Il festival di Redford giudica l’America

ll Sundance premia come miglior film fiction
«Winter’s Bone» di Debra Granik, storia di povertà e ribellione nel
profondo Sud. «Restrepo» vince nella sezione documentari. Diretto da due
inviati sul fronte afghano, è il ritratto di una guerra insensata.
Miglior regista Eric Mendelsohn per la saga su Long Island.

 

 

di Giulia D’Agnolo Vallan 

PARK CITY

Le vite pericolose dei soldati americani in
Afghanistan e di una ragazza
nei boschi irsuti del Missouri, quelle placide e depresse dei sobborghi
di Long Island, un film danese a uno australiano tra i vincitori del
26esimo Sundance Film Festival .
La manifestazione di Robert Redford,
diretta per la prima volta da John Cooper (con Trevor Groth a capo
della programmazione ) si è chiusa a Park City sabato sera. Con il cielo
che si apriva dopo giorni e giorni di neve quasi ininterrotta, le
giurie hanno dato il loro verdetto su un festival in
larga misura apprezzato sia dal pubblico che dalla critica. Scemato
l’hype quasi nevrotico che impazzava per le scivolose strade di Park
City fino a due o tre anni fa, la più importante vetrina di cinema
indipendente Usa puntava quest’anno (il secondo di una crisi economica
che ha duramente colpito l’industria indie) a ricongiungere la sua
identità con le sue radici. I premi confermano, almeno in parte, che
l’idea non solo è piaciuta ma aveva senso.
Una giuria composta dallo
scrittore Russell Banks, dalla regista Karyn Kusama, dal produttore
Jaso Kliot, dal direttore della fotografia (e frequente collaboratore di
Wes Anderson) Robert Yeoman e dall’attrice Parker Posey ha assegnato il
gran premio per il miglior film di fiction del concorso Usa a Winter’s
Bone, di Debra Granik, un ipnotico squarcio di poverissimo e feroce
gotico meridionale, tra metanfetamina cucinata in casa e barbarici
rituali di famiglia, forte dell’interpretazione luminosa di Jennifer
Lawrence nei panni di una teen-ager sulle orme gelide, fangose e dense
di pericolo di un padre ricercato dalla polizia.
Winter’s Bone (che a
Park City è stato acquistato per la distribuzione Usa da Roadside
Attractions) ha vinto anche per la miglior sceneggiatura. È andato
invece all’obliquo e vagamente surrealista lirismo suburbano di Eric
Mendelsohn (già a Sundance e poi a Cannes, dieci anni fa, con Judy
Berlin) il premio per la miglior regia. Il film è 3 Backyards, terzo
capitolo di una bella trilogia che il regista/sceneggiatore ha dedicato
alla nativa Long Island. (leggi
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)

 

Fonte: Il
Manifesto

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Approfondimento:

Robert Redford

Sundance Film Festival

Sundance Festival 2010 (sito ufficiale en)