Fonte: Peacereporter
Le critiche di Amnesty al pacchetto sicurezza, discriminatorio per Rom e minoranze
28/05/2009
di Vera Cavallin
L’Ufficio Europeo di Amnesty International ha reagito al decreto
legge sul pacchetto sicurezza italiano (ddl 2180/09) inviando una
lettera a Jacques Barrot, Commissario Europeo alla Giustizia, Libertà e
Sicurezza, e a Vladimir Spidla, Commissario Europeo al Lavoro, Affari
Sociali e Pari Opportunità nella quale si esprimono forti
preoccupazioni e perplessità sulla sorte delle politiche sociali in
Italia. Secondo Nicolas Berger, Direttore dell’Ufficio, alcune
disposizioni del decreto sono incompatibili con la legislazione
internazionale ed europea che salvaguarda i diritti dell’uomo quale:
- la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali,
- la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo,
- la Convenzione delle Nazioni Unite sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna,
- la Convenzione Internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale,
- i Patti delle Nazioni Unite relativi rispettivamente ai diritti civili e politici e ai diritti economici, sociali e culturali.
Berger aggiunge alla lista la Direttiva 2000/43 del 29 giugno 2000
del Consiglio dell’Unione Europea che attua (dovrebbe perlomeno) il
principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente
dalla razza e dall’origine etnica ricordando che le discriminazioni
basate sulla razza o sull’origine etnica possono pregiudicare il
conseguimento degli obiettivi del trattato CE, in particolare il
raggiungimento di un elevato livello di occupazione e di protezione
sociale, il miglioramento del tenore e della qualità della vita, la
coesione economica e sociale e la solidarietà; possono inoltre
compromettere l’obiettivo di sviluppare l’Unione europea in direzione
di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia.
Discriminazione razziale. Le critiche di Amnesty verso
il ddl si concentrano proprio su quelle misure che mettono a rischio i
diritti fondamentali dell’uomo. In particolare viene aspramente
criticata la presenza di misure secondo le quali le persone che vivono
in case non in regola con i permessi edilizi e di sicurezza ( come
spesso i richiedenti asilo) o in roulotte e caravan (come le famiglie
nomadi) verranno cancellate dai registri comunali dei residenti e
iscritti in uno speciale registro dei senza fissa dimora. (leggi tutto)