Copenhagen, irruzione «preventiva» della polizia
Che il governo danese e la sua capitale si fossero preparati a
«prevenire» e a fronteggiare con «fermezza» le proteste dei movimenti e
delle associazioni arrivati da ogni parte del mondo lo sapevamo, anche
perché lo ha raccontato a Carta [n. 44 in edicola dopodomani] una delle
attiviste di Climate justice action. La conferma è arrivata stanotte,
quando oltre duecento poliziotti in tenuta antisommossa hanno fatto
irruzione in una delle strutture che ospitano gli attivisti arrivati a
Copenhagen per la conferenza dell’Onu sul clima, iniziata il 7 dicembre
e che si concluderà il 18. Come è andata lo testimonia sul sito di
Amisnet un intervento sonoro di Iskra, una attivista italiana presente
nella struttura di accoglienza al momento dell’irruzione delle forze
dell’ordine. «Sono arrivati con 10 o 15 camionette intorno alle 2,30 di
questa notte in assetto da combattimento. Ci hanno detto di stare
tranquilli perché cercavano solo oggetti. Intanto però erano in assetto
antisommossa e avevano i cani», dice Iskra, che descrive le due ore e
oltre di perquisizione. Dopo aver concentrato tutti gli attivisti nella
zona dormitorio, i poliziotti hanno preso possesso della zona comune
della struttura, dedicata a preparare striscioni e quant’altro per
cortei e manifestazioni. Poi è arrivato un tir che ha caricato e
portato via praticamente tutto il materiale necessario a preparare le
attività e le azioni del movimento. Il fatto curioso è che la struttura
è stata autorizzata dalle autorità competenti. «Non sono spazi occupati
ma regolarmente autorizzati – dice Iskra – Già l’altro giorno la
polizia ha fatto irruzione in un’altra struttura come questa, alle 6
del mattino». In questa situazione, si chiede l’attivista italiana
«come possiamo difenderci e come possiamo continuare a fare le cose per
cui siamo venuti qua?». Ha tutta l’aria di un’operazione «preventiva»
non solo per scoraggiare le azioni dei movimenti, ma anche l’arrivo e
la partecipazioni di altri attivisti, che comunque continuano a
convergere su Copenhagen per salvare il clima.
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