di percorso da non ripetere e che basta dare per persi.

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Se credi anche tu nei principi del Manifesto della Generazione Perduta, aderisci al nostro appello… Firma il Manifesto!

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A Ponteranica vogliono rimuovere Peppino Impastato: Firma l’appello (e mailbombing)!

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di 

A Ponteranica avevano già provato a rimuovere la targa dedicata a Peppino Impastato presso la biblioteca comunale.  Poi, le voci di protesta hanno prodotto un giusto ripensamento. Ora ci riprovano. E noi ci mobilitiamo. L’idea condivisa è di mettere in campo una serata per ricordare degnamente le figure di Padri Baggi e Peppino Impastato di fatto screditando e denunciando l’assurda operazione messa in atto dall’amministrazione Aldegani. Il tutto mercoledì 13 all’Aperto sui terreni dei Padri Sacramentini (100 passi dal comune ed altri 100 dalla Biblioteca).

FIRMA L’APPELLO

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Documentario: Debtocracy (Debitocrazia)

In questo momento così difficile credo sia utile rivedere il bel film documentario sulla crisi del debito “Debtocracy”  e  prendere in esame la proposta per un “Audit dei cittadini sul debito pubblico” (1).

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Video:   DEBTOCRACY

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(Per i sottototitoli in italiano avviare PLAY cliccare sulla barra il triangolino nero e poi sul quadratino rosso ” CC “).

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(1)   L’Audit civico del debito: come e perchè?

Dalla Francia ( http://www.audit-citoyen.org/ ) proviene un appello per creare una commissione di audit del debito pubblico in grado di visionare come è fatto quel debito, come è stato contratto a favore di chi e di quali interessi. Noi vogliamo fare nostra questa proposta per rivedere in profondità l’entità del debito pubblico italiano accumulato nel tempo per favorire rendite, profitti, interessi di casta e di una ristretta elite e non certo per favorire le spese sociali, l’istruzione, la cultura, il lavoro. Una proposta che serve per impostare un’altra politica economica, del tutto alternativa a quella avanzata in questi anni dai vari governi che si sono succeduti e improntata alla redistribuzione della ricchezza, alla valorizzazione dei beni comuni, del lavoro, del welfare, dell’ambiente contro gli interessi del profitto e della speculazione finanziaria. Una politica economica per il 99% contro l’1% del pianeta.

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FIRMA !  l’Appello per un audit dei cittadini sul debito pubblico

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PRIMI FIRMATARI:  Mario Agostinelli, Marco Bersani, Marco Bertorello, Fausto Bertinotti, Piero Bevilacqua, Fabrizio Burattini, Maria Grazia Campari, Salvatore Cannavò, Massimo Carlotto, Giulietto Chiesa, Lidia Cirillo, Danilo Corradi, Giorgio Cremaschi, Fabiola Correale, Andrea Fumagalli, Francesco Gesualdi, Paola Guazzo, Pierpaolo Leonardi, Gigi Malabarba, Eva Mamini, Christian Marazzi, Roberto Musacchio, Giovanna Ricoveri, Giovanni Russo Spena, Giorgio Sestili, Piergiorgio Tiboni, Fabrizio Tommaselli, Antonio Tricarico, Gianni Vattimo, Guido Viale, Aldo Zanchetta

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