Jacopo Fo: elogio del capitalismo terminale

 

Dal blog di Jacopo Fo

 

Elogio del capitalismo terminale

 

Questo e’ il miglior sistema possibile.
Lo penso veramente.
E’ vero che ci son guerre e fame e violenze inaudite.
Ma queste son cose che son sempre successe.
Per arrivare a mezzo milione di morti in Iraq, gli Usa c’han messo
qualche anno. I romani a Cartagine ci impiegarono due giorni. E
poveretti, dovevano fare tutto a mano, una fatica bestia.
Quel che rende quest’epoca fantastica e’ il fatto che riesce a far
soffrire i potenti in un modo che fino a ieri era inconcepibile.
Certamente, una volta potevi ammazzare un miliardario oppure lo potevi
ferire a martellate o passarci sopra con la macchina. Ci sono stati
miliardari traditi dalle mogli, abbandonati dai figli. Alcuni hanno
sofferto per gravi disgrazie e addirittura e’ capitato che ne morissero
di malattia. Ma son cose che succedono.
E’ sempre stato invece rarissimo che un uomo di spaventosa ricchezza
dovesse soffrire per aver perso tutto. Fallivano le mezze calzette, non
i signori del mondo.
Adesso invece a migliaia han perso d’un botto fino all’ultimo lingotto.
E a fregarli sono stati i loro manager che per farsi alzare lo
stipendio dimostravano che i fatturati erano aumentati e facevano
lievitare le quotazioni azionarie.
I super ricchi, a migliaia, sono stati traditi dai loro dipendenti che
li hanno drogati di algoritmi farlocchi buttando loro fumo negli occhi.
Poveretti.
In migliaia accoltellati dal maggiordomo.
Certo ci sono anche dei ricchi che hanno invece guadagnato durante il crollo. Ma adesso anche loro vivono sulle spine.
Il tradimento serpeggia a palazzo.
E’ stata la piu’ grande mattanza di riccastri della storia del mondo.
E attenzione, un ricco che perde tutto soffre in modo esponenziale proporzionato alla leva finanziaria che ha utilizzato.
Altro che peperoncino nel culo. Il loro e’ un dolore totale.
Leviamo al cielo i calici e brindiamo.


Jacopo Fo