Category Archives: vegetarismo_salute_ambiente

Rifiuti: Marcia Acerra Napoli – 21 giugno

 

La Marcia Acerra-Napoli
dei 1000 del Sì

Viene promossa una marcia simbolica
Acerra-Napoli che richiami l’attenzione popolare sui temi della
raccolta differenziata umido/secco, della difesa dei territori dalla
devastazione ambientale da rifiuti tossici, della legalità
negata da decreti illegittimi e dalle continue deroghe sui temi
ambientali.

13 giugno 2008 – Comitato Allarme
Rifiuti Tossici

 

PER UN NUOVO PIANO
RIFIUTI SUBITO
 
Appuntamenti per il 21 Giugno


Ore
9.30

partenza
de “I 1000 del Sì” dalla stazione ferroviaria di Acerra

Ore
15.00

arrivo
a Piazza Garibaldi – Napoli

Ore
16.00

partenza
del corteo regionale da Piazza Garibaldi

Ore
17.00

arrivo
a Piazza Dante – Napoli

Ore
17.30

manifestazione
nazionale con numerosi ospiti

 


alla differenziata umido/secco

perché
Impianti di Compostaggio e Trattamento Meccanico Biologico
sono
una alternativa reale e immediata a soluzioni
nocive e costose
basate su Inceneritori e Mega-Discariche

La
differenziata riduce drasticamente i rifiuti da stoccare.

 

alle bonifiche

per
il recupero e la difesa dei nostri territori
devastati da milioni
di tonnellate di rifiuti tossico-nocivi
per responsabilità
di camorra e malapolitica

I
Rifiuti Tossici avvelenano i nostri alimenti e l’acqua che beviamo
provocando malformazioni e tumori.

 

a diritti uguali per tutti

perché
per i cittadini CAMPANI si intendono istituire leggi e tribunali
speciali

La
Campania fa da trampolino di lancio, col decreto n°90 del nuovo
governo, ad iniziative per reprimere le opposizioni al regime.

 

per info e contatti:

http://www.rifiuticampania.org
contatti@rifiuticampania.org
– 3346224313
http://www.rifiutizerocampania.org
retecampanasaluteambiente@noglobal.org
– 3887460974


 

 


 

 


Effetto serra: vince l’alimentazione vegetariana sul consumo “locale”

 

 

 

DA: NEIC
( Nutrition Ecology
International
Center ) 

25/04/2008

 

Per risparmiare gas serra,
molto più potente mangiare "vegetale" che "locale"

Uno studio di due ricercatori
della Carnegie Mellon University, pubblicato nel numero di aprile
2008 della rivista scientifica Environmental Science and Technology,
mostra che
"comprare locale"
ha un’importanza limitata, per risparmiare gas serra, mentre è
molto più "potente" la scelta di
consumare
cibi vegetali anziché animali
,
consentendo un
"risparmio"
fino a 8 volte maggiore
.

I motivi dello
studio

Gli studi sul "consumo
sostenibile" offrono ai consumatori un numero sempre crescente
di informazioni relative all’impatto sull’ambiente in generale, e sul
clima in particolare, delle loro scelte di consumo. Molti di questi
studi hanno concluso che l’
impatto
dei singoli individui
è
dovuto a
tre fattori
principali: il
cibo,
l’
energia
usata in casa, e i
trasporti.

I ricercatori della Carnegie
Mellon, Christopher Weber e Scott Matthews, affermano che di questi
tre fattori, quello del "cibo", cioè di che
cosa
ciascuno sceglie di mangiare
, è
il più "
potente",
perché:

  • è
    quello che in termini quantitativi ha il
    maggior
    impatto
    .

  • Ha
    il
    maggior livello di scelta
    personale
    , perché non
    dipende dalle normative, dalla disponibilità di mezzi
    pubblici o di fonti di energia alternative, ecc. Sul che cosa
    mangiare il singolo consumatore ha pieno potere.

  • Si può applicare
    già subito
    , non è a
    medio o lungo termine come possono esserlo altri aspetti che
    implicano cambiamenti nelle infrastrutture, nei beni disponibili,
    nella tecnologia usata.

Tra i vari consigli sul come
scegliere il cibo, negli ultimi anni si è fatto strada quello
di "mangiare locale": nel 1995 è stato coniato il
termine "food-miles", che potremmo tradurre come "km-cibo",
che misura quanto il cibo viaggia dalla sua produzione al consumatore
finale. Maggiore sono i "km-cibo" di un dato alimento,
maggiore è il suo impatto negativo sull’ambiente, e il
consiglio è quindi quello di
consumare
cibi prodotti il più vicino possibile
,
per risparmiare km-cibo.

Lo studio di Christopher Weber
e Scott Matthews ha voluto però
misurare
quanto
davvero impatta sul risultato
finale il
viaggio
dal produttore al consumatore, rispetto ai costi totali (in termini
ambientali) di
produzione
del cibo, per capire se conviene davvero puntare sul "consumare
locale" o piuttosto su altri aspetti. Il loro studio ha quindi
considerato l’intero ciclo di vita della produzione dei cibi, dalla
produzione delle materie prime, al trasporto, fino all’arrivo sulle
nostre tavole e ha calcolato in particolare l’
impatto
sull’effetto serra
di tutti questi
passi. (
continua)

 

_________________________ 

 

Il prossimo argomento che
tratteremo, strettamente legato al "comprare locale",
sarà quello sui "GAS".  (ma.du.)

 

 


Il nucleare in Italia

 

 

DA: Greenreport.it 

29/05/2008

Ecco perché il nucleare non serve all´Italia

"Presentato
questa mattina un dossier da Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne
Greenpeace Italia, Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale
Legambiente e Michele Candotti, direttore generale Wwf Italia, per
svelare le “menzogne dei fautori dell’atomo”

LIVORNO. Il nucleare non serve all’Italia. Questo il titolo del dossier
presentato questa mattina da Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne
Greenpeace Italia, Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale
Legambiente e Michele Candotti, direttore generale Wwf Italia, per
svelare le “menzogne dei fautori dell’atomo”.

Si citano infatti nel dossier tutti gli slogan che vengono riproposti
nella campagna mediatica a favore del nucleare, approfondendoli poi uno
ad uno per dimostrarne l’assoluta infondatezza. Tra gli slogan più
utilizzati il fatto che: è l’unica risposta concreta per fermare i
cambiamenti climatici, è economico, permette di ridurre la bolletta
italiana e la dipendenza dall’estero, è sicuro. Tutte «bugie, conti
fasulli, favole» scrivono le associazioni ambientaliste «che servono a
costruire una risposta emotiva da parte dell’opinione pubblica e un
dibattito ideologico sui tabù e i divieti. Nella realtà si sta solo
facendo il gioco di quei gruppi di interesse che si stanno candidando a
gestire una montagna miliardaria di investimenti pubblici». Per le tre
associazioni ambientaliste la soluzione per fermare la febbre del
pianeta e ridurre la bolletta energetica italiana è molto più semplice
dell’opzione nuclearista rilanciata dal ministro Claudio Scajola: è
fondata sul risparmio, sull’efficienza energetica e sullo sviluppo
delle fonti rinnovabili. Semplicemente perché è la via più immediata,
più economica e sostenibile.
(continua)

 

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