Referendum: la RAI ed il regime

Referendum. La censura Rai e le proteste dei comitati

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Due presidi in meno di sei ore di fronte alla sede della Commissione di Vigilanza Rai, con la maggioranza che per due volte fa saltare il numero legale per l’approvazione del regolamento per la comunicazione dei referendum. È la sintesi, stringata, di una giornata intensa, che ha visto i comitati referendari per l’acqua e contro il nucleare scontrarsi col muro di ostruzionismo imposto dal governo al servizio di informazione pubblica.

Ore 14 di ieri. A Palazzo San Macuto, sede della Commissione di Vigilanza Rai, è prevista la discussione del regolamento per l’informazione sui referendum. Un nutrito gruppo di persone si riunisce per protestare contro il silenzio imposto alle reti Rai. Già, il servizio pubblico che avrebbe il dovere di informare la cittadinanza e promuovere un voto consapevole ai referendum del 12 e 13 giugno non ha fino ad ora approvato il testo che garantisce e regola l’informazione in prossimità delle elezioni. Approvazione che, per legge, sarebbe dovuta avvenire esattamente un mese fa.

Il motivo lo ha spiegato il Presidente della Commissione di Vigilanza Sergio Zavoli durante il colloquio di ieri con alcuni rappresentanti dei comitati: la maggioranza ha deciso di subordinare l’approvazione del regolamento per l’informazione sui referendum alla messa in agenda del testo di Alessio Butti sui nuovi palinsesti della tv di Stato. Si tratta di un criticatissimo emendamento che mette il bavaglio a tutte quelle trasmissioni considerate antigovernative, ree di “relegare in posizioni assolutamente minoritarie le idee, i valori e le proposte della maggioranza degli italiani”. (leggi tutto)

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Fonte: Il Cambiamento

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