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Gli esseri umani non sono progettati per mangiare carne
Focalizzarsi sull’anatomia e fisiologia umana rappresenta il modo migliore e piu’ obiettivo di affrontare la questione.
Gli esseri umani sono molto spesso descritti come “onnivori”. Questa classificazione e’ basata sull’”osservazione” che normalmente si nutrono di una grande varieta’ di cibi vegetali e animali. Tuttavia, cultura, tradizione e formazione giocano come elementi di disturbo nella valutazione delle nostre pratiche alimentari. Quindi, la mera osservazione non si puo’ considerare come la tecnica migliore nel cercare di identificare quale sia la dieta piu’ “naturale” per l’uomo. Per quanto la maggior parte degli esseri umani siano chiaramente onnivori dal punto di vista “comportamentale”, resta da chiarire se lo siano altrettanto da un punto di vista anatomico.
Focalizzarsi sull’anatomia e fisiologia umana rappresenta il modo migliore e piu’ obiettivo di affrontare la questione. I mammiferi si sono anatomicamente e fisiologicamente adattati a procurarsi e consumare un particolare tipo di cibo (e’ una pratica comune cercare di dedurre la probabile dieta delle specie estinte attraverso l’esame delle caratteristiche anatomiche dei loro resti fossili). Quindi, dobbiamo osservare i mammiferi carnivori, erbivori ed onnivori per individuare quali caratteristiche anatomo-fisiologiche sono associate ai diversi tipi di dieta e comparare le nostre caratteristiche per vedere a quale gruppo apparteniamo davvero.
Volendo definire un metodo per verificare se gli umani sono degli onnivori naturali, la procedura dovrebbe essere questa:
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definire una lista di caratteristiche fisiologiche e parametri biochimici di tutte le specie naturalmente onnivore;
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individuare le caratteristiche comuni a tutte le specie;
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verificare la capacità discriminante di questa lista provando ad applicarla a specie di cui è già noto che sono onnivore, per verificare la bonta’ del test e infine, se questo test risulta accurato e corretto…
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… verificare se i parametri della specie uomo soddisfano questo test…
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Riporto un interessante lavoro di ricerca (2001) sull’adattamento alimentare del tubo digerente umano:
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“Prof. Carlo Consiglio
Ci sono molti motivi che possono spingere le persone ad adottare una dieta vegetariana. Alcuni sono vegetariani perché amano gli animali non umani e non vogliono che questi debbano morire e/o soffrire per servire come alimento per gli umani. Altri sono vegetariani perché sono giustamente convinti che l’alimentazione vegetariana sia migliore per la salute di quella a base di carne, e che eviti molte malattie. Qualcuno è vegetariano anche perché è conscio che la trasformazione di granaglie ed altri cibi vegetali in carne costituisce un grande spreco di risorse, che rende più difficile risolvere il problema della fame nel mondo. Alcuni, come me, sono vegetariani per tutte queste ragioni insieme.
Tra i vari motivi che possono influire sulla scelta di una dieta ve ne è anche uno che potremmo chiamare naturalistico. Secondo questo criterio uno dovrebbe nutrirsi nel modo che è per lui naturale, cioè per cui la natura gli ha dato specifici adattamenti. Secondo alcuni vegetariani, l’uomo dovrebbe adottare una dieta vegetariana perché questa è naturale per lui, differentemente da un cane o da un gatto, animali con adattamenti da carnivori, per i quali sarebbe una forzatura diventare vegetariani.
Sono ben noti gli adattamenti della dentatura dell’uomo: incisivi piccoli, canini ridotti che permettono un movimento anche laterale della mandibola, premolari e molari con cuspidi basse, smalto spesso. Insieme alla forma della testa, con l’accorciamento della mandibola e la conseguente posizione della dentatura sotto, anziché davanti, al neurocranio, parlano a favore di un’antica alimentazione a base di cibi duri, probabilmente semi. Si tratta di caratteri che abbiamo ereditato dagli Australopitecini nostri antenati, e che non sono stati modificati nei nostri antenati più recenti (Homo habilis e Homo erectus) che si nutrivano anche di carne, se si prescinde da un parziale assottigliamento dello smalto (che rimane comunque più spesso che nelle scimmie antropomorfe) e da un generale indebolimento della dentatura.
Meno chiari sono i nostri adattamenti a livello del tubo digerente. È da tempo noto che gli animali carnivori, la cui dieta è più ricca, hanno il tratto gastrointestinale più corto di quello degli animali che si nutrono di piante, che hanno bisogno di una digestione più elaborata.
Nella seguente tabella Henneberg et al. [1998] confrontano il rapporto tra lunghezza intestinale e lunghezza corporea e tra superficie gastrointestinale e superficie corporea di diverse specie; ne risulta che l’uomo si trova in posizione intermedia tra carnivori e animali che si nutrono di piante per quanto riguarda la superficie gastrointestinale, e addirittura tra i carnivori per la lunghezza intestinale… (continua)
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Fonte: SSNV (Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana)
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