l’isola artica nella terra promessa della libertà di stampa: un luogo
dove editori e giornalisti vorrebbero trasferirsi per sfuggire alla
censura
L’isola che non c’è ma potrebbe esserci è lontana (in particolare
dall’Italia), piena di vulcani e, soprattutto, senza
bavagli che limitino il desiderio di informare di giornalisti e blogger.
Ai suoi abitanti garantisce le più sofisticate protezioni giuridiche
alla libertà di espressione. Ai poteri di tutti i tipi impone per legge
il massimo rispetto del diritto di parola e l’estrema trasparenza. Al
resto del mondo offre un esempio virtuoso da seguire, agli editori un
rifugio, a chiunque un computer dove ospitare documenti che si
vogliono far conoscere al pubblico, senza rischi di vederli
sequestrati.
Un’isola così non c’è ancora ma potrebbe materializzarsi molto presto
nel caso una proposta di legge in discussione nel parlamento islandese
ricevesse il via libera dall’assemblea. Si chiama Icelandic Modern Media
Initiative (IMMI) e, se approvata, trasformerebbe l’Islanda nella
terra promessa della libertà di stampa, un luogo dove editori e reporter
avrebbero grande interesse a stabilirsi e operare.
«E’
un po’ quello che accade con i paradisi fiscali»,
dice Smari McCarthy, dell’associazione Icelandic
Digital Freedoms Society tra i sostenitori dell’iniziativa. «Solo
che qui le aziende editoriali non verrebbero per pagare meno tasse ma
per godere di norme che tutelano al meglio la loro attività».
La proposta, che al momento è in commissione e potrebbe arrivare in
aula a giorni, è stata firmata da 19 membri del Parlamento su 69 e copre
tutti gli ambiti di attività di chi fornisce informazione. Dal rafforzamento
del segreto professionale dei giornalisti per quanto riguarda
le fonti, agli incentivi per gli informatori che vogliano denunciare
episodi di corruzione in organizzazioni private e pubbliche, passando
per l’immunità concessa ai fornitori di connettività Internet in
relazione ai dati che scorrono nelle loro reti.
Se lo slancio utopistico non manca, i promotori della legge sono
tuttavia molto ancorati alla realtà. L’isola della libertà di parola non
c’è ancora, vero, ma le norme che costituiranno l’IMMI sono già attive,
in alcuni casi, da molto tempo. Solo che si applicano in Paesi
diversi. (leggi tutto)
Fonte: blog.ilmanifesto