Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una causa che dipende, solo ed esclusivamente, dalla crudeltà della specie umana. (madu)
DA: NEIC (Nutrition Ecology International Center)
3 maggio 2009
Febbre suina: unica soluzione diminuire i consumi di carne
"E’ una patologia da maltrattamento", afferma il Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione.
L’attuale epidemia a rischio pandemia causata dalla "febbre suina",
che la si voglia chiamare "nuova influenza" o altro, fa parte delle
"patologie da maltrattamento", come vengono definite dal NEIC, il
Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione, in quanto si tratta
di una malattia dovuta ai metodi usati negli allevamenti industriali,
che hanno come scopo solo l’altissimo livello produttivo e il profitto
ed ignorano il benessere degli animali.
Secondo la FAO, la
causa di questi problemi è la sempre maggiore commercializzazione e
intensificazione degli allevamenti. Le condizioni di affollamento e
scarsa igiene degli allevamenti intensivi e la mancanza di pratiche
adeguate per lo smaltimento delle deiezioni causano malattie negli
animali, e ne facilitano la rapida diffusione. [1]
Negli ultimi vent’anni sono state varie le epidemie a livello
nazionale e internazionale, tutte nate negli allevamenti industriali e
tutte a rischio di pandemia. Ci sono già stati focolai di febbre suina
in Asia e in Europa, influenza aviaria in Asia, Europa e in tutto il
mondo, la Sars, epidemie di BSE e di Foot and mouth disease, tutte
hanno avuto ampia pubblicità e creato ansia e paura nei consumatori. In
tutti questi casi, un numero enorme di animali è stato macellato –
nella maggior parte dei casi in modo cruento.
I mercati del bestiame sono un ambiente perfetto per la diffusione
delle epidemie. Animali che spesso sono già stressati ed esausti per il
lungo viaggio, si ritrovano a dover affrontare condizioni disagevoli e
un trattamento crudele. Questo abbassa ancora di più la loro già minima
resistenza alle infezioni. (leggi tutto)