La Caccia: sconfitta dell’uomo moderno.

"Fin
dalla giovinezza ho rinunciato all’uso della carne, e verrà un giorno in
cui uomini come me considereranno l’omicidio di un animale alla stregua dell’omicidio
di un essere umano".
(Leonardo da Vinci)

 

DA: ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali)

 

 

 

Comunicato Stampa

Jane
Goodall, nota etologa, nel corso della sua visita in Italia interviene
sulla caccia e sull’utilizzo delle armi proprio mentre la discussione
delle norme su “caccia selvaggia” rischia di riportare il Paese al
“medioevo”. L’Enpa:”Il Governo ascolti le parole della Goodall e degli
italiani”. 

L’Enpa
si unisce alle parole di Jane Goodall, una delle più grandi scienziate
ed etologhe contemporanee, intervistata nell’ambito del documentario “A
ferro e Fuoco”, una inchiesta che la scrittrice Margherita d’Amico sta
realizzando sul mondo della caccia e delle armi. La caccia, secondo la
Goodall rappresenta la sconfitta dell’uomo moderno: “Se al punto
dell’evoluzione che ha raggiunto, l’uomo contemporaneo non si rende
conto che gli animali sono individui unici, dotati di sentimenti,
intelligenza, relazioni sociali e familiari, e ritiene che si possano
uccidere per semplice diletto, ciò significa che egli non ha compreso,
non è progredito”.

E proprio l’Italia rischia di tornare a un “nuovo Medioevo”, qualora
fossero approvate le norme per la liberalizzazione della caccia –
relatore il senatore Orsi (PDL) – che, attualmente in discussione
presso la Commissione Ambiente al Senato, stravolgerebbero la legge
157/92.

Se il Parlamento approvasse la “controriforma venatoria”, nel nostro
Paese, alla cultura della non violenza e del rispetto per qualsiasi
forma vivente del pianeta, si sostituirebbero le ragioni delle lobby
dei cacciatori estremisti; le logiche del mercato, dell’industria e del
commercio di armi.

Caccia a sedici anni, utilizzo illimitato di richiami vivi – uccelli
rinchiusi in anguste gabbiette per richiamare altre ignare vittime – e
autoregolamentato dai cacciatori, ripristino dello zimbello (civette
legate con corda e appese ad una zampa per attrarre uccelli), fucilate
indiscriminate – anche a cani e gatti -, caccia in aree protette e
drastica riduzione delle stesse (se considerate ”in sovrannumero”),
liberalizzazione dell’imbalsamazione di animali selvatici; queste la
tappe che segnano un ritorno al passato “più buio”.

Dichiara Jane Goodall alla scrittrice Margherita D’Amico: “Per
quanto possa sforzarmi, alla mia età non riesco ancora a capire come
persone civilizzate possano provare piacere nell’uscire di casa,
togliere la vita a creature bellissime e magari, poi, appenderne in
salotto la testa sotto forma di decorazione”.

Anche la Protezione Animali se lo chiede, e con Enpa la stragrande
maggioranza dei cittadini italiani, notoriamente contrari alla caccia.
La Protezione Animali si augura che il governo ascolti, finalmente, le
parole della Goodall e di milioni di Italiani.

(10 marzo)