Difendiamo e rilanciamo il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro

 

 

Difendere e rilanciare il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro

(24 luglio 2008)

 

 

In questi giorni governo e sindacati
concertativi stanno discutendo la controriforma del Contratto
Collettivo Nazionale di Lavoro.

Quello che segue è il testo del volantino/appello che le compagne
e i compagni del Pane e le rose e di Primo Maggio stanno diffondendo in
questi giorni nei luoghi di lavoro del Veneto.

Chi desidera sottoscriverlo può inviare una email con il proprio nominativo e il luogo di lavoro a pane-rose@tiscali.it

Chi vuole contribuire a diffonderlo può stampare il file in formato pdf che si trova e fine testo.

Un elenco dettagliato dei materiali sulla controriforma dei modelli contrattuali sul sito del Coordinamento Nazionale RSU

Nel suo discorso di investitura il nuovo presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha esposto le richieste del padronato italiano per la prossima fase: i profitti devono continuare a crescere a discapito dei salari, l’età pensionabile va ulteriormente innalzata, la spesa sociale va tagliata, il contratto nazionale di lavoro va “riformato”.

Il governo Berlusconi ha risposto prontamente
varando il DPEF (Documento di Programmazione Economica e Finanziaria)
per i prossimi tre anni: una manovra da 35 miliardi che prevede un
ulteriore sviluppo delle privatizzazioni e tagli a trasporto pubblico locale, scuola, sanità pubblica.
Nella scuola si annuncia il taglio di 100.000 insegnanti e nella sanità
la reintroduzione del ticket sulla specialistica. Da parte loro i
ministri del lavoro europei, tra cui quello italiano Sacconi, hanno
annunciato la volontà di portare l’orario massimo di lavoro fino a 65
ore settimanali.

NEL FRATTEMPO IL 18 GIUGNO È INIZIATO IL CONFRONTO SULLA
“RIFORMA” DEL CCNL TRA CONFINDUSTRIA E LE BUROCRAZIE SINDACALI CGIL,
CISL E UIL

L’obiettivo fondamentale che il padronato vuole raggiungere con la “riforma” del CCNL è quello di realizzare il controllo totale sulla forza lavoro, frantumare la solidarietà di classe, dividere e indebolire i lavoratori per costringerli a contrattare individualmente il loro salario.

L’obiettivo è quello di subordinare sempre più strettamente il salario al profitto delle imprese: “salario in cambio di produttività”
dicono i padroni, ma Italia il tasso di produttività è già altissimo
mentre il salario è bassissimo. Infatti i dati pubblicati recentemente
dall’OCSE (i 30 paesi industrialmente più sviluppati) dimostrano
chiaramente che in Italia il numero di ore lavorate è tra i più alti dell’area OCSE, ma i salari sono tra i più bassi
(circa 6000 dollari all’anno in meno della media). Le affermazioni del
padronato sono solo chiacchiere per spillare ancora più sudore e per
riempirsi sempre di più le tasche.     (continua)