Riforma sanitaria Usa: momento storico o la solita fregatura?

Possibile che gli USA viaggiano, quando si parla di diritti umani, sempre con una marcia ridotta?  (madu)
 
 
 
 
 

 
 
Come mai oggi i più delusi erano i Progressisti mentre dalle
assicurazioni, che pure si erano battute ferocemente contro l’opzione
pubblica, non si è sentita alcuna voce?
 
 

23/03/2010

di Dada Pisconti

 
Dicono che oggi, 22 marzo 2010, sia una data storica per gli Stati
Uniti: è passata alla Camera la riforma del sistema sanitario. Questa é
la seconda data storica a cui ho la fortuna di assistere in prima
persona da quando vivo qui in U.S., la prima era stata il 4 Novembre
2008: elezioni del 44esimo presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. E
se la prima volta ero un po’ in ansia, ma tutto sommato contenta e
piena di speranze, questa seconda volta sono profondamente delusa e
amareggiata.
I numeri e i fatti della riforma li conosciamo ormai
bene
, non staró qui a ripeterli. Come tutti quanti, anche io ho una mia
opinione tecnica rispetto a ogni singolo punto della riforma. Ma il
motivo della mia amarezza e delusione non è nei singoli dettagli
tecnici, bensí nella constatazione che ancora una volta, negli Stati
Uniti, quando si parla di sanità se ne parla in termini di business e si
sentono espressioni come: regolamentare il mercato delle assicurazioni,
creare una "health insurance exchange" (una specie di Borsa dedicata
interamente alle assicurazioni salute), imporre alle assicurazioni di
coprire ogni tipo di mercato… Mercato, di questo si parla, ancora una
volta, e i diritti?
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