Censura: Twitter e le ali della libertà

 

Immagine da Latuff Cartoons

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di maribù duniverse

28 gennaio 2012

Il famoso attivista cinese Ai Weiwei sulla pagina del microblogging ha testualmente affermato: “Se Twitter censura smetterò di twittare”. Naturalmente,  queste dure parole suonano come  messaggio di disapprovazione totale verso le nuove decisioni prese dal social network.
Infatti, giovedì 26 gennaio, Twitter ha comunicato che “bloccherà i contenuti ritenuti pericolosi o illeciti in un determinato paese, solo a livello nazionale e non globalmente”. Questo vuol dire che in alcuni paesi  i cinguettii saranno sottoposti ad una censura selettiva,  ci sarà una gestione  calibrata delle cancellazioni.

Tale decisione rappresenta un significativo passo indietro rispetto ad un anno fa, quando i manifestanti anti-governativi di Tunisia, Egitto ed altri paesi arabi coordinarono le rivolte di massa grazie alla rete sociale creata su Twitter. Se questa censura fosse passata un anno fa cosa sarebbe accaduto nei paesi arabi?

Secondo i responsabili del social network ora è possibile “bloccare” un cinguettio muovendosi a livello nazionale senza penalizzare l’informazione a livello globale. L’utente sottoposto a censura sarà comunque avvertito con un messaggio in cui saranno riportate le motivazioni.

Frasi come queste:  “Il twet deve fluire” , “Non rimuovere i twet sulla base del loro contenuto”, frasi che rappresentavano il principio di libertà di parola ed espressione, ormai appartengono al passato.

La responsabile del Centro per la Tecnologia e la Democrazia, Cynthia Wong,  ha dichiarato: “Se Twitter,  in certi paesi, non è d’accordo a limitare alcuni contenuti potrebbe essere vietato totalmente”. Continua la Wong: “La domanda è: Cosa è meglio per la libertà di parola? Che Twitter sia completamente bloccato o che operi parzialmente con l’intento di limitare i danni nei paesi in cui ci sono leggi speciali? “. E’ per questo che Twitter ha riportato i casi di Google e Facebook che negli anni hanno provocato tensioni man mano che si espandevano nei vari Stati.

Ovviamente, Twitter cerca con queste scelte di allentare le pressioni ma nello stesso tempo mina quello che è il principio di natura globale della Rete. La reazione degli utenti su Twitter è subito scattata con twet molto duri e con una protesta di  blackout nella giornata di sabato.

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