Category Archives: diritti_lotte

Il Governatore di Washington sospende la pena di morte

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Olympia 11 febbraio 2014, Wash. — Il governatore di Washington, Jay Inslee, martedì  ha annunciato che nello Stato sarebbe stato sopeso l’uso della pena di morte, tale annuncio dovrebbe spingere tutti  i funzionari a “partecipare ad un crescente dibattito nazionale sulla pena di morte.”

Il Governatore Inslee, democratico, ha detto che questa decisione è stata presa dopo mesi di approfondimento ed analisi, incontri con i familiari delle vittime, magistrati e forze dell’ordine.

“Ci sono stati troppi dubbi sollevati sulla pena di morte, ci sono troppe falle nel sistema di oggi”, ha riferito in una conferenza stampa. “C’è troppo in gioco per accettare un sistema imperfetto.”

Il governatore Inslee ha continuato dicendo: “L’uso della pena di morte è  incoerente e ineguale”.

La moratoria significa che se un caso di pena di morte arriverà alla scrivania del governatore, egli sospenderà l’esecuzione, che non significa grazia e non un commutare le sentenze dei condannati a morte.

Il governatore Inslee ha anche precisato che “Nessuno sta uscendo di prigione”.

L’anno scorso, il Maryland ha abolito la pena di morte, il 18 ° Stato a farlo e il sesto negli ultimi sei anni.

Nove uomini attendono l’esecuzione presso il Washington State Penitentiary in Walla Walla. La Corte Suprema di Stato solo il mese scorso ha respinto una petizione per il rilascio di un detenuto nel braccio della morte, Jonathan Lee Gentry, che è stato condannato per l’omicidio di una ragazza di 12 anni nel 1988. Mr. Gentry potrebbe essere la prima esecuzione nello stato dal settembre 2010, quando Cal Coburn Brown morì per iniezione letale nel 1991 per l’omicidio di una donna di Seattle. Una sospensione federale era stata recentemente chiesta nel caso Gentry, e questo mese  prima della sua esecuzione era stato previsto un dibattimento.

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Fonte: The Washington post

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Napoli – “Clash City Point” nuovo spazio occupato per i lavoratori

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"Lavoratori sulla via di casa" - Edvard Munch (1915)

“Lavoratori sulla via di casa” – Edvard Munch (1915)

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[Napoli] Nasce un nuovo spazio: il Clash City Point!

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La crisi morde, le condizioni di lavoro peggiorano, licenziamenti e disoccupazione sono in aumento, nessuno più può dirsi al riparo. Molti sono arrabbiati o depressi e non sanno che fare. Ma c’è solo una via d’uscita a questa situazione: organizzarsi collettivamente per strappare i nostri diritti!

È per questo che ieri pomeriggio, nella Galleria Principe di Napoli, vicino al Museo Nazionale, è nato un nuovo posto occupato: il primo in Italia incentrato esclusivamente intorno alle questioni del lavoro… Un punto di incontro per informare i lavoratori, soprattutto i più giovani, sui loro diritti, per unire le tante vertenze che attraversano il nostro territorio, per organizzare dal basso le lotte.

Un punto di incontro, prima di incominciare un lungo viaggio. Per questo l’abbiamo chiamato Clash City Point, dal nome del progetto – “Clash City Workers”, lavoratori della metropoli in lotta – che ci vede impegnati da qualche anno in diverse parti d’Italia.

A breve la data dell’inaugurazione… Restate sintonizzati!

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“Clash City Workers – Lavoratori della metropoli in lotta” è un progetto autorganizzato. Puoi sostenerlo in qualsiasi modo: partecipando alle iniziative, scrivendo corrispondenze dal tuo posto di lavoro o dal tuo territorio, ma anche solo facendo girare il sito (e mettendo un “mi piace” alla pagina facebook! Contattaci qui

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Fonte: clashcityworkers.org

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USA e UE vogliono distruggere Internet! L’ultima arma nelle mani dei popoli. Firma l’appello!!

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Esiste il pericolo reale che nel 2014 il colore viola diventi predominante…

“L’informazione è potere! L’informazione deve essere libera!”

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L’apocalisse della Rete?

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I ricchi del mondo, l’1% della popolazione, potrebbero essere sul punto di controllare i siti web e i servizi a cui possiamo accedere su internet per sempre. E’ l’apocalisse del Web così come lo conosciamo, che spazzerà via il sogno di un’autostrada dell’informazione libera per tutti che avevano avuto i fondatori della Rete.

La nostra comunità è cresciuta incredibilmente intorno a quel sogno, usando il Web per combattere la corruzione, salvare delle vite e portare aiuti umanitari ai civili nei paesi nel mezzo di crisi e guerre civili. Ma gli Stati Uniti e l’Unione Europea stanno per dare a potenti multinazionali il diritto di scegliere a quali contenuti possiamo accedere rapidamente su Internet, rallentando o addirittura facendoci pagare per tutto il resto. La possibilità, per Avaaz, di mostrare al mondo le immagini girate dai cittadini-giornalisti siriani, o di lanciare campagne per salvare il nostro pianeta, è in assoluto pericolo.

Da entrambe le parti dell’Atlantico si stanno prendendo decisioni cruciali in questo momento. E molti esperti di nuove tecnologie, attivisti per la libertà di espressione e le aziende più lungimiranti del web hanno deciso di opporsi a questa possibilità. Se ci uniamo a loro a milioni, e subito, possiamo creare la più grande mobilitazione di sempre in difesa della libertà e della democrazia di Internet.

Firma ora e diffondi ovunque puoi questo appello

Fino ad oggi, ogni passo in avanti della Rete era un beneficio per tutti – se aumentava la velocità di trasmissione dei video in streaming per le reti TV ultraconservatrici della Fox di proprietà del magnate Rupert Murdoch, lo stesso miglioramento era a disposizione dei mezzi di informazione indipendente per trasmettere quanto accadeva per le strade in Ucraina, Siria o Palestina. Per i politici, questa era la neutralità della rete, e negli Stati Uniti esistevano leggi fatte per proteggerla: fino a che, qualche settimana fa, un tribunale le ha stroncate. Ora il Parlamento Europeo minaccia di approvare un regolamento che consentirebbe ai fornitori di accesso ad Internet il diritto di chiudere in recinti il web e controllare quello che vediamo, rallentando o addirittura facendoci pagare per l’accesso ai siti da cui non possono trarre profitti.

Ma noi possiamo fermare tutto questo. Innanzitutto, presentandoci con un numero impressionante di firme da tutto il mondo all’incontro pubblico che si terrà oggi negli Stati Uniti per decidere se ristabilire le leggi in difesa della libertà di Internet. Dopodiché, scatenando un team di esperti lobbisti sul Parlamento Europeo, per garantire che le sue commissioni ascoltino la richiesta di noi cittadini. Questo sarà il primo grande passo di cui abbiamo bisogno per vincere le importanti battaglie che ci aspettano nei prossimi mesi.

Grandi fornitori di accesso ad Internet come Verizon e Vodafone stanno facendo forti pressioni per creare un “Internet dei ricchi”. E senza una imponente reazione dei cittadini, potrebbero farcela, e mettere così in pericolo tutto il lavoro della nostra comunità. La maggior parte di quello che è “Internet” si trova negli USA o in Europa, quindi questa battaglia interessa tutti noi. Non c’è tempo da perdere. Clicca qui sotto per far sentire la tua voce:

FIRMA L’APPELLO !!

Quando la nostra comunità era grande meno della metà di quello che è oggi, ci siamo ribellati e abbiamo contribuito ad affossare il trattato ACTA e abbiamo fermato le leggi bavaglio ad Internet SOPA/PIPA. Ora siamo ancora più forti. Tutti insieme possiamo farci ascoltare e far sì che quello che ci permette di comunicare e lottare assieme rimanga libero e aperto.

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Fonte: AVAAZ

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Approfondimento

La sentenza Usa contro la neutralità della rete: un terremoto (Corriere della Sera)
Save the Internet
Neutralità della Rete, cosa cambierà per gli Usa (Wired)
USA, la neutralità della Rete decade in tribunale (La Stampa)
Telecomunicazioni, il mercato unico europeo cancella la neutralità della Rete? (Wired)

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