Cerchiamo di capire cosa il popolo della striscia di Gaza sta subendo da tempo da parte degli Israeliani. L’informazione ufficiale, come sempre, viaggia a senso unico. (madu)
LA NEWS LETTER DEL MOVIMENTO NON VIOLENTO "Free Gaza"
Gaza, non sei stata abbandonata!
22 dicembre 2008
“La Striscia di Gaza è sotto
assedio da quasi due anni. Sette valichi in tutto che collegano Gaza con il resto
del mondo sono stati chiusi. Materie prime, cibo, ricambi, macchinari
per le cure sanitarie e decine di prodotti di prima necessità non
sono potuti entrare a Gaza. Questo ha significato
la cessazione di progetti di costruzione e riparazione di case e
infrastrutture essenziali, che ha lasciato Gaza in uno stato d’acuta
povertà e caos”, riferisce Sameh Habeeb,
un fotogiornalista di Gaza.
movimento “Free Gaza”, un gruppo per i diritti umani, lo scorso
agosto ha mandato due navi a Gaza. Erano le prime imbarcazioni internazionali
ad arrivare in quel porto dopo 41 anni. Da allora sono stati compiuti
con successo altri tre altri viaggi, grazie ai quali parlamentari,
attivisti e operatori per i diritti umani ed altri personaggi hanno
potuto osservare in prima persona gli effetti delle politiche draconiane
attuate contro i civili di Gaza. Il 20 dicembre si è svolto il quinto
viaggio, che questa volta ha portato a Gaza una delegazione del
Qatar. (Un video della durata di due minuti
è visibile a http://www.youtube.com/watch?v=P2pBlFcIrss.)
Il ritorno è previsto per il 23 dicembre. Ora altre navi, soprattutto
da trasporto merci, devono seguire il nostro esempio.
Altri argomenti di questo numero: il Presidente Abbas
definisce gli sforzi di “Free Gaza” un “gioco sciocco”, Mazin
Qumsiyeh chiede “Come mai restano in silenzio
gli europei?”, Fida Qishta racconta le
attività dell’ISM a Gaza, abbiamo un reportage sulle “Storie della
Gente di Gaza” dal sito web Free Gaza e un pensiero della settimana.
La foto di questa settimana, “Bambini in un campo rifugiati a Gaza”
(912 x 684 pixel, 72 dpi), di Sameh A.
Habeeb, può essere scaricata qui:
http://picasaweb.google.com/sameh.habeeb/HelpingChildrenAndFamiliesInGazaRefugeeCamps#5251965722788707138
mai gli europei restano in silenzio?
di Mazin Qumsiyeh,
http://qumsiyeh.org.
A Cipro, alla nostra conferenza “Azione di Coordinamento per l’Innovazione
e Ricerca Mediterranea” e nelle strade abbiamo parlato con molti
europei. Ho chiesto come mai gli europei restano in silenzio sul
lento genocidio a Gaza: se non sono interessati al milione e mezzo
di persone di Gaza, sono almeno preoccupati per il loro ambiente?
Gli scarichi delle fognature di 1,5 milioni di persone finiscono
direttamente nel Mediterraneo perché l’assedio di Gaza da parte
d’Israele ha tagliato la corrente alle centrali di depurazione e
proibisce l’arrivo di materiali cruciali per il loro funzionamento.
I rifiuti e le acque nere di 1,5 milioni persone, molte delle quali
ammalate e malnutrite, sono spinti dalle correnti di Suez e del
Delta del Nilo verso il nord alle coste europee (oltre che verso
Tel Aviv!). Perché non si protesta? Il lato positivo è che tutti
si mobilitano appena vengono informati, quindi dobbiamo dedurre
che ci spetta il compito di informare e educare ancora più profondamente.
Infatti gli europei si stanno mobilitando, e Cipro è il centro
di quell’attività. A Cipro ho avuto il privilegio di incontrare
due persone impegnate nel Movimento “Free Gaza”, che ora regolarmente
invia delle navi a Gaza sfidando l’assedio. Gli attivisti hanno
anche scortato le barche che pescano al largo della costa di
Gaza. Israele ha confiscato tre dei cinque carrelli di pesce, riducendo
il pescato da 1,5 tonnellate a sole 0,5 tonnellate! Ma questa lotta
esemplare continua! Recentemente, grazie alle lettere di attivisti,
il Parlamento Europeo ha posticipato una votazione su un accordo
per promuovere ulteriormente le relazioni tra Israele e l’Unione
Europea. Purtroppo i ministri degli esteri europei, molto più interessati
agli interessi imperialistici e speciali, hanno votato al loro posto
e hanno regalato a Israele l’accordo. Non possiamo permettere che
sostengano l’apartheid in questo modo. Se sei un cittadino europeo,
scrivi loro una lettera. (leggi tutto)